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Papa recebe presidente da Itália
pela primeira vez |
21/11/2006
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O presidente da
Itália, Giorgio Napolitano, em sua primeira
visita ao Vaticano |
O papa Bento XVI recebeu ontem
no Vaticano pela primeira vez o presidente da Itália, Giorgio
Napolitano, acompanhado por uma ampla delegação, da qual fez parte o
chanceler, Massimo DAlema. O pontífice afirmou que espera que a
"colaboração" entre Estado e Igreja "possa seguir desenvolvendo-se
concretamente". "Igreja e Estado, apesar de totalmente diferentes,
são ambos chamados, segundo sua respectiva missão e com os próprios
fins, a servir ao homem", disse Bento XVI.
O papa recebeu Napolitano na sala do Trono do Palácio Apostólico
vaticano. O encontro privado durou cerca de 25 minutos e depois os
dois ingressaram na biblioteca do apartamento papal para se reunir
com a esposa do presidente, o chanceler Massimo DAlema e o restante
da delegação italiana.
"Existem escolhas que pertencem à esfera das decisões do Estado, a
responsabilidade e a autonomia da política. Mas advertimos como
exigência forte e essencial o chamado a este fundamento ético da
política, que é parte do patrimônio da civilização ocidental e se
coloca entre os autênticos valores de nosso tempo", salientou o
presidente da República italiana.
Após a visita no Palácio Apostólico, a delegação italiana visitaria
o túmulo do apóstolo Pedro dentro da Basílica de São Pedro, que
permaneceu fechada hoje ao público, enquanto fortes medidas de
segurança foram impostas em toda a região do Vaticano.
(©
Agência Estado)
È la prima udienza di un
presidente della Repubblica ex comunista. Il colloquio privato è
durato 25 minuti. Benedetto XVI: "Non siamo un agente politico,
collaborazione per il bene comune". Il presidente: "Non c'è politica
senza valori spirituali, ma alcune scelte appartengono allo Stato"
"Signora, tanti auguri". Così il Papa, con due calorosissime strette
di mano", si è congedato dal presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e dalla moglie, signora Clio, al termine della visita
della coppia presidenziale. Adesso il presidente sarà ricevuto dal
segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. La "collaborazione"
tra Stato e Chiesa "possa continuare a svilupparsi concretamente".
Con queste parole il Papa nel discorso al presidente Napolitano si è
associato all'auspicio formulato dal capo dello Stato all'inizio del
suo mandato. "Chiesa e Stato, pur pienamente distinti - ha detto il
Papa - sono entrambi chiamati, secondo la loro rispettiva missione e
con i propri fini e mezzi, a servire l'uomo".
Il Papa ha accolto il presidente Giorgio Napolitano andandogli
incontro nella Sala del Tronetto. Stretta di mano, breve
posa per i fotografi e il Papa ha introdotto il presidente
nella biblioteca privata.
Il colloquio privato tra Benedetto XVI e il presidente
Napolitano è durato in tutto circa 25 minuti.
INCONTRO CORDIALE
Al termine, sono stati fatti entrare nella Biblioteca
dell'appartamento papale la moglie del presidente, signora
Clio, il ministro degli Esteri Massimo D'Alema con la moglie Linda
Giuva e il resto della delegazione italiana.
"Questa è anche la sua stanza di lavoro?" ha chiesto Napolitano.
"Adesso no - ha spiegato il Papa - in passato lo era per i Papi,
fino a Pio X". Dopo aver raccontato altri particolari, Benedetto XVI
ha aggiunto: "È molto meglio così, non potrei lavorare in un
ambiente così principesco". "Anche io al Quirinale", gli ha
risposto sorridendo il presidente. Quindi, a porte chiuse, si è
svolto il breve incontro tra i due.
Infine lo scambio di doni: un mosaico raffigurante
un vaso di frutta, da un dipinto del Mantovani, opera dello Studio
del mosaico vaticano, è quello offerto dal Papa al presidente della
Repubblica, assieme a una medaglia d'oro del II anno di pontificato.
Il presidente italiano ha ricambiato con un bassorilievo in argento,
intotolato "Pace", opera dello scultore Antonio Nocera. Si tratta di
un pezzo unico di 15 centimetri per 20.
Un colloquio cordiale, durante il quale entrambi
hanno concordato sulla necessità di operare assieme per il
"bene comune".
Papa Ratzinger ha affermato che "la Chiesa non è né agente politico
né silente. La libertà, che la Chiesa e i cristiani rivendicano, non
pregiudica gli interessi dello Stato o di altri gruppi sociali e non
mira a una supremazia autoritaria su di essi, ma è piuttosto la
condizione affinché si possa espletare quel prezioso servizio che la
Chiesa offre all'Italia e a ogni Paese in cui essa è presente".
"L'impegno dei fedeli laici nelle sfide attuali tra cui
guerre e terrorismo, fame e sete, ma anche la tutela della vita
umana in tutte le sue fasi - ha proseguito Benedetto XVI -
non è un impegno per un interesse peculiare, ma avviene invece nel
contesto e secondo le regole della convivenza democratica, per il
bene di tutta la società".
LE PAROLE DEL PRESIDENTE
Napolitano ha concordato sulla comune missione di Stato e
Chiesa per "l'etica e la legalità".
Il capo dello Stato ha poi affermato di avere "la consapevolezza
profonda dell'alta missione universale della Chiesa cattolica e del
prezioso servizio che essa offre alla nazione".
Per il bene comune, ha aggiunto il presidente, serve un "clima più
disteso. È necessario mantenere assieme la coesione sociale".
"In Italia l'armonia dei rapporti tra Stato e Chiesa è stata
e resta garantita dal principio laico di distinzione sancito nel
dettato costituzionale" ha però precisato Napolitano. "La
politica non si deve spogliare dalla sua componente etica e questo
significa anche rasserenare il clima dei rapporti politici e
istituzionali.
Ci sono, certo, scelte che appartengono alla sfera di decisioni
dello Stato, alla responsabilità e all'autonomia della politica. Ma
avvertiamo come esigenza pressante ed essenziale il richiamo a quel
fondamento etico della politica, che fa tutt'uno col patrimonio
della civiltà occidentale e si colloca tra gli autentici valori
della cultura del nostro tempo".
"Siamo convinti - ha poi detto Napolitano - che molto possa
fare per la causa della pace e della giustizia nel mondo l'Europa
unita, parlando con una sola voce e riconoscendosi in
grandi valori condivisi, che riflettono il ruolo storico e la sempre
viva lezione ideale del Cristianesimo".
(©
Panorama)
Napolitano in visita dal Papa: ruoli distinti ma
collaboriamo
Storico incontro tra il papa Benedetto XVI e il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano : è la
prima volta che un presidente dell´ex Pci incontra un
Pontefice in Vaticano. Già dalle prime battute si capiva
che sarebbe satato un colloquio molto cordiale: seduti
alla scrivania della biblioteca privata pontificia il
presidente Napolitano ha chiesto: «Questa è anche la sua
stanza di lavoro?». «Adesso no - ha spiegato il Papa -
in passato lo era per i papi, fino a Pio X». Dopo aver
raccontato altri particolari, Benedetto XVI ha aggiunto:
«È molto meglio cosi», non non potrei lavorare in un
ambiente così principesco«. «Anche io al Quirinale», gli
ha risposto sorridendo il presidente.
Venticinque minuti di faccia a faccia nel quale il
presidente e sua Santità si sono ripromessi che la
«collaborazione» tra Stato e Chiesa «possa continuare a
svilupparsi concretamente». Giacché «Chiesa e Stato, pur
pienamente distinti - ha detto il Papa - sono entrambi
chiamati, secondo la loro rispettiva missione e con i
propri fini e mezzi, a servire l'uomo». «La libertà, che
la Chiesa e i cristiani rivendicano, non pregiudica gli
interessi dello Stato o di altri gruppi sociali e non
mira a una supremazia autoritaria su di essi, ma - ha
detto il Papa - è piuttosto la condizione affinchè, come
ho detto durante il recente convegno ecclesiale di
Verona, si possa espletare quel prezioso servizio che la
Chiesa offre all'Italia e a ogni Paese in cui essa è
presente». I cattolici, ha sottolineato Sua Santità,
offrono nella politica il loro «apporto specifico»,che
«viene dato principalmente dai fedeli laici, i quali,
agendo con piena responsabilità e facendo uso del
diritto di partecipazione alla vita pubblica che hanno
alla pari di tutti i cittadini, si impegnano con gli
altri membri della società a costruire un giusto ordine
nella società».
«Nella loro azione – ha insistito il Pontefice - essi
poggiano sui valori e principi antropologici ed etici
radicati nella natura dell'essere umano, riconoscibili
anche attraverso il retto uso della ragione». «Così - ha
continuato il Papa - quando s'impegnano con la parola e
con l'azione a fronteggiare le grandi sfide attuali,
rappresentate dalle guerre e dal terrorismo, dalla fame
e dalla sete, dalla estrema povertà di tanti esseri
umani, da alcune terribili epidemie, ma anche dalla
tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal
concepimento alla morte naturale, e dalla promozione
della famiglia, fondata sul matrimonio e prima
responsabile dell'educazione, non agiscono per un loro
interesse peculiare o in nome di principi percepibili
unicamente da chi professa un determinato credo
religioso: lo fanno, invece, nel contesto e secondo le
regole della convivenza democratica, per il bene di
tutta la società e in nome di valori che ogni persona di
retto sentire può condividere».
Il Capo dello Stato dal canto suo ha avuto parole di
elogio per Ratzinger: «Ci toccano e ci confortano i suoi
messaggi sulla pace, ci colpisce la forza della sua
denuncia del flagello della fame». Il Presidente ha
esplicitamente citato gli appelli "risoluti e limpidi"
del pontefice come quello «affinchè cessi la violenza
che ancora dilania la vicina e cara terra del
Medioriente». Molto, in tema di pace internazionale e di
lotta alla fame «può fare l'Europa unita», «parlando con
una voce sola e riconoscendosi in grandi valori
condivisi, che riflettono il ruolo storico e la sempre
viva lezione ideale del Cristianesimo», ha aggiunto il
presidente della Repubblica. Quindi Napolitano ha
spiegato che «il nostro principale assillo è rinsaldare
l'unità della Nazione e la coesione della società
italiana: per tale compito sappiamo di poter contare,
Santità, sulla sua speciale sensibilità e
sollecitudine». Poi ha sottolineato: «Mai dovrebbe la
politica spogliarsi della sua componente ideale e
spirituale, della parte etica e umanamente rispettabile
della sua natura».
(©
L´Unità) |
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