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Playing the victim é melhor filme do festival de Roma

Cena do filme Playing the victim


Primeiro festival de cinema da capital italiana terminará neste sábado

EFE

ROMA - O filme Playing the victim (Izobrajaya Zhertvy, nome original), do diretor russo Kirill Serebrennikov, recebeu o prêmio de melhor filme da Festa di Roma, o primeiro festival de cinema da capital italiana, que termina neste sábado.

O júri, presidido por Ettore Scola, outorgou o prêmio de melhor ator ao italiano Giorgio Colangeli pelo filme L´aria salata, e o de melhor atriz à francesa Ariane Ascaride por sua interpretação no filme Le voyage en Arménie.

Na cerimônia de encerramento também foram entregues o Prêmio Cult ao melhor documentário, concedido a Deep water, de Louise Osmond e Jerry Jerry Rothwell; o Prêmio L.A.R.A. (de representantes artísticos ao melhor ator italiano), entregue a Ninetto Davoli por Uno su due, de Eugenio Cappuccio.

O prêmio Blockbuster foi concedido ao filme The unknown (La sconosciuta, nome original), de Giuseppe Tornatore.

O festival encerrará oficialmente na noite deste sábado com a entrega do prêmio especial "Steps and Stars" pelos méritos artísticos do ator Robert de Niro.

(© Agência Estado)


Cinema Roma, vince «Playing the victim» 

La pellicola ha vinto il Premio al miglior film della prima edizione della Festa del cinema di Roma, assegnato dalla Giuria popolare presieduta da Ettore Scola

ROMA. «Izobrajaya Zhertvy» («Playing the Victim») di Kirill SerebrennikoV ha vinto il Premio al miglior film della prima edizione della Festa del cinema di Roma, assegnato dalla Giuria popolare presieduta da Ettore Scola e reso possibile dal contributo della Regione Lazio.

Ironia della sorte, il film vincitore è stato l'ultimo a passare in concorso alla Festa di Roma. Il premio, uno dei tre riconoscimenti ufficiali della Festa del Cinema (insieme alle migliori interpretazioni femminile e maschile), consiste in una riproduzione della statua romana del Marco Aurelio, realizzata dagli artisti di Bulgari.

Serebrennikov è uno dei più importanti registi teatrali russi ed è alla sua seconda regia cinematografrica. «Playing the victim» è una rivisitazione moderna dell'Amleto in chiave dark.

La storia raccontata nel film (che il regista ha già rappresentato anche in teatro) è quella di Valya (interpretato dall'attore Yuri Chursin), uno studente che si ingegna a guadagnare facendo il ruolo della vittima nelle ricostruzioni degli omicidi da parte della polizia. Vive insomma in maniera assurda, passando da una scena del crimine ad un'altra. Improvvisamente, però, il giovane fa un sogno che gli cambia la vita. Suo padre, defunto, gli appare e gli racconta una verità dolorosa e paurosa: è morto perchè è stato avvelenato dalla moglie e dal suo amante. Dopo questo sogno, l'intera scala dei valori di Valya crolla.

(© La Stampa Web)


FESTA DEL CINEMA DI ROMA: I PREMI

Vince il russo 'Izobraja Zhertvy'. Premio giuria a 'This is England'

Assegnati i premi della kermesse capitolina. E' firmato da Serebrennikov il miglior film, storia di un crimine. Miglior attrice Ariane Ascaride, in 'Le voyage en Armenie' di Guediguian. E tra gli italiani eletto miglior attore Giorgio Colangeli protagonista in 'L'aria salata' di Angelini

FESTA DEL CINEMA DI ROMA: I PREMI Roma, 21 ottobre 2006 - 'Izobraja Zhertvy' del regista russo Kirill Serebrennikov (nella foto) ha vinto il premio di miglior film alla prima Festa Internazionale del Cinema di Roma. Il premio è stato assegnato da una giuria popolare composta da cinquanta membri, presieduta da Ettore Scola. Il premio alla miglior attrice è andato ad Ariane Ascaride, protagonista di «Le voyage en Armenie» di Robert Guediguian. Giorgio Colangeli, protagonista di «L'aria salata» di Alessandro Angelini è il miglio attore della Festa. La giuria ha poi assegnato un premio speciale a «This is England» di Shane Meadowws.

Il film vincitore - il titolo inglese è 'Playing the Victim' - mette in scena un delitto per ricostruire, a fini processuali, l'e satta dinamica di un crimine. Il lungometraggio si svolge in un dipartimento di polizia russo, dove, alservizio di un magistrato fiscale e ossessivo, il protagonista del film, il russo Yuri Chursin, lavora quotidianamente a queste messe in scena sinistre e grottesche, interpretando sempre lo stesso personaggio: la vittima. Kirill Serebrennikov, il più interessante tra i registi teatrali del neoesistenzialismo russo, si è messo, per l'occasione, dietro la macchina dapresa, per firmare un 'noir' che ricorda tanto quei film della 'nouvelle vague' i cui protagonisti vivevano di rabbia e d'amore.

Il premio speciale della giuria è invece andato all'inglese «This is England» di Shane Meadows, regista britannico con un passato da skinhead. Per Meadows che già altre volte, si è ispirato alle sue esperienze giovanili, questo film è un modo per esorcizzare la stagione di violenza della sua adolescenza. Nel lungometraggio, ambientato nel luglio 1983, Shaun scopre gli skinheads e con essi le prime feste, le prime amicizie, il primo amore e i primi razzismi.

Il premio per la migliore attrice è andato alla francese Ariane Ascaride, protagonista de «Il viaggio in Armenia» di Robert Guediguian, - anche in questo caso un lavoro in parte autobiograficodel regista francese di origini armene - che narra di un viaggio verso la terra natia, l'Armenia, alla ricerca delle proprie radici. Il protagonista, Barsam, decide di lasciare la Francia quando scopre di essere gravemente malato. Lascia però dietro di sè una serie di segnali a sua figlia Anna, nata dal matrimonio con una donna italiana, per consentirle di ritrovarlo. La donna, parte alla ricerca del padre e durante il viaggio imparerà a mettere in gioco la sua identità, ma anche a scoprire una nazione dalle mille contraddizioni e ideali.

Il premio per il miglior attore protagonista è, invece, tutto italiano: se lo è aggiudicato Giorgio Colangeli, protagonista de «L'aria salata» di Alessandro Angelini, un lavoro che affronta il delicato tema del rapporto padre-figlio nel problematico contesto del carcere. Si tratta dell'opera prima di un giovane regista che si è fatto le ossa alla scuola di Moretti e Calopresti.

Nel corso della cerimonia di chiusura, sono stati consegnati anche una serie di premi collaterali: il Premio Cult al miglior documentario è andato a 'Deep Water' di Louise Osmond e Jerry Rothwell, che racconta di un'incredibile e tragica impresa sportiva, una storia meravigliosa e incalzante che tiene lo spettatore inchiodato alla sedia; Il Premio L.A.R.A. (Libera Associazione Rappresentanti Artisti) è andato a Ninetto Davoli per 'Uno su due' di Eugenio Cappuccio, per la capacità di reinventarsi, per la sensibilità e la verità che ha saputo infondere nel personaggio di Giovanni; infine, il Premio Blockbuster è andato a 'La sconosciutà di Giuseppe Tornatore, come miglior film della sezione Premiere.

(© Il Quotidiano)

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