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Morre Emilio Vedova, mestre da arte contemporânea

O pintor italiano Emilio Vedova


VENEZA - O pintor italiano Emilio Vedova, um dos mestres da arte contemporânea, autor de obras de intensa gestualidade e inovação estilística, morreu hoje aos 87 anos em Veneza, cidade onde nasceu.

Sua formação foi predominantemente autodidata.

Vedova começou na pintura inspirando-se, sobretudo, nas obras de Tintoretto e Piranesi, e expôs seus quadros a partir de 1936.

Quando jovem, desempenhou os mais variados ofícios, desde ajudante de fotógrafo a restaurador. No entanto, no meio dos anos 30, começou a desenhar e a pintar com grande intensidade, privilegiando perspectivas, figuras e auto-retratos.

Membro do grupo Corrente, movimento de oposição ao regime fascista, Vedova também integrou a Frente Nuevo delle Arti, um grupo que reunia as mais destacadas correntes da pintura italiana após a Segunda Guerra Mundial: o realismo e o abstracionismo.

Depois foram as matrizes do expressionismo e do cubismo as dominantes na obra do artista, apesar de ter elaborado uma linguagem própria que o aproximou da improvisação.

No final dos anos 40 e parte dos anos 50, o pintor foi protagonista de exposições internacionais, entre elas as bienais de Veneza de 1948 e 1950 e a de São Paulo de 1951.

Em 1960, Vedova recebeu o Grande Prêmio de Pintura da 30ª edição da Bienal de Veneza e, a partir da década de 60, muitas universidades norte-americanas o convidaram para dar aulas. (ANSA)

(© Ansa Latina)


A 87 anni scompare Emilio Vedova, pittore del "violento segno nero"

Si è spento a 87 anni Emilio Vedova, uno dei maestri indiscussi dell'arte contemporanea, protagonista di tante Biennali di Venezia, anche nei momenti caldi della contestazione, con opere dall'intensa gestualità e profonda innovazione stilistica.

Vedova è morto nel sonno oggi nella sua abitazione a Venezia, alle Zattere; in quella città dove era nato da una famiglia operaia il 9 agosto 1919 e che l'aveva visto formarsi come pittore prevalentemente da autodidatta. Da ragazzo quasi aveva svolto i più svariati mestieri, in fabbrica, come garzone di un fotografo e di un restauratore; poi, alla metà degli anni Trenta, aveva iniziato a disegnare e a dipingere con grande intensità, privilegiando, come soggetti, prospettive, architetture, figure e molti autoritratti.

Nel 1936-37, Vedova si reca a Roma, dove è ospite di uno zio e dove frequenta la Scuola libera di nudo di Amedeo Bocchi; poi, si sposta per un periodo a Firenze frequentando con poca assiduità una scuola libera. Nel 1942 espone tre quadri al Premio Bergamo e aderisce al gruppo milanese «Corrente». L'anno seguente tiene una mostra di disegni alla galleria La Spiga, subito chiusa dalla polizia segreta fascista. Negli anni 1944-45 è forte il suo impegno politico e partecipa alla resistenza, mentre nei lavori di quegli anni si nota già un segno più vigoroso.

Nel 1946 si intensifica la sua attività artistica e a Milano è tra i firmatari del Manifesto del realismo (Oltre Guernica) per fondare poi con altri artisti, a Venezia, prima la «Nuova secessione italiana» e poi «Fronte nuovo delle arti». A partire da questi anni, diviene protagonista di una serie di mostre internazionali, tra cui la Biennale di Venezia nel 1948 e nel 1950, la Biennale di San Paolo nel 1951, ancora la Biennale di Venezia nel 1952, Documenta di Kassel nel 1955. Sia a Kassel che a Venezia - come ricordano tanti testi critico-biografici - sarà protagonista di molte edizioni.

Si associa, nel 1951, al «Gruppo degli Otto» promosso da Lionello Venturi, dal quale però si dissocia nel 1953 con una dichiarazione pubblica nel corso del convegno «Alta Cultura» alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Nei primi anni '50 crea collage materici e assemblage e lavora in ambito informale con un'intensa gestualità sulla scala dei bianchi e dei neri, con inserimento dei rossi. Realizza il Ciclo della protesta e il Ciclo della natura. Nel 1954 partecipa alla 2/a Biennale di San Paolo del Brasile dove riceve un premio. Nel 1956 tiene la prima personale a Monaco, in Germania. Nel 1958 da il via ad un intenso lavoro di grafica e ottiene il Premio Lissone.

L'anno seguente espone il primo Scontro di situazioni, un ciclo con tele disposte ad angolo, all'interno della mostra Vitalità nell'arte, allestita nel veneziano Palazzo Grassi e curata da Carlo Scarpa. Nel 1960 viene insignito del Gran Premio per la pittura alla 30/a Biennale di Venezia, assegnatogli da una giuria internazionale di soli esperti. Dai primi anni '60 lavora ai Plurimi, realizzazioni polimateriche ampiamente articolate nello spazio ed estensibili, esposti in una mostra alla Galleria a Roma e presentati da Giulio Carlo Argan. Lavori che spingono diverse università americane ad invitarlo per tenere delle lezioni.

Costantemente rivolto all'innovazione nella ricerca, Vedova crea lastre in vetro in collaborazione con la fornace muranese di Venini - Spazio-plurimo-luce - lavora ai cicli di Lacerazioni e Frammenti, realizza i Dischi e i Cerchi, inoltre collabora con Luigi Nono alle scenografie di Intolleranza 60 e Prometeo. Nella sua attività espositiva, diradatasi negli ultimi anni, da segnalare la mostra alla Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Torino (1996), al Castello di Rivoli (1998).

(© Il Sole 24 Ore)

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