O Globo Online com agências internacionaisDUISBURG, Alemanha - Seis italianos foram mortos a tiros na cidade alemã de Duisburg, na madrugada desta quarta-feira, numa disputa entre grupos da máfia. O ministro do Interior da Itália, Giuliano Amato, disse que o crime parece ser o capítulo mais recente de uma antiga briga por poder envolvendo duas famílias de mafiosos da região da Calábria, sul da Itália, onde atua o grupo N'Drangheta. A polícia da cidade localizada no noroeste da Alemanha confirmou que suas investigações "apontavam para essa direção".
As vítimas tinham entre 17 e 39 anos. Os assassinatos aconteceram no centro da cidade, perto de um restaurante italiano, chamado Da Bruno. A violência do crime - foram encontradas 70 cápsulas de balas no local - e o fato de ter sido cometido fora da Itália surpreenderam investigadores.
- Em certo sentido, era um crime anunciado. O que não foi possível prever era a ação espetacular dos criminosos e a exportação da vingança para o exterior - afirmou o fiscal adjunto da Procuradoria de Reggio Calabria, Salvatore Boemi.
Agora, a polícia teme que parentes das vítimas respondam com mais violência, mantendo a tradição da máfia.
- Estamos tentando evitar que uma tragédia semelhante ocorra (na Calábria) - disse o ministro italiano do Interior em uma entrevista coletiva.
Segundo informações divulgadas pela imprensa local, as vítimas foram na noite de terça-feira ao restaurante italiano de propriedade de Giuseppe Strangio para comemorar o aniversário de um deles, Tommaso Venturi, que completava 18 anos. Além de Venturi, os outros mortos são Franco Pergola, de 22 anos; Marco Pergola, de 20; Marco Marmo, de 25; Sebastiano Strangio, de 39; e um menor cuja identidade não foi divulgada.
As vítimas, todas vindas da Calábria, pertenciam a um dos dois clãs rivais baseados na cidade de San Luca. O antigo conflito - conhecido como a "vingança de San Luca" - nasceu em 1991, e ganhou novas proporções nos últimos oito meses. No total, 15 pessoas já foram mortas.
- Esse ataque tinha por objetivo mostrar poder. Não é apenas o clã que se fortalece, mas a N'Drangheta como um todo - afirmou Alberto Cisterna, um promotor italiano envolvido no combate a grupos mafiosos. - Isso mostra uma força, uma capacidade de intimidação muito preocupante.
Investigadores da Itália, que trabalham com a polícia alemã no caso, disseram que a N'Drangheta possui uma forte presença na Alemanha. A organização criminosa é considerada a maior da Itália e, segundo dados do Ministério do Interior, já superou em poder a siciliana "Cosa Nostra" há três anos, tornando-se líder do tráfico de drogas.
A "vingança de San Luca" começou de maneira muito banal com uma guerra de ovos entre vários grupos no carnaval de 1991, mas acabou em um conflito de rua que matou duas pessoas e deixou dois feridos.
Desde então, vem se estendendo o acerto de contas, conhecido como "faida", palavra que em italiano designa uma vingança particular que era admitida pelas leis medievais.
(©
O Globo)
Strage Duisburg,
paura per la
vendetta. Marmo
era l'obiettivo
dei killer
Davanti
al
ristorante
della
sparatoria
un
cartello:
"Perche'?"
Dopo la
strage, la
vendetta? Si
respira un
clima di
tensione a
San Luca
all'indomani
dell'esecuzione
di sei
italiani
all'esterno
di un
ristorante
di Duisburg,
ultimo,
sanguinoso
capitolo
della faida
che divide i
Nirta-Strangio
e i
Vottari-Pelle-Romeo.
I cronisti
parlano di
una città
fantasma,
con
pochissima
gente per le
strade e una
massiccia
presenza di
forze
dell'ordine:
la paura di
una
ritorsione,
ovvero di un
"terzo atto
in
Calabria",
evocata
anche dal
ministro
dell'Interno,
Giuliano
Amato, è
tanta.
A Duisburg è
già al
lavoro un
qualificatissimo
pool di
investigatori
italiani,
chiamati ad
aiutare i
colleghi del
posto nella
ricerca del
"gruppo di
fuoco"
arrivato
verosimilmente
dalla
Calabria. La
convinzione è
che dietro
la guerra
tra famiglie
ci siano gli
interessi
miliardari
di
un'organizzazione
sempre più
aggressiva,
capace negli
ultimi anni
di assumere
il controllo
di un terzo
del mercato
mondiale di
cocaina.
"I motivi
non sono
solo
d'onore, ma
anche e
soprattutto
di
interessi",
sottolinea
il vicecapo
della
Polizia,
Nicola
Cavaliere,
mentre il
procuratore
nazionale
antimafia,
Piero
Grasso,
invita a non
trascurare,
nella
lettura
dell'episodio,
il fatto che
"siamo di
fronte ad
una
organizzazione
che ha
assunto uno
straordinario
potere
economico".
Polizia
tedesca:
faida
mafiosa
Anche la
polizia
tedesca
segue la
pista della
faida
mafiosa
nelle
indagini
sulla strage
di sei
italiani a
Duisburg.
Dopo che
ieri aveva
parlato di
indagini "in
tutte le
direzioni",
oggi un
portavoce
della
polizia
locale ha
detto che si
privilegia
l'ipotesi
della faida
tra famiglie
mafiose e
ciò - ha
precisato il
portavoce
Joerg
Sommerfeld -
grazie alle
informazioni
ricevute dai
colleghi
inquirenti
italiani".
Il portavoce
ha detto che
si esaminano
in
particolare
le immagini
riprese da
un'installazione
video sul
luogo dell'
agguato. "La
qualità
delle
immagini
tuttavia
non è buona
e ci sono
quindi
difficoltà.
Il lavoro è
affidato a
degli
specialisti",
ha affermato
Sommerfeld.
Tra
i morti il
proprietario
ristorante,
introvabile
il socio
Tra i sei
morti della
strage di
Duisburg,
c'è anche
uno dei
proprietari
del
ristorante-pizzeria,
"Da Bruno",
teatro del
massacro. Si
tratta di
Sebastiano
Strangio, 39
anni, da
tempo in
Germania.
Gli
investigatori
in queste
ore stanno
cercando di
rintracciare
un altro
socio del
locale,
Giuseppe
Strangio,
che secondo
le notizie
raccolte
dovrebbe
trovarsi in
Italia da
diversi
giorni e
quindi non
era a
Duisburg
nella notte
di
Ferragosto.
Le sue
ricerche
sono state
intensificate
ma finora
non è stato
rintracciato.
Ignote
identità e
provenienza
dei due
killer
Sull'identità
e la
provenienza
dei killer -
sembra
fossero due
- non si sa
ancora
nulla. "Ci
stiamo
occupando di
questo e non
abbiamo al
momento
alcun
elemento
concreto",
ha detto
Sommerfeld.
Il portavoce
della
Polizia ha
poi aggiunto
che i
cadaveri dei
sei italiani
sono
sottoposti
ad autopsia
a Duisburg.
"Solo al
termine
delle
analisi
autoptiche
verrà dato
il via
libera all'
eventuale
rimpatrio
delle salme,
e saranno
poi i
familiari a
decidere
sulla loro
sepoltura,
se in
Germania o
in Italia".
Marco Marmo
era
l'obiettivo
dei killer?
Prende
sempre più
consistenza
l'ipotesi
che il vero
obiettivo
della strage
fosse Marco
Marmo, il
venticinquenne
che domenica
scorsa, dopo
aver
ricevuto
l'avviso
orale da
parte del
questore di
Reggio
Calabria, in
tutta fretta
aveva
lasciato la
Calabria, in
auto, per
raggiungere
Duisburg. Il
giovane era
considerato
dal clan
rivale come
uno dei
componenti
del commando
che il
giorno di
Natale dello
scorso
provocò la
morte di
Maria
Strangio,
moglie del
presunto
boss
Giovanni
Nirta, di un
parente
della
vittima e
del
ferimento
del fratello
di Nirta e
di un
nipotino di
5 anni. Le
altre cinque
vittime di
Duisburg
sarebbero
entrate nel
mirino dei
killer,
partiti
probabilmente
dalla
Calabria,
solo perché
si trovavano
in compagnia
di Marmo.
Potrebbe
essere il
caso dei
fratelli
Francesco e
Marco
Pergola,
figli di un
appuntato
della
polizia in
pensione che
aveva
lavorato nel
commissariato
di Siderno.
I due
giovani si
trovavano in
Germania da
alcuni anni
e lavoravano
nel
ristorante
"Da Bruno".
Gratteri:
iniziative
per una
risposta
veloce
"Siamo al
lavoro per
dare una
risposta
veloce".
Francesco
Gratteri,
direttore
centrale
della
Polizia
Anticrimine,
oggi ha
partecipato
ad un
vertice con
la polizia
giudiziaria
"in cui - ha
detto -
abbiamo
avviato le
analisi per
fare il
punto della
situazione e
decidere le
iniziative
da
intraprendere
per dare una
risposta
veloce. Si
tratta,
quindi, di
pianificare
tutte quelle
attività in
più rispetto
a quelle già
in atto da
collegare a
quelle
avviare nel
dicembre
scorso, il
giorno dopo
l'agguato a
San Luca".
"C'e la
massima
attenzione -
ha aggiunto
Gratteri - e
già da ieri
sono state
avviate una
serie di
iniziative
di contrasto
a questa
incredibile
recrudescenza
criminale.
In ogni
caso, la
perfetta
conoscenza
da parte
degli
inquirenti
delle
strutture
delle
famiglie di
San Luca
coinvolte
nella faida
consente di
adottare un
programma
d'intervento
ben preciso.
Vi sono
elementi di
conoscenza
che
legittimano
un'aspettativa
di risposta.
E poi è
necessario
predisporre
un
dispositivo
che in
qualche modi
impedisca il
ripetersi di
questi
fatti".
Gratteri:
servono
modifiche
profonde al
codice
Secondo
Gratteri a
monte della
difficoltà
alla
criminalità
organizzata
c'è un
"problema
normativo",
ovvero in
Italia la
legislazione
esistente -
specie nella
certezza
della pena -
non è
sufficiente
per un
contrasto
certo.
Intervenendo
questa
mattina a
"Radio
anch'io",
Gratteri ha
sottolineato
l'esigenza
di
interventi
del
legislatore
sul codice
di procedura
penale:
"Occorre
insistere,
apportando
modifiche
profonde".
In questa
maniera
diventerebbe
più concreta
e duratura
nel tempo
l'azione di
contrasto al
crimine
organizzato.
(©
Rai News) |