Retornar ao índice ItaliaOggi

 

Notizie d'Italia

 

Papa condena eutanásia e multidão critica Igreja em funeral

24/12/2006

Cerca de 1.000 pessoas, algumas gritando "vergonha, vergonha, vergonha", participaram neste domingo em uma praça de Roma do funeral de Piergiorgio Welby


Por Philip Pullella

ROMA (Reuters) - Cerca de 1.000 pessoas, algumas gritando "vergonha, vergonha, vergonha", participaram neste domingo em uma praça de Roma do funeral de um homem que não teve serviço religioso católico porque ele pediu para morrer.

O Papa Bento 16 entrou no debate sobre a morte de Piergiorgio Welby, condenando a eutanásia e dizendo que a vida é sagrada até o seu "crepúsculo natural".

Welby morreu na quarta-feira, depois de receber sedativos e ser desconectado do aparelho de respiração que o manteve vivo durante anos. Ele era vítima de distrofia muscular avançada.

O funeral do homem de 60 anos, que defendia a eutanásia com eloquência, foi realizado na frente da paróquia onde sua família, principalmente sua religiosa mãe, queriam fazer o serviço religioso.

Alguns participantes gritaram "vergonha, vergonha, vergonha" para protestar contra a decisão da Igreja de negar-lhe um funeral religioso.

O padre local era a favor de um serviço religioso, mas foi proibido pelo vicariato de Roma, o escritório do bispo, que afirmou que Welby repetiu muitas vezes seu desejo de morrer, o que é contra a doutrina católica.

Muitas pessoas na Itália, incluindo alguns católicos, condenaram a decisão, que disseram ser insensível.

Em discurso no Vaticano na Véspera de Natal, no momento em que o funeral estava terminando no outro lado de Roma, o Papa Bento 16 ressaltou a posição da Igreja sobre eutanásia.

"O nascimento de Cristo nos ajuda a entender quanto valor tem a vida humana, a vida de cada ser humano, de seu primeiro instante até o seu por do sol natural", disse ele a peregrinos e turistas reunidos na Praça de São Pedro para ver sua bênção semanal.

"DEIXEM-ME MORRER"

Welby estava confinado à cama e se comunicava através de um computador que interpretava os movimentos dos seus olhos. Durante meses ele pediu para morrer.

A multidão que participou do funeral aplaudiu os discursos das pessoas que apoiaram seu direito a morrer, inclusive sua mulher, Mina, e a ex-comissária Européia, Emma Bonino. O caixão foi levado para cremação.

"A posição do Vaticano parece incompreensível e desprovida de misericórdia humana", disse Gavino Angius, senador do maior partido da coalizão de centro-esquerda.

"Isso nos deixa perplexos. Estamos no Natal. Não acho que Jesus teria apreciado uma decisão como esta", disse ele a repórteres no funeral.

Uma italiana disse que foi à missa na igreja do bairro antes do funeral e recusou-se a receber a comunhão, em protesto contra a decisão da Igreja. Ela foi ao funeral para demonstrar seu apoio a Welby.

O médico Mario Riccio, que desligou o respirador depois de dar sedativos a Welby, disse à Reuters que rejeita ter feito eutanásia, que é ilegal na Itália e que poderia dar-lhe entre 10 a 15 anos de prisão.

Um político pediu a prisão de Riccio por assassinato.

Somente Suíça, Holanda, Bélgica e o Estado norte-americano de Oregon permitem o suicídio assistido para doentes terminais.

(Reportagem adicional de Max Rossi e Antonio Denti)

(© UOL Últimas Notícias)


Funerali laici per Welby. La folla grida «vergogna»

Sono tante le persone, accorse in piazza per il funerale di Piergiorgio, che si domandano ad alta voce per quale motivo il vicariato di Roma non abbia concesso i funerali religiosi ad un uomo che ha sofferto e pazientato per 40 anni

ROMA – Un lungo e sommesso applauso ha accolto l'arrivo del feretro in Piazza San Giovanni Bosco di Piergiorgio Welby. Accompagnato da Marco Pannella e Marco Cappato ed atteso dalla moglie Mina, Piergiorgio Welby è arrivato in una piazza gremita di persone che pur nella mattina della vigilia di Natale hanno voluto portare la propria solidarietà e il proprio saluto ad un uomo che, si sente dire tra la folla, «ha sofferto tanto e non ha avuto neanche il permesso di avere un funerale religioso».
La bara portata in spalla da alcuni amici e militanti radicali è stata adagiata sul palco, tra gli applausi delle centinaia di persone giunte in piazza.

Sono tante le persone, accorse in piazza per il funerale di Piergiorgio Welby, che gridano «vergogna» e che si domandano ad alta voce per quale motivo il vicariato di Roma non abbia concesso i funerali religiosi ad un uomo che ha sofferto e pazientato per 40 anni. Come per paradosso proprio mentre le persone si indignano da lontano si sentono suonare le campane di una chiesa.

Da pochi minuti gli altoparlanti hanno iniziato a diffondere musica classica mentre i tecnici lavorano alacremente sotto il palco per allestire il catafalco sul quale sarà adagiata la bara. Intanto è arrivato in piazza il verde Paolo Cento, «una presenza – ha detto – che è un atto di solidarietà umana e di impegno politico». «Sono qui perchè conosco bene la malattia di cui è morto Piero Welby – dice una donna giunta per il funerale – da poco ho perso mio marito nello stesso modo. Lui ha avuto la sola fortuna di morire in quattro mesi. Sono qui per solidarietà e prchè voglio che la ricerca vada avanti».

«Sono stata alla messa dei fanciulli, questa mattina alle 9:30. E ho detto al sacerdote: ma che state facendo?, come vi state comportando? Oggi ho rifiutato l'eucarestia: quello che hanno fatto a Welby è incredibile». Così una signora anziana, parrocchiana della chiesa San Giovanni Bosco, uscendo dalla messa si unisce al coro di indignazione che ha caratterizzato l’arrivo in piazza della bara. «Vergognatevi, vergognatevi», così un’altra donna commenta, mentre applaude l’arrivo della salma di Welby, la decisione della curia romana di non consentire i funerali religiosi.
La grande chiesa di San Giovanni Bosco è a poche decine di metri dal palco su cui sono stati montati gli altoparlanti che diffondono Le Quattro Stagioni di Vivaldi, una delle musiche preferite da Welby. Molte persone dopo aver assistito alla messa delle 9:30 si stanno riversando in piazza per partecipare al funerale laico.


DON FARINELLA CELEBRA MESSA PER WELBY A GENOVA
Don Paolo Farinella, sacerdote impegnato in tante battaglie che lo hanno visto spesso in contrasto con la gerarchia ecclesiastica, celebra insieme alla sua comunità una messa per Piergiorgio Welby nella Chiesa di San Torpete, nel centro storico di Genova. In un comunicato diffuso dallo stesso don Farinella, il sacerdote afferma: “Celebreremo la Messa per Giorgio Welby e lo innesteremo nella immensa e infinita misericordia di Dio attraverso la misteriosa riserva che per Ebrei e Cristiani si chiama 'merito dei Padri e delle Madrì. Celebreremo l’Eucaristia per ringraziare il Signore di averlo già accolto nella casa della sua Paternità. Noi credenti sappiamo e crediamo che sulla croce è morto Gesù che ha abbracciato tutti senza escludere nessuno”. La decisione del prete genovese è in contrasto con la scelta del Vicariato di Roma di non concedere le esequie religiose a Welby perchè, “a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso - affermava una nota del Vicariato - era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica”.

(© La Gazzetta del Mezzogiorno)


Mina Welby: «mi sento ferita dalla posizione della Chiesa»

ROMA - “Mi sento ferita e quello che provo in questo momento è soltanto dolore”. E’ quanto rivela Mina Welby, in un’intervista concessa al «Tempo» prima dei funerali del marito, che non si sono potuti svolgere in chiesa per la mancata autorizzazione da parte del Vicariato. “Nessuna polemica, ho detto a tutti di rimanere pacati”, afferma la moglie di Piergiorgio Welby e aggiunge: “Io non sto pensando alla mia condizione. Penso alla madre di Piero: ha quasi 87 anni ed è una fervente cattolica. Io ho ingoiato un rospo amaro, quando ho saputo che non avremmo potuto celebrare i funerali in chiesa; ma lei non merita di sopportare questo sacrificio”.
Mina ricorda che il marito “era un credente. Era laico ma aveva tutti i sacramenti: è stato battezzato, si è cresimato e noi ci siamo sposati in una chiesa, il che significa dire che stiamo parlando di un credente”. Poi annuncia: “Il suo corpo sarà cremato e le ceneri saranno gettate nel canale di Maccarese: quel canale dove andavamo sempre, appena avevamo un momento libero”.

(© La Gazzetta del Mezzogiorno)


Il racconto del medico: non è stata eutanasia

ROMA – A raccontare gli ultimi istanti di Piergiorgio Welby, da quarant'anni malato di distrofia muscolare e da nove attaccato ad un respiratore, morto alle 23:40 del 20 dicembre, sono stati giovedì scorso in una conferenza stampa alla Camera, Marco Pannella, il presidente dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, il Ministro Emma Bonino, la sorella di Welby, Carla, il presidente dei Radicali Rita Bernardini e il dottor Mario Riccio che lo ha aiutato a morire. Molti di loro, hanno vissuto accanto a lui quei momenti, trascorso quella notte in casa Welby. Ed hanno assicurato di non temere nulla, «perché tutto è stato fatto – ha detto Cappato - nel rispetto della legalità e della Costituzione».
«In termini giuridici – ha spiegato – pensiamo, ci auguriamo e crediamo che sia doveroso che non accada nulla. Riteniamo, sul piano della scienza medica e della scienza e pratica giuridica, di aver fatto tutto quanto era ragionevolmente possibile e doveroso per rispettare la Costituzione e la legge nel nostro paese».
A spiegare gli aspetti tecnici è stato Riccio: «Welby è morto per arresto cardiorespiratorio», ha detto. «Ho parlato a lungo con Welby – ha detto ancora – lui mi ha confermato la sua volontà di interrompere la terapia ventilatoria e che ciò avvenisse in corso di sedazione. È questo che ho fatto: ho interrotto una terapia; la pianificazione e l’eventuale interruzione delle cure è una cosa che avviene quotidianamente in tutti gli ospedali italiani». Nulla a che vedere con l'eutanasia che, ha assicurato, «significa piuttosto intervenire con un gesto attivo, teso volontariamente ad interrompere la vita del paziente iniettando una sostanza letale». Per questo, Riccio ha spiegato di essere, certo di aver agito «nell’ambito di un percorso medico, giuridico ed etico legale. Anche nella sentenza del tribunale civile di Roma, del resto, è riconosciuto il diritto alla sospensione della terapia».
Tutto questo «rispettando la volontà di Welby – ha detto Pannella – di conquistare una morte naturale, senza accanimento».

(© La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

Publicidade

Pesquise no Site ou Web

Google
Web ItaliaOggi

Notizie d'Italia | Gastronomia | Migrazioni | Cidadania | Home ItaliaOggi