Retornar ao índice ItaliaOggi

   

Notizie d'Italia

   

 

Escultura Davi, de Michelangelo, sofre com desgaste

24/09/2008

Visitantes observam em 2004 em Florença, na Itália, a escultura Davi, de Michelangelo, que atualmente sofre com rachaduras provocadas por desgate do mármore no qual foi esculpido
 

O Davi de Michelangelo, um dos monumentos mais visitados na Itália, está correndo perigo por causa de rachaduras provocadas pelo desgaste da peça de mármore na qual foi esculpido. "É como se Davi estivesse vivo e se movesse por causa das vibrações do ambiente", declarou à ANSA o especialista Antonio Borri, professor de Ciências da Construção da Universidade de Perugia.

A obra foi restaurada superficialmente há quatro anos, durante as comemorações do 4º centenário de sua inauguração. Em 2004, algumas rachaduras da estátua foram cuidadosamente consertadas através da aplicação de estuque (tipo de argamassa geralmente feita de pó de mármore).

Neste ano, a equipe que fará a nova restauração diz conhecer muito bem a resistência do mármore, a profundidade das rachaduras e como serão feitos os reforços na escultura.

Hoje, durante um seminário de estudos patrocinados pela União Sindical de Arquitetos Italianos que acontece em Florença, Borri descreveu com detalhes todas as intervenções feitas até agora na estátua e comentou parte dos eventuais consertos. Segundo Borri, a restauração custará cerca de um milhão de euros.

O Davi de Michelangelo não é o único com problemas em Florença. O de Donatello, feito 70 anos antes, também sofreu com o desgaste, mas já foi atendido. A obra está sendo restaurada no Museu de Esculturas Bargello, desde 2007, e será apresentada ao público no dia 28 de novembro, quando a cidade festeja o Dia da Toscana.

(© UOL Diversão & Arte)

 


Il David allarma: «Stucchi caduti»

Fragilità, stabilità e pericoli: se ne parla oggi a Firenze in un convegno sulla sicurezza antisismica

Wanda Lattes

Un gigante sempre più fragile. Sofferente delle vibrazioni ambientali prodotte dal flusso dei visitatori e dal traffico esterno alla Galleria dell'Accademia. È il David di Michelangelo, la statua più amata al mondo. Che sia fragile è cosa nota, ma ciò che sconvolge è la «riapertura di tutte le fessure del marmo del broncone (il tronco mozzo dell'albero ndr) che erano state riempite con lo stucco appena quattro anni fa». Lo afferma, dopo averlo constatato personalmente, l'ingegnere Antonio Borri, fiorentino, docente di storia delle costruzioni a Perugia.

Del colosso di Michelangelo conosce tutti i segreti: da tempo, insieme ad un gruppo di specialisti conduce una serie di indagini per verificare la stabilità del capolavoro. Fu lui che in occasione dei cinquecento anni dell'opera e del suo restauro, coordinò una giornata di studi dedicata al David. Individuando elementi fortemente «critici » come il basamento (le due zanche metalliche conficcate nell'800, impedendo l'oscillazione rigida del David, lo obbligano in caso di azioni orizzontali a deformarsi elasticamente) e la presenza di fessure che facilitano ulteriori rotture. Accertando infine che la statua, da un punto di vista sismico, presenta particolari condizioni di vulnerabilità.

SEMINARIO SUL TEMA. Anche di questo e degli sviluppi delle indagini si parlerà oggi nel seminario all'Hotel Michelangelo, organizzato da Glis, dall'Enea, dall'Assisi, dal collegio degli Ingegneri della Toscana e dall'ingegnere Marco Zanfini della Genco srl, società di Ingegneria e Costruzioni. E al convegno, dal titolo «Applicazioni dei sistemi d'isolamento sismico e di dissipazione d'energia», Antonio Borri lancerà ancora l'allarme sulla stabilità del David, soffermandosi sul delicato caso delle fessure aperte e sottolineando il fatto che il capolavoro dalle caviglie fragili non è certo un corpo rigido e immobile, ma sente le sollecitazioni che il mondo circostante gli arreca. La soluzione proposta dagli studiosi è quella di un isolatore sismico inserito al di sotto del basamento ottocentesco, in grado di tagliare alla base ogni vibrazione che possa costituire un reale pericolo per il David.

Tali tipi di intervento sono già sperimentati in varie località e per oggetti di ben diverso volume, statue isolate o interi edifici. «Abbiamo cercato di sensibilizzare Ministero e soprintendenze perchè si prendano iniziative per la messa in sicurezza - ci anticipa il professore - ma per ora non abbiamo ottenuto alcun risultato concreto. Per quanto mi riguarda sento di aver concluso il compito, svolto peraltro a titolo del tutto gratuito, scrivendo e illustrando quanto emerso dalle analisi e dai rilievi sperimentali».

L'ALLARME. Ma come e quando è nato e cresciuto questo allarme? A dirla tutta c'è sempre stato.

Immagini al laser della statua
Immagini al laser della statua
Al venticinquenne Michelangelo il marmo apuano fu consegnato, tra polemiche e contraddizioni, nel 1501. Nel 1504 fu nominata la famosa commissione che doveva scegliere il luogo dove esporre il capolavoro finito e sulla scelta di Palazzo Vecchio ci furono famosi dissensi. Ma quando nel 1873 si fece lo spettacolare trasferimento all'Accademia le discussioni erano già forti e motivate, e chi se ne intendeva affermava che non era soltanto il maltempo a minacciare il David, ma la stessa natura del suolo su cui poggiava. Il lungo periodo di fiducia accordata alle condizioni della statua si è infranto al momento delle celebrazioni per i cinquecento anni dell'opera. Lunghi, complessi, talvolta avvelenati dibattiti sono scoppiati a proposito della pulizia da imporre al marmo, ma mentre si moltiplicavano analisi e dibattiti è venuta fuori quella che in verità è la questione che dovrebbe tenerci tutti sospesi. E cioè il fatto che il marmo non è della migliore qualità, che l'intero equilibrio della complessa creatura è di fatto non stabile, che le caviglie in particolare destano serie preoccupazioni. In quel momento di grandi manifestazioni si pensò soprattutto all'estetica immediata, e nelle piccole ferite che si erano aperte si mise dello stucco, ovviamente studiato a fondo. Ma oggi è questo stucco che si stacca, non sappiamo quanto e perché, a darci un vero allarme. Il David si muove, si divincola in misura che noi non vediamo. Ma possiamo assicurare al massimo la sua ferma posizione? Chi può garantirlo e come?

(© Corriere Fiorentino)
 

Publicidade

Pesquise no Site ou Web

Google
Web ItaliaOggi

Notizie d'Italia | Gastronomia | Migrazioni | Cidadania | Home ItaliaOggi