Bento XVI protestou contra obra do
alemão Martin Kippenbeger, que está exposta na
Itália
ROMA - Um museu italiano desafiou o
papa Bento XVI e se recusou a remover uma escultura
de arte contemporânea que mostra um sapo verde
crucificado, segurando nas mãos uma caneca de
cerveja e um ovo.
A maioria dos membros do conselho do museu Museion,
na cidade de Bolzano, decidiu que o sapo é uma obra
de arte e continuará na exposição.
Chamada de "Zuerst die Fuesse" (primeiro os pés), o
sapo usa um pano verde na área da cintura e está
pregado pelas mãos e pelos pés como Jesus Cristo.
Uma língua verde pende para fora de sua boca.
O trabalho do artista alemão Martin Kippenberger,
morto em 1997, foi exposto na Tate Modern e na
Galeria Saatchi, em Londres, e na Bienal de Veneza.
Retrospectivas da obra do artista estão programadas
para Los Angeles e Nova York.
Autoridades do museu localizado na região ao norte
de Alto Ádige disseram que o artista considerava a
peça uma ilustração do medo sentido pelos seres
humanos.
O papa, que nasceu na Alemanha e recentemente passou
suas férias em um lugar perto de Bolzano, obviamente
não concorda.
Em nome do papa, o Vaticano escreveu uma carta de
apoio a Franz Pahl, líder do governo daquela região
e uma das vozes contrárias à escultura.
"Claramente, não se trata de uma obra de arte, mas
de uma blasfêmia e de um degradante pedaço de lixo
que deixou muitas pessoas indignadas", afirmou Pahl
à Reuters, por telefone, enquanto a diretoria do
museu realizava sua reunião.
Na carta, o Vaticano disse que a obra "fere os
sentimentos religiosos de muitas pessoas que vêem na
cruz o símbolo do amor divino".
(©
Estadão)
La
rana crocifissa di Kippenberger resta esposta
Caterina Porcellini
Dal Web Il
Consiglio d’Amministrazione del Museion di Bolzano
mette fine a mesi di polemiche, dichiarando che è
stata decisa con voto maggioritario (sei membri a
favore, tre contrari) la permanenza dell’opera di
Martin Kippenberger (1953-1997) all’interno
dell’esposizione “Sguardo periferico e corpo
collettivo”, fino alla conclusione della rassegna
(il prossimo 21 settembre). La scultura incriminata
s’intitola “Prima i piedi” e rappresenta una rana
crocifissa, volta a combattere, nelle intenzioni
dell’autore, l’ipocrisia di chi guarda più
all’apparenza che alla sostanze del mondo.
Già all’inaugurazione della mostra, vista pure la
collocazione privilegiata all’ingresso, il pezzo
aveva attirato i commenti del vescovo Wilhelm Egger,
che vi aveva riscontrato un’offesa al “sentimento
religioso”. L’ostilità espressa era in fondo
prevedibile, dal momento che l’ex “enfant prodige”
dell’arte contemporanea tedesca aveva fatto della
propria verve polemica un vero e proprio credo
artistico, sin dagli esordi. La direzione artistica
aveva quindi optato ad inizio luglio per una
soluzione di compromesso, “velando” la scultura con
gli stessi giornali che riportavano la controversia.
In seguito, l’opera era stata spostata al terzo
piano, in una posizione di minor prestigio.
Oltre alle critiche esterne, però, al CdA del museo
d’arte contemporanea è poi giunta l’inaspettata
richiesta da parte del presidente della giunta
provinciale Luis Durnwalder il quale, anziché
sostenere lo staff della Fondazione che la stessa
Provincia sostiene, ha invitato la direttrice
Corinne Diserens a rimuovere l’opera ragioni di
opportunità politica, essendo il territorio di
confessione cattolica al 99%. I vertici altoatesini
avevano cioè accolto la lettera di Papa Benedetto
XVI, nella quale il sommo pontefice tacciava l’opera
di blasfemia. Non mancava poi il commento del
Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, ad
invocare una strategia culturale più accomodante:
"Ferma restando la libertà creativa di ogni artista,
sarei felice se le istituzioni pubbliche o comunque
le istituzioni finanziate dal pubblico non
esaltassero soltanto l'arte della dissacrazione,
dell'inutile provocazione e del non senso, perché
l'arte è anche ricerca del significato e della
bellezza".
Il responso negativo del Museion, alle pressioni
religiose e politiche esercitate, giunge infine
inaspettato. Se era scontato il voto dei 4 membri
nominati dall’Associazione Museion, a far pendere il
piatto della bilancia a favore delle scelte
artistiche è stata la smarcatura di 2 dei 5 membri a
nomina provinciale: il museologo Dieter Bogner e
l'imprenditore Heinrich Gasser hanno difatti votato
contro la linea consiliare. L’arte batte dunque le
ragioni di opportunità politica (ad ottobre si
terranno le elezioni provinciali).
(©
CittàOggiWeb)
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