Escultura de Bento XVI é criticada por
Liga Católica Italiana Antidifamação
MILÃO - Uma polêmica
escultura que retratava o papa Bento XVI de sunga e
peruca loira foi retirada de uma exposição sobre
arte e erotismo homossexual realizada no Palácio da
Regione, em Milão.
A obra, chamada de
Miss Kitty, de autoria de Paolo Schmidlin,
mostrava um homem idoso com as feições do papa,
seminu, com cabelo louro preso com uma presilha
vermelha. A obra foi definida como blasfema pela
Liga Católica Italiana Antidifamação.
O presidente da
entidade, Pietro Siffi, havia anunciado a intenção
de processar os organizadores da exposição por
ofender o sentimento religioso dos católicos e por
crime de vilipêndio a um chefe de Estado estrangeiro
(o Estado da Cidade do Vaticano).
"É vergonhoso
mostrar o Santo Padre em versão transexual", disse
Siffi à BBC Brasil. "A lei italiana não permite que
se ofenda o chefe de um Estado com o qual mantém
relações diplomáticas."
O presidente da
Liga Católica afirmou que a pressão de políticos e
da entidade, que chegou a mandar cartas de
reclamação para a prefeitura de Milão, funcionou.
"Presumo que as pressões tiveram um peso na
decisão", disse Siffi.
Exposição
A exposição
recebeu o nome de Vade Retro, Arte e
Homossexualismo de Von Gloeden a Pierre et Gilles,
em referência, com duplo sentido, à expressão em
latim que significa "vá embora" ou "vá para trás".
Inaugurada na
segunda-feira, a mostra provocou grande polêmica por
causa de algumas das obras expostas e por ser
proibida para menores de 18 anos.
Agora, com a
decisão de eliminar a causa principal das críticas,
a exposição volta a ser aberta ao público menor de
idade.
Cerca de 150 obras
estão expostas. A maioria é formada por fotografias
de autores famosos, mas há também pinturas e
esculturas. Além da escultura do papa, foram
retiradas outras duas obras.
Uma delas era
baseada na fotografia de Silvio Sircana, um dos
assessores do primeiro-ministro Romano Prodi, que
provocou escândalo alguns meses atrás. Na foto, o
político aparecia junto com um travesti brasileiro.
Na elaboração artística, o travesti foi substituído
pela imagem de Cristo.
Desculpas ao papa
O organizador da
exposição, o secretário da Cultura de Milão e
crítico de arte Vittorio Sgarbi, anunciou na
terça-feira a retirada das obras e informou que
comprou a escultura Miss Kitty.
"Vou ficar com
ela, assim posso me desculpar com o papa", declarou
à imprensa italiana.
Apesar das obras
consideradas "blasfemas" terem sido retiradas, a
Liga Católica Antidifamação não mudou de idéia com
relação à denúncia judicial e vai seguir adiante em
sua intenção.
"Nós vamos
processsá-los do mesmo jeito. Se o crime foi
cometido por um dia ou um mês, não muda nada",
declarou Pietro Siffi à BBC Brasil.
Segundo o
presidente da associação, a inauguração foi
realizada na presença das autoridades de Milão,
jornalistas e intelectuais, e teve grande
repercussão na imprensa. "Deram um péssimo exemplo",
disse.
(©
Agência Estado)
ARTE E OMOSESSUALITÀ
Il sindaco: "Potremmo togliere
altre opere dalla mostra"
L'esposizione
voluta da Sgarbi non cessa di suscitare polemiche.
"Scandalo positivo, valorizza la kermesse". Ma
l'assessore è sempre più nel mirino
Milano, 11 luglio 2007 -
APRIRÀ DOMANI, sembra, la contrastata
mostra «Arte e omosessualità» al Palazzo della
Ragione. Ma con quali opere? Dopo l’inaugurazione a
inviti di lunedì e, naturalmente, le polemiche, ieri
è scesa in campo Letizia Moratti
(foto) in persona,
sostenendo non solo di essere stata lei a chiedere
che fossero tolte «le opere più provocatorie», ma
che la mostra «è al vaglio dell’amministrazione», e
che «non è escluso che altre opere possano essere
tolte dal percorso espositivo prima dell’apertura al
pubblico». Che era prevista per domani dopo una
serie di ambigui rinvii.
Se le 150 opere in esposizione volute da Sgarbi sono
quasi tutte decisamente scandalose, tre in
particolare hanno suscitato un vespaio di polemiche.
C’è l’Ermafrodita di Paul Schmidt, che dipinge un
uomo nudo con ben in vista un sesso femminile, che
Sgarbi vorrebbe restasse perché, spiega, «lì non c’è
alcuna provocazione, è un fatto naturale». Non ci
saranno invece la foto artisticamente rimaneggiata
di Sircana in tour nella via dei trans, intitolata
«Ecce Trans» dalla coppia di autori ConiglioViola,
tolta «perché artisticamente modesta» e non c’è
nemmeno la statua intitolata «Miss Kitty» di Paolo
Schmidlin, che allude a un Papa Benedetto XVI in
versione omosessuale. Sgarbi, con un imprevedibile
colpo di scena, l’ha comprata e la terrà per sé.
MA LE polemiche non si placano. Se
un imbarazzato Ignazio La Russa, che figura fra gli
autori della prefazione al catalogo, sostiene di non
aver mai visto Miss Kitty, e tantomeno lo scatto
Ecce Trans con Gesù al posto di Sircana, a Palazzo
Marino cresce l’insofferenza nei confronti di un
assessore alla Cultura irrefrenabile nella sua forse
discutibile genialità. E sulle proteste sono tutti
d’accordo, destra e sinistra. A cominciare da Carlo
Fidanza, capogruppo di An in Consiglio Comunale, che
dice: «Sgarbi il 20 giugno scorso in un’intervista
al Giorno diceva di mettere in galera gli artisti
blasfemi. Che ora, appena venti giorni dopo sia
stato costretto a comprarsi l’opera di un’artista
blasfemo pur di non esporla è una leggerezza
imperdonabile. Ma soprattutto — sostiene Fidanza —
le opere censurate andrebbero eliminate anche dal
catalogo Electa», che potrebbe perdere anche il logo
del Comune di Milano stampato all’inizio del libro.
Ma c’è di peggio. La Lega cattolica
antidiffamazione, oltre a voler presentare una
denuncia alla Magistratura, chiede «la revoca
immediata di qualsiasi forma di patrocinio e
finanziamento da parte delle istituzioni pubbliche».
Pierfrancesco Majorino, consigliere comunale
dell'Ulivo, ha chiesto alla Giunta Moratti di
«smetterla con una gestione della cultura impazzita
che genera annunci, controannunci e smentite».
In realtà la maggior parte dei quadri esposti non
lascia nulla all’immaginazione, ma evidentemente
nessuno prima se ne era accorto. «Bene ha fatto
Sgarbi a togliere le opere contestate — aggiunge La
Russa —. Aperta la mostra, è risultato evidente che
la loro presenza finiva con lo snaturare
l’iniziativa a cui tanti, io compreso, si erano in
buona fede accostati con l’intento di contribuire a
superare ogni pregiudizio. Peggio ancora, la
presenza di queste opere ha costituito una vera e
propria offesa alla giusta sensibilità di molti, e
finiva col rappresentare una reale occasione di
nuovi scontri e nuovi pregiudizi. L’opposto di
quello che Sgarbi mi ha sempre detto di voler
ottenere».
ALLA FINE (ma la parola fine si può
già scrivere?), l’assessore appare tranquillo, anche
se questo ennesimo scandalo non giova certo alla sua
stabilità. «La mostra su Arte e Omosessualità ha
centrato almeno un obiettivo — dice —: quello di
portare Palazzo della Ragione sotto i riflettori,
restituendo un Palazzo mirabile alla città, ai
milanesi e ai turisti. Non posso non condividere le
osservazioni del sindaco Letizia Moratti sul
rispetto delle istituzioni che, peraltro, non è mai
venuto meno. È facilmente comprensibile come non
potessi prevedere che nell'opera di Paolo Schmidlin
si potessero ravvisare le sembianze del Papa. Per
quanto riguarda il patrocinio, è questione che non
si pone perché trattasi di mostra studiata e ideata
dall'assessorato anche per valorizzare Palazzo della
Ragione, ai più sconosciuto. Obiettivo che è stato
raggiunto. Questo scandalo, dunque, è stato positivo
sia per la mostra che per il Palazzo». Ma gli
attacchi alla sua poltrona si moltiplicano, e non
tutti sono d’accordo sui mezzi usati per
conquistare, sia pure all’arte e a Milano, tanta
popolarità.
di Massimiliano Mingoia e Rossella
Minotti
(©
Il Giorno) |