O Pontifício Conselho para a Cultura do Vaticano realizou, na
última quarta-feira (26), em Roma, um Congresso que teve como tema: “A ciência,
400 anos depois de Galileu Galilei: o valor e a complexidade ética da pesquisa
tecno-científica contemporânea”. O encontro foi promovido em parceria com a
Finmeccanica - Grupo industrial italiano que atua no setor de alta tecnologia em
Espaço aéreo, Defesa e Segurança.
Os trabalhos foram inaugurados pelo cardeal Secretário de Estado, Tarcisio
Bertone. A seguir, houve uma série de conferências, com a participação do padre
George Coyne, jesuíta, diretor emérito do Observatório Vaticano, e do presidente
do Pontifício Conselho para a Cultura, Dom Gianfranco Ravasi.
Em seu pronunciamento, o Cardeal Bertone afirmou que “no passado, alguns
homens da Igreja cometeram erros em relação a Galileu Galilei, devido à
mentalidade da época. Entretanto, o grande cientista italiano foi um homem de
profunda fé cristã”.
O Secretário de Estado acrescentou: “O pensamento volta, mais uma vez, a
Galileu Galilei. Nos últimos anos, houve descobertas que preencheram as lacunas
de eclesiásticos e deram maior destaque à rica personalidade deste cientista.
Ele, com seu telescópio astronômico, chegou à conclusão de que a Terra não era o
centro de todos os movimentos celestes”.
O cardeal Bertone concluiu, dizendo: “O que deveria ser colocado em
evidência, hoje, é que Galileu, homem de ciência, também cultivou com amor sua
fé e suas profundas convicções religiosas. Este homem de fé via a natureza como
um livro, cujo autor era Deus”.
Por outro lado, “o processo da Inquisição contra Galileu foi concluído
efetivamente com uma sentença de condenação, que nunca foi assinada pelo Papa e
sobre a qual houve um grave desacordo entre os Cardeais”, disse, por sua vez, o
arcebispo Gianfranco Ravasi, que acrescentou: Por isso, o Vaticano pretende
voltar a publicar as atas do processo de Galileu Galilei para "refrescar a
memória" daqueles que criticam a Igreja sobre o caso, uma vez que ele "nunca foi
condenado".
Neste sentido, disse o arcebispo, “o envolvimento da Igreja e da reflexão
teológica estará ao centro do tema da evolução biológica”, que voltará, no
próximo ano, por ocasião do segundo centenário de nascimento de Darwin e os 150
anos da “Origem das espécies”.
Por isso, o Pontifício Conselho para a Cultura patrocinará, em março de 2009,
um encontro que unirá “a voz da ciência com as vozes da filosofia e da teologia,
cada uma com a sua dignidade e linguagem”. (MT/Rádio Vaticano)
(©
Oriundi)
Osservatore Romano: "Grazie Galileo"
Il quotidiano vaticano: umanità
e Chiesa devono essergli riconoscenti
Il cardinale Bertone: nella vicenda lacune legate alla mentalità dell'epoca
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Galileo Galilei,
condannato dalla Chiesa nel 1633
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CITTA' DEL VATICANO
Cita il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, l’Osservatore Romano,
per dare il benvenuto all’anno internazionale dell’astronomia. Lo fa tramite
la penna di José G. Funes, gesuita direttore della Specola Vaticana, che
ricorda come, nel romanzo dell’aviatore francese, le stelle siano “problemi
per i sapienti”. «Credo- scrive il quotidiano vaticano- che il piccolo
principe sarebbe felice di sapere che il 2009 sarà l'Anno internazionale
dell'astronomia, dichiarato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per
celebrare il quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni
astronomiche che Galileo Galilei realizzò nel 1609 puntando il suo
cannocchiale verso il cielo su iniziativa dell'Unione internazionale di
astronomia - della quale la Santa Sede fa parte come Stato membro dal 1932 -
e dell'Unesco».
L’apertura dell’Osservatore Romano arriva nel giorno in cui il cardinale
Tarcisio Bertone definisce Galileo «un uomo di fede che vedeva la natura
come un libro il cui autore è Dio» e ammette le «lacune di uomini di Chiesa
legati alla mentalità dell'epoca» che «hanno permesso al tempo stesso di far
risaltare la ricca personalità di questo scienziato che con il cannocchiale
astronomico scoprì che la Terra non è il centro di tutti i movimenti
celesti. Quel che mi pare debba essere sottolineato - ha detto Bertone - è
che Galileo, uomo di scienza, ha pure coltivato con amore la sua fede e le
sue profonde convinzioni religiose». «L'astronomia ha avuto un ruolo di
rilievo in quasi tutte le culture, ispirando le domande più profonde
dell'uomo- scrive Padre Funes, dottorato in Astronomia all'università di
Padova e autore di numerose ricerche sui dischi delle galassie-. Dal canto
suo, la Chiesa ha sempre compreso l'importanza di questa scienza,
incoraggiandola e promuovendola».
Ieri, sul tema, era tornato anche Monsignor Ravasi, presidente del
Pontificio consiglio per la cultura: «Auspico che l’Archivio segreto
vaticano ripubblichi integralmente tutti i materiali inerenti al processo a
Galileo Galilei supportati da un opportuno commento ermeneutico». In
riferimento alla vicenda del grande scienziato, Ravasi ha anche aggiunto:
«abbiamo recitato tutti nostri mea culpa, lo dico pensando a Giovanni Paolo
II, ora dobbiamo guardare al futuro con ottimismo».
Un futuro che l’Osservatore Romano non slega dal passato. «Penso- conclude
il suo intervento Funes- che il caso Galileo non si potrà mai chiudere in un
modo soddisfacente tutti. Io credo che l’umanità e la Chiesa debbano
essergli riconoscenti per il suo impegno a favore del copernicanesimo e
della Chiesa stessa. La Chiesa in qualche modo ha riconosciuto i suoi
sbagli. Forse - aggiunge- si poteva fare meglio: sempre si può far meglio».
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La Stampa Web)
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