ROMA (AFP) — O prefeito de Roma, Walter Veltroni, de 52 anos, foi eleito chefe do novo Partido Democrata (PD), com 74,6% dos votos, nas primárias organizadas neste domingo, de acordo com as primeiras projeções dos organizadores. Os simpatizantes da esquerda italiana foram em massa às urnas designar o líder do PD, durante primárias nas quais o grande favorito era Veltroni, visto como rival de Romano Prodi. Segundo a última projeção dos organizadores do processo eleitoral, três milhões de pessoas foram às urnas até as 18h GMT, um número considerado "extraordinário". Os postos de votação estavam programados para fechar nesse horário, mas alguns permaneceram abertos para permitir que todos que ainda estavam na fila pudessem participar. "É um dia fantástico para a democracia italiana. Decidimos fazer nascer um partido por meio das primárias, uma opção absolutamente original e única na história da política européia", declarou Veltroni, que votou em Roma. O chefe do governo, Romano Prodi, de 68 anos, que votou em seu feudo na Bolonha (norte), comentou que seus colegas europeus de esquerda se declararam "muito interessados na experiência italiana: ir mais além dos partidos tradicionais sem desautorizá-los". Os simpatizantes de esquerda, que pagaram um euro simbólico e podiam escolher entre cinco candidatos, também foram eleger os 2.400 membros da assembléia constituinte do novo partido, nascido da fusão dos Democratas de Esquerda, surgido do Partido Comunista, com La Margarita (católicos de esquerda). Estas primárias são as segundas realizadas na Itália, depois das de 2005, que consagraram Romano Prodi como líder da oposição a Silvio Berlusconi. Enquanto o governo de Prodi se apoiar em uma coalizão de 12 partidos, o objetivo desta fusão é reduzir o desgaste das forças de centro-esquerda.
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Pd, Veltroni arriva al 75,7%Al 70% dello spoglio delle schedeProcede lo scrutinio delle primarie per il Partito Democratico: a due terzi delle operazioni Veltroni si assesta al 75,7%. Al secondo posto Rosy Bindi con il 13,94% e poi Enrico Letta con il 10,1%. A Mario Adinolfi va lo 0,14% dei consensi e a Piergiorgio Gawronsky lo 0,06%. Oltre al segretario del Pd i più di 3 milioni e 300 mila elettori hanno anche eletto i 2400 componenti dell'assemblea costituente. Diversi i motivi della lentezza della diffusione dei dati definitivi. Innanzitutto, come ha sottolineato Antonello Soro, le 70.000 persone che hanno lavorato alle primarie ''sono tutti volontari e non funzionari del ministero dell'Interno''. In alcuni casi gli scrutatori, avendo iniziato la giornata alle 5 di mattina, dopo aver spedito il verbale cartaceo all'ufficio regionale a notte inoltrata, sono andati a dormire, non caricando immediatamente i dati sul sistema elettronico Intranet messo in piedi dal Comitato organizzatore. ''Siamo stati troppo ottimisti'', ha ammesso Mario Barbi.
La seconda difficolta', ma la prima in ordine cronologico, e' stato lo spoglio stesso. ''C'e' stato il 10% delle schede annullato'', ha riferito Vittoria Franco. E a ciascun seggio si e' discusso nello stabilire se considerare nulle o meno alcune schede. Il regolamento prescriveva che sulla scheda il cittadino potesse mettere un solo segno, sulla lista prescelta. Molti hanno invece segnato sia la lista che il candidato alla segreteria nazionale ad essa collegato.
E' stato adottato il principio in vigore anche per le elezioni politiche, in base al quale una scheda e' valida quando e' chiara l'intenzione dell'elettore. ''Ma alcuni - ha raccontato ancora Vittoria Franco - hanno segnato tutte e tre le liste a sostegno di Veltroni''. In quel caso la scheda e' stata annullata. Ma lo scrutinio e' stato laborioso. E la vicenda delle schede nulle non e' destinata a chiudersi, come lasciano intendere le parole di Renato Soru, uscito sconfitto da Antonello Cabras nella corsa alla segretaria regionale della Sardegna: ''Mi sento moralmente e politicamente il vincitore perche' sono piu' i sardi che hanno votato per me: la differenza dei voti con Cabras e' inferiore al numero delle schede annullate, tutte a mio favore''.
Fibrillazioni di questo tipo si registrano in Campania con una diffusione dei dati giudicata ''esasperante'' da Sandro De Franciscis, il candidato alla segreteria regionale sostenuto dai rutelliani. Tanto che il vicepremier si e' detto ''molto preoccupato'' per le procedure ''quanto meno scombinate''. Ha risposto l'Ufficio regionale per le primarie, l'Utar, assicurando Rutelli sulla ''regolarita' e solerzia'' delle operazioni. Nella quali al momento risulta in testa il candidato ''ufficiale'' sostenuto da Ds e Dl, Tino Iannuzzi. Il candidato sostenuto dai due partiti ha perso invece in Piemonte, aprendo un caso politico. Gianluca Susta, sostenuto dalle segreterie nazionali nonche' da Sergio Chiamparino e Mercedes Bresso, ha ceduto di fronte a Gianfranco Morgando, sostenuto dalla base dei due partiti.
Il Pd vuole essere federale e questa e' la prima prova per dimostra questa sua vocazione. Il problema a livello nazionale nasce dal fatto che, nel patto tra i Ds e i popolari, c'era un solo segretario regionale rutelliano, appunto Susta. I ''coraggiosi'' quindi ora non hanno nessun segretario regionale. In attesa dei dati ufficiali, le diverse componenti mostrano i muscoli. I ''coraggiosi'' di Rutelli, esulta Renzo Lusetti, avranno almeno 230 delegati in Assemblea. Fonti popolari dicono che ne avranno circa 550-600, mentre Ermete Realacci indica in 100 il numero dei delegati ambientalisti.
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