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Cerca de 1.000 pessoas, algumas gritando
"vergonha, vergonha, vergonha", participaram
neste domingo em uma praça de Roma do
funeral de
Piergiorgio Welby |
Por Philip PullellaROMA
(Reuters) - Cerca de 1.000 pessoas, algumas gritando "vergonha,
vergonha, vergonha", participaram neste domingo em uma praça de Roma do
funeral de um homem que não teve serviço religioso católico porque ele
pediu para morrer.
O Papa Bento 16 entrou no debate sobre a morte de Piergiorgio Welby,
condenando a eutanásia e dizendo que a vida é sagrada até o seu
"crepúsculo natural".
Welby morreu na quarta-feira, depois de receber sedativos e ser
desconectado do aparelho de respiração que o manteve vivo durante anos.
Ele era vítima de distrofia muscular avançada.
O funeral do homem de 60 anos, que defendia a eutanásia com
eloquência, foi realizado na frente da paróquia onde sua família,
principalmente sua religiosa mãe, queriam fazer o serviço religioso.
Alguns participantes gritaram "vergonha, vergonha, vergonha" para
protestar contra a decisão da Igreja de negar-lhe um funeral religioso.
O padre local era a favor de um serviço religioso, mas foi proibido
pelo vicariato de Roma, o escritório do bispo, que afirmou que Welby
repetiu muitas vezes seu desejo de morrer, o que é contra a doutrina
católica.
Muitas pessoas na Itália, incluindo alguns católicos, condenaram a
decisão, que disseram ser insensível.
Em discurso no Vaticano na Véspera de Natal, no momento em que o
funeral estava terminando no outro lado de Roma, o Papa Bento 16
ressaltou a posição da Igreja sobre eutanásia.
"O nascimento de Cristo nos ajuda a entender quanto valor tem a vida
humana, a vida de cada ser humano, de seu primeiro instante até o seu
por do sol natural", disse ele a peregrinos e turistas reunidos na Praça
de São Pedro para ver sua bênção semanal.
"DEIXEM-ME MORRER"
Welby estava confinado à cama e se comunicava através de um
computador que interpretava os movimentos dos seus olhos. Durante meses
ele pediu para morrer.
A multidão que participou do funeral aplaudiu os discursos das
pessoas que apoiaram seu direito a morrer, inclusive sua mulher, Mina, e
a ex-comissária Européia, Emma Bonino. O caixão foi levado para
cremação.
"A posição do Vaticano parece incompreensível e desprovida de
misericórdia humana", disse Gavino Angius, senador do maior partido da
coalizão de centro-esquerda.
"Isso nos deixa perplexos. Estamos no Natal. Não acho que Jesus teria
apreciado uma decisão como esta", disse ele a repórteres no funeral.
Uma italiana disse que foi à missa na igreja do bairro antes do
funeral e recusou-se a receber a comunhão, em protesto contra a decisão
da Igreja. Ela foi ao funeral para demonstrar seu apoio a Welby.
O médico Mario Riccio, que desligou o respirador depois de dar
sedativos a Welby, disse à Reuters que rejeita ter feito eutanásia, que
é ilegal na Itália e que poderia dar-lhe entre 10 a 15 anos de prisão.
Um político pediu a prisão de Riccio por assassinato.
Somente Suíça, Holanda, Bélgica e o Estado norte-americano de Oregon
permitem o suicídio assistido para doentes terminais.
(Reportagem adicional de Max Rossi e Antonio Denti)
(©
UOL Últimas Notícias)
Funerali laici per Welby. La folla grida
«vergogna» Sono tante le persone, accorse in piazza per il funerale di
Piergiorgio, che si domandano ad alta voce per quale motivo il vicariato
di Roma non abbia concesso i funerali religiosi ad un uomo che ha
sofferto e pazientato per 40 anni
ROMA – Un lungo e sommesso applauso ha accolto
l'arrivo del feretro in Piazza San Giovanni Bosco di Piergiorgio Welby.
Accompagnato da Marco Pannella e Marco Cappato ed atteso dalla moglie
Mina, Piergiorgio Welby è arrivato in una piazza gremita di persone che
pur nella mattina della vigilia di Natale hanno voluto portare la
propria solidarietà e il proprio saluto ad un uomo che, si sente dire
tra la folla, «ha sofferto tanto e non ha avuto neanche il permesso di
avere un funerale religioso».
La bara portata in spalla da alcuni amici e militanti radicali è stata
adagiata sul palco, tra gli applausi delle centinaia di persone giunte
in piazza.
Sono tante le persone, accorse in piazza per il funerale di Piergiorgio
Welby, che gridano «vergogna» e che si domandano ad alta voce per quale
motivo il vicariato di Roma non abbia concesso i funerali religiosi ad
un uomo che ha sofferto e pazientato per 40 anni. Come per paradosso
proprio mentre le persone si indignano da lontano si sentono suonare le
campane di una chiesa.
Da pochi minuti gli altoparlanti hanno iniziato a diffondere musica
classica mentre i tecnici lavorano alacremente sotto il palco per
allestire il catafalco sul quale sarà adagiata la bara. Intanto è
arrivato in piazza il verde Paolo Cento, «una presenza – ha detto – che
è un atto di solidarietà umana e di impegno politico». «Sono qui perchè
conosco bene la malattia di cui è morto Piero Welby – dice una donna
giunta per il funerale – da poco ho perso mio marito nello stesso modo.
Lui ha avuto la sola fortuna di morire in quattro mesi. Sono qui per
solidarietà e prchè voglio che la ricerca vada avanti».
«Sono stata alla messa dei fanciulli, questa mattina alle 9:30. E ho
detto al sacerdote: ma che state facendo?, come vi state comportando?
Oggi ho rifiutato l'eucarestia: quello che hanno fatto a Welby è
incredibile». Così una signora anziana, parrocchiana della chiesa San
Giovanni Bosco, uscendo dalla messa si unisce al coro di indignazione
che ha caratterizzato l’arrivo in piazza della bara. «Vergognatevi,
vergognatevi», così un’altra donna commenta, mentre applaude l’arrivo
della salma di Welby, la decisione della curia romana di non consentire
i funerali religiosi.
La grande chiesa di San Giovanni Bosco è a poche decine di metri dal
palco su cui sono stati montati gli altoparlanti che diffondono Le
Quattro Stagioni di Vivaldi, una delle musiche preferite da Welby. Molte
persone dopo aver assistito alla messa delle 9:30 si stanno riversando
in piazza per partecipare al funerale laico.
DON FARINELLA CELEBRA MESSA PER WELBY A GENOVA
Don Paolo Farinella, sacerdote impegnato in tante battaglie che lo hanno
visto spesso in contrasto con la gerarchia ecclesiastica, celebra
insieme alla sua comunità una messa per Piergiorgio Welby nella Chiesa
di San Torpete, nel centro storico di Genova. In un comunicato diffuso
dallo stesso don Farinella, il sacerdote afferma: “Celebreremo la Messa
per Giorgio Welby e lo innesteremo nella immensa e infinita misericordia
di Dio attraverso la misteriosa riserva che per Ebrei e Cristiani si
chiama 'merito dei Padri e delle Madrì. Celebreremo l’Eucaristia per
ringraziare il Signore di averlo già accolto nella casa della sua
Paternità. Noi credenti sappiamo e crediamo che sulla croce è morto Gesù
che ha abbracciato tutti senza escludere nessuno”. La decisione del
prete genovese è in contrasto con la scelta del Vicariato di Roma di non
concedere le esequie religiose a Welby perchè, “a differenza dai casi di
suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena
avvertenza e deliberato consenso - affermava una nota del Vicariato -
era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà
del dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con
la dottrina cattolica”.
(©
La Gazzetta del Mezzogiorno)
Mina Welby: «mi sento ferita
dalla posizione della Chiesa»
ROMA - “Mi sento ferita e quello che provo
in questo momento è soltanto dolore”. E’ quanto rivela Mina
Welby, in un’intervista concessa al «Tempo» prima dei funerali
del marito, che non si sono potuti svolgere in chiesa per la
mancata autorizzazione da parte del Vicariato. “Nessuna
polemica, ho detto a tutti di rimanere pacati”, afferma la
moglie di Piergiorgio Welby e aggiunge: “Io non sto pensando
alla mia condizione. Penso alla madre di Piero: ha quasi 87 anni
ed è una fervente cattolica. Io ho ingoiato un rospo amaro,
quando ho saputo che non avremmo potuto celebrare i funerali in
chiesa; ma lei non merita di sopportare questo sacrificio”.
Mina ricorda che il marito “era un credente. Era laico ma aveva
tutti i sacramenti: è stato battezzato, si è cresimato e noi ci
siamo sposati in una chiesa, il che significa dire che stiamo
parlando di un credente”. Poi annuncia: “Il suo corpo sarà
cremato e le ceneri saranno gettate nel canale di Maccarese:
quel canale dove andavamo sempre, appena avevamo un momento
libero”.
(©
La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il racconto del medico: non è
stata eutanasia
ROMA – A raccontare gli ultimi istanti di
Piergiorgio Welby, da quarant'anni malato di distrofia muscolare
e da nove attaccato ad un respiratore, morto alle 23:40 del 20
dicembre, sono stati giovedì scorso in una conferenza stampa
alla Camera, Marco Pannella, il presidente dell’associazione
Luca Coscioni, Marco Cappato, il Ministro Emma Bonino, la
sorella di Welby, Carla, il presidente dei Radicali Rita
Bernardini e il dottor Mario Riccio che lo ha aiutato a morire.
Molti di loro, hanno vissuto accanto a lui quei momenti,
trascorso quella notte in casa Welby. Ed hanno assicurato di non
temere nulla, «perché tutto è stato fatto – ha detto Cappato -
nel rispetto della legalità e della Costituzione».
«In termini giuridici – ha spiegato – pensiamo, ci auguriamo e
crediamo che sia doveroso che non accada nulla. Riteniamo, sul
piano della scienza medica e della scienza e pratica giuridica,
di aver fatto tutto quanto era ragionevolmente possibile e
doveroso per rispettare la Costituzione e la legge nel nostro
paese».
A spiegare gli aspetti tecnici è stato Riccio: «Welby è morto
per arresto cardiorespiratorio», ha detto. «Ho parlato a lungo
con Welby – ha detto ancora – lui mi ha confermato la sua
volontà di interrompere la terapia ventilatoria e che ciò
avvenisse in corso di sedazione. È questo che ho fatto: ho
interrotto una terapia; la pianificazione e l’eventuale
interruzione delle cure è una cosa che avviene quotidianamente
in tutti gli ospedali italiani». Nulla a che vedere con
l'eutanasia che, ha assicurato, «significa piuttosto intervenire
con un gesto attivo, teso volontariamente ad interrompere la
vita del paziente iniettando una sostanza letale». Per questo,
Riccio ha spiegato di essere, certo di aver agito «nell’ambito
di un percorso medico, giuridico ed etico legale. Anche nella
sentenza del tribunale civile di Roma, del resto, è riconosciuto
il diritto alla sospensione della terapia».
Tutto questo «rispettando la volontà di Welby – ha detto
Pannella – di conquistare una morte naturale, senza
accanimento».
(©
La Gazzetta del Mezzogiorno)
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