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Museu desafia papa e mantém escultura de sapo crucificado

29/08/2008

 A escultura provoca polêmica na Itália
 

Bento XVI protestou contra obra do alemão Martin Kippenbeger, que está exposta na Itália

ROMA - Um museu italiano desafiou o papa Bento XVI e se recusou a remover uma escultura de arte contemporânea que mostra um sapo verde crucificado, segurando nas mãos uma caneca de cerveja e um ovo.

A maioria dos membros do conselho do museu Museion, na cidade de Bolzano, decidiu que o sapo é uma obra de arte e continuará na exposição.

Chamada de "Zuerst die Fuesse" (primeiro os pés), o sapo usa um pano verde na área da cintura e está pregado pelas mãos e pelos pés como Jesus Cristo. Uma língua verde pende para fora de sua boca.

O trabalho do artista alemão Martin Kippenberger, morto em 1997, foi exposto na Tate Modern e na Galeria Saatchi, em Londres, e na Bienal de Veneza. Retrospectivas da obra do artista estão programadas para Los Angeles e Nova York.

Autoridades do museu localizado na região ao norte de Alto Ádige disseram que o artista considerava a peça uma ilustração do medo sentido pelos seres humanos.

O papa, que nasceu na Alemanha e recentemente passou suas férias em um lugar perto de Bolzano, obviamente não concorda.

Em nome do papa, o Vaticano escreveu uma carta de apoio a Franz Pahl, líder do governo daquela região e uma das vozes contrárias à escultura.

"Claramente, não se trata de uma obra de arte, mas de uma blasfêmia e de um degradante pedaço de lixo que deixou muitas pessoas indignadas", afirmou Pahl à Reuters, por telefone, enquanto a diretoria do museu realizava sua reunião.

Na carta, o Vaticano disse que a obra "fere os sentimentos religiosos de muitas pessoas que vêem na cruz o símbolo do amor divino".

(© Estadão)

 


Sfida del Museion alla Provincia di Bolzano

La rana crocifissa di Kippenberger resta esposta

Caterina Porcellini

Dal Web Il Consiglio d’Amministrazione del Museion di Bolzano mette fine a mesi di polemiche, dichiarando che è stata decisa con voto maggioritario (sei membri a favore, tre contrari) la permanenza dell’opera di Martin Kippenberger (1953-1997) all’interno dell’esposizione “Sguardo periferico e corpo collettivo”, fino alla conclusione della rassegna (il prossimo 21 settembre). La scultura incriminata s’intitola “Prima i piedi” e rappresenta una rana crocifissa, volta a combattere, nelle intenzioni dell’autore, l’ipocrisia di chi guarda più all’apparenza che alla sostanze del mondo.

Già all’inaugurazione della mostra, vista pure la collocazione privilegiata all’ingresso, il pezzo aveva attirato i commenti del vescovo Wilhelm Egger, che vi aveva riscontrato un’offesa al “sentimento religioso”. L’ostilità espressa era in fondo prevedibile, dal momento che l’ex “enfant prodige” dell’arte contemporanea tedesca aveva fatto della propria verve polemica un vero e proprio credo artistico, sin dagli esordi. La direzione artistica aveva quindi optato ad inizio luglio per una soluzione di compromesso, “velando” la scultura con gli stessi giornali che riportavano la controversia. In seguito, l’opera era stata spostata al terzo piano, in una posizione di minor prestigio.
Oltre alle critiche esterne, però, al CdA del museo d’arte contemporanea è poi giunta l’inaspettata richiesta da parte del presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder il quale, anziché sostenere lo staff della Fondazione che la stessa Provincia sostiene, ha invitato la direttrice Corinne Diserens a rimuovere l’opera ragioni di opportunità politica, essendo il territorio di confessione cattolica al 99%. I vertici altoatesini avevano cioè accolto la lettera di Papa Benedetto XVI, nella quale il sommo pontefice tacciava l’opera di blasfemia. Non mancava poi il commento del Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, ad invocare una strategia culturale più accomodante: "Ferma restando la libertà creativa di ogni artista, sarei felice se le istituzioni pubbliche o comunque le istituzioni finanziate dal pubblico non esaltassero soltanto l'arte della dissacrazione, dell'inutile provocazione e del non senso, perché l'arte è anche ricerca del significato e della bellezza".

Il responso negativo del Museion, alle pressioni religiose e politiche esercitate, giunge infine inaspettato. Se era scontato il voto dei 4 membri nominati dall’Associazione Museion, a far pendere il piatto della bilancia a favore delle scelte artistiche è stata la smarcatura di 2 dei 5 membri a nomina provinciale: il museologo Dieter Bogner e l'imprenditore Heinrich Gasser hanno difatti votato contro la linea consiliare. L’arte batte dunque le ragioni di opportunità politica (ad ottobre si terranno le elezioni provinciali).

(© CittàOggiWeb)

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