Berlim, 20 nov (EFE) - O famoso calendário Pirelli virá em 2009
mais verde do que nunca, já que, além de exibir beldades
seminuas, apresentará boas doses da flora e fauna africanas, com
um pouco de mensagem ambiental. O delta de Okawango, em
Botsuana, é um dos cenários escolhidos pelo fotógrafo americano
Peter Beard para o calendário, apresentado hoje no luxuoso hotel
Adlon de Berlim, junto ao Portão de Brandemburgo.
Beard, que morou 23 anos na África, homenageia assim o
continente negro e faz suas beldades posarem junto a elefantes,
serpentes e leões.
"É o melhor calendário que já vi", disse o presidente da
Pirelli, Marco Tronchetti Provera, sobre a edição correspondente
ao ano 2009, da qual serão editados 35 mil exemplares.
Trata-se da edição número 36 de "The Cal", como chamam os que
conhecem o mais famoso calendário do mundo, que é distribuído
entre a elite dos melhores clientes ou fornecedores da marca de
pneus, mais outras celebridades. EFE
(© G1)
Pirelli, set africano
per il calendario 2009
Le modelle ritratte in Botswana tra animali selvaggi e
natura incontaminata
BERLINO - L’edizione 2009 del
Calendario Pirelli, oggetto di culto da oltre 40 anni per
gli amanti della fotografia, della bellezza e
dell’evoluzione del costume, è stata presentata oggi in
anteprima mondiale a Berlino presso «The Station», l’antica
stazione ferroviaria che a fine ’800 collegava la capitale
con Dresda, Vienna e Praga. La cornice del 36simo «The Cal»
sono i paesaggi del Botswana, dove nel maggio scorso il
celebre fotografo Peter Beard ha immortalato per dieci
giorni sette modelle di fama internazionale.
Beard, che ha vissuto in Kenya per trent’anni, è uno dei più
grandi interpreti mondiali del mistero e del fascino
dell’Africa. Dopo la Cina, illustrata da Patrick
Demarchelier accostando le atmosfere delle antiche case da
tè alla modernità delle metropoli d’Oriente, il Calendario
Pirelli si sposta in uno dei pochi luoghi dell’Africa ancora
incontaminati e selvaggi, non tormentati dalle guerre e con
la più alta concentrazione di animali. L’occhio di Peter
Beard ha scelto una terra autentica e ancestrale, che nasce
dalla contrapposizione tra due mondi diversi: l’oasi
acquatica del delta dell’Okavango e la distesa arida e
sabbiosa del deserto del Kalahari. Un luogo che nel tempo
non ha subito lo sfruttamento del territorio nè
l’impoverimento delle risorse, nel quale l’autore ha voluto
rappresentare la natura come entità metafisica sempre in
movimento, fonte di infinita creatività, entro i cui ritmi e
le cui leggi ogni cosa deve avere inizio e fine.
Una natura descritta come possente e al tempo stesso ferita,
con una visione armonica dell’ambiente che si richiama al
filone naturalistico statunitense del XIX secolo. Attraverso
l’obiettivo di Beard, la natura lancia un grido rabbioso e
si ribella all’incapacità dell’uomo di coniugare lo sviluppo
e la crescita con la saggezza e il rispetto di tutte le
diversità. In questo contesto vivono faticosamente gli
elefanti, veri protagonisti di questa edizione di The Cal,
ormai relegati in spazi sempre più ristretti. Gli elefanti
come metafora del genere umano e l’Africa come metafora di
un mondo devastato che deve ritrovare l’armonia perduta.
Beard non concede alcun privilegio agli uomini, poichè
ritiene che anche loro, al pari degli altri animali, debbano
rispettare gli equilibri naturali. Immagina per tutti un
destino amaro: vivere in un ambiente reso sempre più
inospitale da uno sviluppo miope e selvaggio, nel quale la
qualità della vita peggiora progressivamente e deve fare i
conti con una natura che si ribella. L’unica speranza è la
bellezza.
Beard ritiene che la chiave della salvezza del genere umano
sia proprio la sua costante ricerca della verità e del
bello. Le donne di Beard, generatrici di vita, sono l’inizio
del tutto e la loro grazia continua a preservarsi. Si
presentano come figure partorite dal grembo della Natura,
eroiche, cariche di forza, segnate nei tratti e forti nei
movimenti, statue, simbolo della creatività e della capacità
della Natura di rigenerarsi. «Only beauty can save the
world», è il messaggio degli scatti del nuovo Calendario
Pirelli, richiamando il pensiero di Fedor Dostoevskij. Le
sette modelle protagoniste sono la canadese Daria Werbowy,
le brasiliane Emanuela de Paula e Isabeli Fontana (che
esordì nel Calendario 2005 di Patrick Demarchelier), le
olandesi Lara Stone e Rianne Ten Haken, la polacca Malgosia
Bela e l’italiana Mariacarla Boscono (che debuttò nel 2003
con Bruce Weber e continuò nel 2004 con il Calendario di
Knick Knight).
Il risultato finale è un calendario-diario definito dallo
stesso Peter Beard «una scultura vivente«. Le 56 tavole del
nuovo The Cal sono un collage denso di immagini, citazioni,
osservazioni dell’artista sull’ambiente, i cambiamenti
climatici e il riscaldamento terrestre, la sovrappopolazione
del globo e l’impoverimento delle risorse naturali. «La mia
vera preoccupazione - racconta l’artista - è la distruzione
della natura a livello globale. Abbiamo dimenticato
totalmente su cosa si basa l’evoluzione e quanto sia
importante la diversità in natura. È il concetto alla base
della sopravvivenza». Durante le fasi di realizzazione e
produzione del Calendario sono stati adottati degli
accorgimenti atti a contenere l’impatto ambientale.
In linea con il messaggio espresso dal fotografo Peter
Beard, anche il Calendario Pirelli e la serata di Gala
legata alla presentazione dell’edizione 2009 saranno a
Impatto Zero. Aderendo al progetto di LifeGate, Pirelli
contribuirà alla creazione e tutela di un’area forestale in
Costa Rica in grado di assorbire le emissioni di CO2
generate dall’attività di produzione e stampa del Calendario
e dall’evento di presentazione. Inoltre, il Calendario verrà
stampato su carta porosa naturale e non contenente piombo.
(©
La Stampa Web)
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