Autor lança livro na mostra que tem estande com
desenhos de Warhol e Schiele e, pela primeira vez,
área sobre gastronomia
Ubiratan Brasil, FRANKFURT
Cabelos levemente escurecidos, bigode escovão,
óculos com aros menos agressivos - Umberto Eco mudou
o visual e, assim desconhecido, passeou ontem
livremente pela Feira de Frankfurt, que este ano tem
a China como país convidado, acompanhado de alunos
universitários de Bologna, onde já foi professor,
ritual que cumpre a cada ano, embora não dê mais
aulas. O rosto mais rejuvenescido o faz lembrar
vagamente o colombiano Gabriel García Márquez quando
jovem. Eco veio participar da festa de 80 anos de
sua editora italiana, a Bompiani, e acompanhar o
lançamento de seu novo livro, A Vertigem das Listas,
que, até o fim de outubro, sairá em outros 11 países
(no Brasil, a previsão é 2010, pela Record).
No livro, Eco reflete sobre como o ato de se montar
uma lista muda com o decorrer dos séculos, o que
acaba expressando o seu próprio tempo. O conceito
surgiu a partir de um convite feito pelo Museu do
Louvre, de Paris, onde está concentrada boa parte do
tesouro cultural mundial. Assim, Eco selecionou
artigos que tratam desse tesouro, além de escrever a
apresentação.
O escritor italiano mundialmente conhecido por O
Nome da Rosa é uma das figuras que podem surpreender
o visitante que se dispor a percorrer os dez
pavilhões da Feira de Frankfurt, complexo gigante,
algo semelhante a dez Anhembis. Ontem mesmo, além de
Eco, a canadense Margaret Atwood também visitava a
feira, onde ofereceria seu bom humor em uma
apresentação ao público.
Com tantas opções, é possível encontrar o que parece
inconciliável, ou seja, em um mesmo pavilhão estão
e-books de um lado e obras raras de outro. Na sala
Antiquário, 80 expositores oferecem uma visão
duradoura do passado, representada por livros com
desenhos feitos à mão por Egon Schiele e Andy
Warhol, além de autógrafos de Goethe e Chopin.
Apesar do barulho natural da feira, os visitantes
aqui cultivam o silêncio, no máximo o sussurro, para
apreciar raridades como 20 manuscritos, cartas e
fotografias de Albert Einstein, datados de 1941 e
42. São imagens corriqueiras do cientista,
escrevendo poemas ou brincando com os filhos. À
venda, o material custa 140 mil.
Basta uma curta caminhada para se chegar ao futuro -
dispostos a popularizar os e-books, empresas
oferecem conteúdo diferenciado como escolas virtuais
de culinária. Aliás, o interesse pelo assunto avança
tanto que a mostra, pela primeira vez, mantém um
espaço exclusivo para o assunto. Assim, a Galeria
Gourmet uniu 60 expositores de 11 países, todos
dispostos a provar o valor nutricional e degustativo
de sua culinária.
Para que as discussões não se limitem à teoria, uma
pequena cozinha foi montada onde chefs de vários
países demonstram suas habilidades, o que provoca
longas filas de degustação. E, aproveitando a
carona, os estandes próximos, a maioria de editoras
de língua árabe, também promovem festival da sua
culinária, criando uma competição inusitada.
Estudos aprofundados também fazem parte do cardápio.
Um dos encontros mais disputados tratou da culinária
molecular, prática em que se combinam ingredientes
cuja composição molecular é compatível. Na verdade,
à parte o cientificismo, as discussões rodam em
torno da validade de se colocar sal antes ou depois
de cozer a carne.
(©
Estadão)
"Mi piace compilarle e leggerle: su un'isola
deserta mi porterei l'elenco del telefono. Il
semiologo inaugura un ciclo di mostre e incontri a Parigi e presenta il suo
libro
Eco, maestro al Louvre
"Le liste, che passione"
di
FABIO GAMBARO
Su un'isola deserta mi porterei l'elenco del telefono, una
lista pratica e concreta che però la nostra fantasia può trasformare in
un contenitore infinito di storie meravigliose". Ironico e paradossale
come sempre, Umberto Eco difende ancora una volta il fascino vertiginoso
dell'elencazione. Lo ha fatto ieri nella capitale francese, dove ha
presentato il ricco programma multidisciplinare da lui ideata per il
Museo del Louvre.
Ogni anno, infatti, il più celebre dei musei parigini, nel tentativo di
far dialogare il suo ricchissimo patrimonio con la varietà delle arti
contemporanee, invita una personalità del mondo della cultura a
scegliere un tema attorno a cui organizzare un ciclo di mostre,
incontri, spettacoli, proiezioni e concerti. Dopo Robert Badinter, Toni
Morrison, Anselm Kiefer e Pierre Boulez, quest'anno il prestigioso
invito è stato rivolto all'autore del Nome della rosa, che ha accettato
con entusiasmo, intitolando la sua programmazione "Vertigine della
lista". Un tema le cui molte prospettive verranno declinate dal 2
novembre al 13 dicembre con la partecipazione di numerosi artisti e
intellettuali, da Christian Boltanski a Claude Kloski, da Anthony
Grafton a Nanni Balestrini, da Ludovic Lagarde a Marcel Benabou, da Omar
Calabrase a Jacques Roubaud.
"Il tema delle liste e degli elenchi mi ha sempre appassionato, fin dai
tempi dell'università quando, occupandomi dell'estetica medievale, ho
scoperto che il medioevo era pieno di liste", ha spiegato lo scrittore,
che, oltre alle litanie cattoliche e agli elenchi del barocco, ha
ricordato le moltissime liste presenti nella storia della letteratura,
da Omero a Borges. "Anche nei miei libri figurano spesso le
enumerazioni. Ad esempio, nelle pagine di Diario Minimo avevo scritto la
lunga lista delle armi da regalare a mio figlio perché un giorno
diventasse pacifista. Per non parlare poi dei romanzi, per i quali ho
preparato elenchi infiniti. Ad esempio per il Nome della rosa avevo
stilato le liste dei libri presenti nelle biblioteche medievali, le
liste dei fiori e delle piante, le liste dei nomi e così via".
Eco, che aveva pensato di occuparsi del tema degli
elenchi già all'inizio degli anni Novanta, quando tenne le sue Norton
Lectures ad Harvard, ha ricordato che esistono due tipi di liste, quelle
pratiche e quelle poetiche: "Alle liste pratiche appartengono sia la
lista della spesa che il catalogo della biblioteca. Sono elenchi di cose
che esistono veramente e il cui numero è finito. Le liste poetiche
invece possono anche parlare di cose inesistenti, ma soprattutto devono
suggerire l'idea dell'infinito. Naturalmente, noi possiamo provare a
trasformare le liste pratiche in liste poetiche, come appunto farei io
con l'elenco del telefono".
Ricordando che l'idea della lista infinita nasce proprio
dall'indicibilità della totalità dell'esperienza, Eco ha sottolineato la
difficoltà di trovare esempi di liste nella pittura classica, dato che
il quadro funziona spesso come un limite all'infinito dell'elencazione.
Con qualche eccezione, a cominciare dai quadri di Giovanni Panini,
conservati proprio al Louvre, e da quelli di Pieter Brueghel, come
ricorda nel bel libro-catalogo scritto per la manifestazione parigina,
Vertigine della lista (Bompiani, in libreria in Italia il 7 di ottobre,
ricco di illustrazioni).
L'autore di Opera aperta ha concluso ricordando che le liste sono
sempre un invito alla scoperta e all'immaginazione, come per altro le
visite dei musei: "In fondo, anche un museo come il Louvre è una sorta
di lista aperta, perché non solo non si è mai sicuri di averlo visitato
tutto, ma al suo interno ci si può muovere seguendo percorsi sempre
diversi. Inoltre, le opere d'arte reali c'invitano sempre ad immaginarne
altre possibili. Insomma il museo è una lista sempre viva".
Qualcuno ha poi chiesto a Eco cosa ne pensasse del giudizio sul Louvre
di Pietro Citati, che recentemente lo ha definito "il museo peggiore del
mondo", perché "si può mangiare, comprare libri, passeggiare,
amoreggiare, correre: mai guardare un quadro". "Non sono mai d'accordo
con Citati e lui non è mai d'accordo con me", ha detto Eco.
(©
La Repubblica) |