Caso chocou grupos católicos, que pedem a revisão da lei de aborto em vigor no país
Assimina Vlahou - BBC
ROMA - A Procuradoria de Milão está investigando um caso que chocou grupos católicos italianos, no qual um feto saudável, gêmeo de outro que iria desenvolver má formação, foi morto por engano em um aborto.
O procedimento foi realizado numa grávida de 38 anos internada no hospital São Paulo de Milão em junho.
O hospital também abriu uma investigação para apurar se houve erro médico no aborto seletivo.
Para a ministra da Saúde, Livia Turco, o caso é um "erro humano gravíssimo" que, contudo, não coloca em discussão a lei que autoriza o aborto, aprovada com 70% de votos num referendo em 1978.
"Por enquanto, as investigações internas não indicam que há responsabilidade dos médicos", disse Alessandro Amorosi, porta-voz do hospital, que considera o caso como uma "fatalidade".
Na 15° semana de gravidez, as análises médicas indicaram que uma das gêmeas nasceria com uma grave má formação. A mãe decidiu se submeter a um aborto para manter apenas o feto saudável.
"As duas gêmeas eram morfologicamente idênticas", afirmou a ginecologista Anna Maria Marconi, que realizou o aborto.
De acordo com a explicação da médica, que definiu o caso como "raríssimo", os dois fetos mudaram de posição nas três semanas que se passaram entre a análise que detectou a má formação e a operação.
"Era impossível prever isto, o único jeito seria fazer um monitoramento constante, com uma sonda na barriga da paciente", declarou em entrevista ao jornal Corriere della Sera.
Grupos católicos consideram o aborto praticado no hospital de Milão como uma forma de eugenética, para manter apenas o feto saudável para reprodução, e estão pedindo a revisão da lei do aborto e responsabilidade médica no país.
"O aborto praticado no hospital São Paulo não foi terapêutico, como diz a lei, mas eugenético, com a intenção de matar o feto doente e salvar o saudável", afirmou a senadora Paola Binetti, do partido de inspiração católica Margherita.
Para o ginecologista Sergio Vitale, há no país uma tentativa de intimidar os médicos que praticam aborto e de limitar o diagnóstico pré-natal.
Ele argumenta que todos os abortos terapêuticos seriam eugenéticos, visto que são realizados por causa de má formação do feto, detectada por meio das análises nas primeiras semanas de gravidez.
"Nestes casos, a responsabilidade é da análise pré-natal, depois é uma questão de livre arbítrio, da escolha de cada um, que num país católico é difícil", afirmou Vitale.
A lei italiana não faz referência específica a abortos gemelares ou seletivos, que visam interromper o crescimento do embrião doente e continuar a gestação dos que são saudáveis.
(©
Estadão)
Aborto selettivo: bufera sull'ospedale
Morto il feto sano, i medici si difendono: è stata una fatalità
Simona Ravizza
MILANO — «Una fatalità». I vertici dell'ospedale San Paolo di Milano escludono responsabilità mediche nel caso dell'aborto selettivo della donna incinta di due gemelle finito con la morte del feto sano invece di quello malato. Ma la notizia dell'errore nell'interruzione di gravidanza plurima, riportata ieri dal Corriere della Sera, scatena la rivolta del mondo cattolico. Sotto accusa, la legge 194 del '78: «L'aborto eugenetico apparentemente non è consentito, ma oramai viene accettata l'idea che ci possano essere discriminazioni tra esseri umani — denuncia Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita —. La selezione embrionale aggiunge ingiustizia a ingiustizia». Coscienze in subbuglio.
È bufera sul San Paolo. Il dramma umano della donna milanese di 38 anni, già madre di un bambino, sottoposta a un intervento per salvare solo la gemella senza la sindrome di Down, si trasforma in uno scontro di bioetica. I difensori della 194 alzano gli scudi, preoccupati che venga messa in discussione la libertà di scelta delle donne conquistata quasi trent'anni fa con un referendum (il 70% dei cittadini si disse favorevole all'interruzione di gravidanza). Dopo il terzo mese di gravidanza — come per la paziente milanese in questione — la legge del '78 prevede l'aborto terapeutico a tutela della salute psico-fisica della donna. Dal punto di vista legislativo la gravidanza viene considerata nel suo complesso, senza riferimenti specifici ai parti gemellari.
«Al San Paolo vengono fatti dieci aborti selettivi l'anno sui 700 complessivi — sottolinea la direzione sanitaria del San Paolo —. Il tutto nel pieno rispetto delle normative ». Ma i cattolici insorgono. Monsignore Mauro Cozzoli, docente di teologia morale all'Università Lateranense di Roma, parla di approccio utilitaristico alla vita: «Il caso è inquietante non tanto per lo sbaglio compiuto, quanto per la mentalità e la prassi eugenetica che esso mette a nudo — sottolinea il teologo —. È sbagliato volere sopprimere mediante selezione vite che non rispondono alle attese».
Due le particolarità dell'interruzione di gravidanza plurigemellare di Milano, avvenuta alla metà di giugno, ma emersa solo adesso. Da un lato i feti erano morfologicamente identici (con la stessa lunghezza degli arti e il medesimo sviluppo osseo). Dall'altro, con ogni probabilità, si sono invertiti nella pancia, dopo gli esami per la diagnosi prenatale che avevano mostrato alterazioni cromosomiche per quello di sinistra. Di qui la morte della gemella sana. «L'indagine multidisciplinare attivata dalla commissione interna non ha portato, per ora, all'identificazione di nessuna responsabilità dei medici — si difende Alessandro Amorosi a nome della direzione sanitaria del San Paolo —. La documentazione è, comunque, a disposizione delle autorità competenti ».
Sullo sfondo del dibattito, le percentuali di rischio che corre chi si sottopone alle interruzioni di gravidanza selettive attestate dalla letteratura scientifica. «Nel 3% dei casi, quando si decide di fermare la crescita di un feto gemellare, anche l'altro muore», dicono al San Paolo. Carlo Casini scuote la testa: «È necessario un ripensamento complessivo della normativa — ribadisce —. Bisogna eliminare l'equivocità delle sue parole». E, mentre Luca Volonté (Udc) chiede un'ispezione del ministero della Salute al San Paolo, i radicali gridano alla strumentalizzazione del caso contro una legge scomoda.
(©
Corriere della Sera)
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