A máfia que opera no sul da Itália
declarou "guerra contra o Estado",
segundo o ministro do Interior italiano,
Roberto Maroni.
Maroni disse que a
máfia local, a Camorra, está tentando
eliminar qualquer tipo de oposição ao poder
que exerce junto à comunidade local.
O ministro fez as
declarações no Parlamento na quarta-feira
depois que o governo italiano anunciou o
envio de 500 soldados para a região da
Campânia para ajudar a polícia a combater os
grupos criminosos locais.
A decisão foi tomada depois que seis
africanos e um italiano foram mortos perto
de Nápoles, supostamente pela Camorra.
Os imigrantes de Gana,
Libéria e Togo foram atacados por homens
armados na última quinta-feira na cidade de
Castelvolturno. Um pouco antes, um italiano,
dono de uma galeria de jogos na mesma
cidade, foi morto com 60 tiros na cabeça e
no estômago.
Os assassinatos -
supostamente ligados ao tráfico de drogas -
chocaram a Itália e provocaram revolta entre
imigrantes. A polícia prendeu um homem em
conexão com os crimes.
Maroni descreveu o caso
como um "ato de terrorismo" e disse que o
governo italiano "deve responder de maneira
firme para retomar o controle da região".
Os soldados irão se
juntar aos 400 policiais extras que já foram
deslocados para a região numa tentativa de
quebrar o controle da Camorra ao redor de
Nápoles.
Essa é a segunda vez
desde os anos 90 que o Exército recebe
ordens para ajudar no combate contra o crime
organizado no sul da Itália.
Em 1992, cerca de 150
mil soldados foram enviados para a Sicília,
depois do assassinato de dois juízes.
(©
BBC Brasil)
Castel Volturno, Maroni: Camorra ha
dichiarato guerra civile
ROMA (Reuters) - All'indomani della
decisione del governo di inviare 500
militari in Campania, il ministro
dell'Interno Roberto Maroni ha detto oggi
che la Camorra ha dichiarato la "guerra
civile" allo Stato, e che l'uccisione di sei
immigrati africani la settimana scorsa nel
Casertano è stato "un atto di terrorismo"
per il controllo criminale del territorio.
"Siamo in presenza di una vera e propria
guerra civile che la Camorra ha dichiarato
allo Stato, e lo stato deve rispondere con
tutti i mezzi per riaffermare il controllo
di legalità su tutto il territorio
nazionale", ha detto oggi Maroni presentando
al Senato una sua relazione sugli omicidi
avvenuti il 18 settembre scorso a Castel
Volturno, e per i quali è già stato
arrestato nei giorni scorsi uno dei presunti
killer.
"E' significativo il fatto che la procura
di Napoli ha deciso di contestare alla
persona che è stata arrestata il reato per
la strage di Castel Volturno il reato di
strage con finalità di terrorismo", ha
aggiunto il capo del Viminale.
Alfonso Cesarano, che si trovava ai
domiciliari, è finora l'unico arrestato
perché considerato uno dei componenti del
commando che ha aperto il fuoco sugli
immigrati. Mentre altri due presunti
camorristi, Alessandro Cirillo e Oreste
Spagnolo, vengono ricercati per lo stesso
reato.
Parlando dei motivi della strage di
Castel Volturno -- di cui è rimasto vittima
anche un italiano, ritenuto legato a un ex
capoclan --, Maroni ha detto che secondo gli
investigatori gli episodi "confermano la
strategia dei Casalesi di tentare di
stroncare anche con azioni violente ed
eclatanti i tentativi di opposizione
all'affermazione del proprio potere
criminale, anche nei confronti della
criminalità straniera".
NEL MIRINO DEGLI INQUIRENTI UNA DECINA DI
PERSONA
Nel mirino degli inquirenti, c'è un
gruppo di "una decina" di ex appartenenti
del clan dei Casalesi che dopo la decisione
dell'ex capo Domenico Bidognetti di
collaborare coi magistrati e il processo
"Spartacus" contro una serie di capi
dell'organizzazione ha deciso di mettersi in
proprio, controllando le attività criminali
di Castel Volturno.
"Questo gruppo pertanto starebbe cercando
di esercitare un controllo sulle attività
criminali esercitate dalle organizzazioni
malavitose... di immigrati africani presenti
in quell'area", ha detto il ministro,
riferendosi in particolare allo spaccio di
droga. Ma anche allo sfruttamento della
prostituzione e del lavoro nero, al
contrabbando, al gioco clandestino,
all'estorsione e all'usura.
Dunque il ministro sembra accreditare una
delle prime tesi diffuse subito dopo la
strage del 18 settembre, quella di una
"punizione" dei camorristi contro gli
africani, rei di cercare di sottrarre loro
il controllo del territorio. Come già in
passato i casalesi avevano fatto contro i
clan albanesi, sia pure senza azioni così
eclatanti.
Nella sua relazione Maroni ha dedicato
spazio anche agli immigrati africani, che
secondo una stima citata dal ministro nella
zona di Castel Volturno sarebbero ormai
superiori di numero rispetto agli stessi
residenti, e al tipo di reati compiuti dalla
malavita "extracomunitaria", non solo
spaccio di droga e prostituzione, ma anche
"occupazione abusiva di interi fabbricati".
Il quadro criminale del Casertano e della
zona dove si è compiuta la strage non era
affatto sconosciuto alle forze dell'ordine,
ha assicurato il ministro, tanto che nei
mesi scorsi erano stati già inviati
rinforzi, sia della Polizia di Stato che dei
Carabinieri. E anche compiute molte
operaizoni di polizia.
Di fronte però alla "guerra civile" e al
terrorismo", nel weekend è stato deciso
l'invio di 400 agenti "altamente
specializzati" nel weekend e ieri il
Consiglio dei ministri ha dato il via libera
al dispiegamento nell'area di 500 militari.
Mentre degli "scenari inquietanti"
sollevati dalla vicenda si stanno occupando
anche i servizi segreti, ha riferito Maroni.
(©
Reuters Italia) |