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Umberto Eco, entre raros sabores

18/10/2009

Umberto Eco
 

Autor lança livro na mostra que tem estande com desenhos de Warhol e Schiele e, pela primeira vez, área sobre gastronomia

Ubiratan Brasil, FRANKFURT

Cabelos levemente escurecidos, bigode escovão, óculos com aros menos agressivos - Umberto Eco mudou o visual e, assim desconhecido, passeou ontem livremente pela Feira de Frankfurt, que este ano tem a China como país convidado, acompanhado de alunos universitários de Bologna, onde já foi professor, ritual que cumpre a cada ano, embora não dê mais aulas. O rosto mais rejuvenescido o faz lembrar vagamente o colombiano Gabriel García Márquez quando jovem. Eco veio participar da festa de 80 anos de sua editora italiana, a Bompiani, e acompanhar o lançamento de seu novo livro, A Vertigem das Listas, que, até o fim de outubro, sairá em outros 11 países (no Brasil, a previsão é 2010, pela Record).

No livro, Eco reflete sobre como o ato de se montar uma lista muda com o decorrer dos séculos, o que acaba expressando o seu próprio tempo. O conceito surgiu a partir de um convite feito pelo Museu do Louvre, de Paris, onde está concentrada boa parte do tesouro cultural mundial. Assim, Eco selecionou artigos que tratam desse tesouro, além de escrever a apresentação.

O escritor italiano mundialmente conhecido por O Nome da Rosa é uma das figuras que podem surpreender o visitante que se dispor a percorrer os dez pavilhões da Feira de Frankfurt, complexo gigante, algo semelhante a dez Anhembis. Ontem mesmo, além de Eco, a canadense Margaret Atwood também visitava a feira, onde ofereceria seu bom humor em uma apresentação ao público.

Com tantas opções, é possível encontrar o que parece inconciliável, ou seja, em um mesmo pavilhão estão e-books de um lado e obras raras de outro. Na sala Antiquário, 80 expositores oferecem uma visão duradoura do passado, representada por livros com desenhos feitos à mão por Egon Schiele e Andy Warhol, além de autógrafos de Goethe e Chopin.

Apesar do barulho natural da feira, os visitantes aqui cultivam o silêncio, no máximo o sussurro, para apreciar raridades como 20 manuscritos, cartas e fotografias de Albert Einstein, datados de 1941 e 42. São imagens corriqueiras do cientista, escrevendo poemas ou brincando com os filhos. À venda, o material custa 140 mil.

Basta uma curta caminhada para se chegar ao futuro - dispostos a popularizar os e-books, empresas oferecem conteúdo diferenciado como escolas virtuais de culinária. Aliás, o interesse pelo assunto avança tanto que a mostra, pela primeira vez, mantém um espaço exclusivo para o assunto. Assim, a Galeria Gourmet uniu 60 expositores de 11 países, todos dispostos a provar o valor nutricional e degustativo de sua culinária.

Para que as discussões não se limitem à teoria, uma pequena cozinha foi montada onde chefs de vários países demonstram suas habilidades, o que provoca longas filas de degustação. E, aproveitando a carona, os estandes próximos, a maioria de editoras de língua árabe, também promovem festival da sua culinária, criando uma competição inusitada.

Estudos aprofundados também fazem parte do cardápio. Um dos encontros mais disputados tratou da culinária molecular, prática em que se combinam ingredientes cuja composição molecular é compatível. Na verdade, à parte o cientificismo, as discussões rodam em torno da validade de se colocar sal antes ou depois de cozer a carne.

(© Estadão)


"Mi piace compilarle e leggerle: su un'isola deserta mi porterei l'elenco del telefono. Il semiologo inaugura un ciclo di mostre e incontri a Parigi e presenta il suo libro

Eco, maestro al Louvre "Le liste, che passione"

di FABIO GAMBARO

Su un'isola deserta mi porterei l'elenco del telefono, una lista pratica e concreta che però la nostra fantasia può trasformare in un contenitore infinito di storie meravigliose". Ironico e paradossale come sempre, Umberto Eco difende ancora una volta il fascino vertiginoso dell'elencazione. Lo ha fatto ieri nella capitale francese, dove ha presentato il ricco programma multidisciplinare da lui ideata per il Museo del Louvre.

Ogni anno, infatti, il più celebre dei musei parigini, nel tentativo di far dialogare il suo ricchissimo patrimonio con la varietà delle arti contemporanee, invita una personalità del mondo della cultura a scegliere un tema attorno a cui organizzare un ciclo di mostre, incontri, spettacoli, proiezioni e concerti. Dopo Robert Badinter, Toni Morrison, Anselm Kiefer e Pierre Boulez, quest'anno il prestigioso invito è stato rivolto all'autore del Nome della rosa, che ha accettato con entusiasmo, intitolando la sua programmazione "Vertigine della lista". Un tema le cui molte prospettive verranno declinate dal 2 novembre al 13 dicembre con la partecipazione di numerosi artisti e intellettuali, da Christian Boltanski a Claude Kloski, da Anthony Grafton a Nanni Balestrini, da Ludovic Lagarde a Marcel Benabou, da Omar Calabrase a Jacques Roubaud.

"Il tema delle liste e degli elenchi mi ha sempre appassionato, fin dai tempi dell'università quando, occupandomi dell'estetica medievale, ho scoperto che il medioevo era pieno di liste", ha spiegato lo scrittore, che, oltre alle litanie cattoliche e agli elenchi del barocco, ha ricordato le moltissime liste presenti nella storia della letteratura, da Omero a Borges. "Anche nei miei libri figurano spesso le enumerazioni. Ad esempio, nelle pagine di Diario Minimo avevo scritto la lunga lista delle armi da regalare a mio figlio perché un giorno diventasse pacifista. Per non parlare poi dei romanzi, per i quali ho preparato elenchi infiniti. Ad esempio per il Nome della rosa avevo stilato le liste dei libri presenti nelle biblioteche medievali, le liste dei fiori e delle piante, le liste dei nomi e così via".
Eco, che aveva pensato di occuparsi del tema degli elenchi già all'inizio degli anni Novanta, quando tenne le sue Norton Lectures ad Harvard, ha ricordato che esistono due tipi di liste, quelle pratiche e quelle poetiche: "Alle liste pratiche appartengono sia la lista della spesa che il catalogo della biblioteca. Sono elenchi di cose che esistono veramente e il cui numero è finito. Le liste poetiche invece possono anche parlare di cose inesistenti, ma soprattutto devono suggerire l'idea dell'infinito. Naturalmente, noi possiamo provare a trasformare le liste pratiche in liste poetiche, come appunto farei io con l'elenco del telefono".

Ricordando che l'idea della lista infinita nasce proprio dall'indicibilità della totalità dell'esperienza, Eco ha sottolineato la difficoltà di trovare esempi di liste nella pittura classica, dato che il quadro funziona spesso come un limite all'infinito dell'elencazione. Con qualche eccezione, a cominciare dai quadri di Giovanni Panini, conservati proprio al Louvre, e da quelli di Pieter Brueghel, come ricorda nel bel libro-catalogo scritto per la manifestazione parigina, Vertigine della lista (Bompiani, in libreria in Italia il 7 di ottobre, ricco di illustrazioni).

L'autore di Opera aperta ha concluso ricordando che le liste sono sempre un invito alla scoperta e all'immaginazione, come per altro le visite dei musei: "In fondo, anche un museo come il Louvre è una sorta di lista aperta, perché non solo non si è mai sicuri di averlo visitato tutto, ma al suo interno ci si può muovere seguendo percorsi sempre diversi. Inoltre, le opere d'arte reali c'invitano sempre ad immaginarne altre possibili. Insomma il museo è una lista sempre viva".

Qualcuno ha poi chiesto a Eco cosa ne pensasse del giudizio sul Louvre di Pietro Citati, che recentemente lo ha definito "il museo peggiore del mondo", perché "si può mangiare, comprare libri, passeggiare, amoreggiare, correre: mai guardare un quadro". "Non sono mai d'accordo con Citati e lui non è mai d'accordo con me", ha detto Eco.

(© La Repubblica)

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