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Na Itália, brasileira quase é levada viva para necrotério

A brasileira Loren Aparecida dos Santos Landin


Por engano, equipe médica declarou morta Loren Aparecida dos Santos Landin

Uma hora e 15 minutos depois, funcionário que retirava o corpo notou que ela respirava; levada para hospital, seu estado é grave

DA REPORTAGEM LOCAL

A brasileira Loren Aparecida dos Santos Landin, 29, quase foi levada para o necrotério em Turim, na Itália, depois de ser declarada morta por engano pela equipe médica que a socorreu na noite de sábado.

Loren, que é casada com um italiano e mora na cidade de Saluggia (a 100 km de Turim), foi vítima de um acidente de carro na estrada que liga Turim e Chivasso, no norte do país.

Ao chegar ao local, a equipe, liderada pelo médico Umberto Bertola, declarou que Loren estava morta e que não havia mais nada a fazer.

Segundo o jornal italiano "La Repubblica", durante uma ultrapassagem, ela perdeu o controle do veículo, um Rover 214, e bateu contra uma mureta. Foi jogada para fora do carro. De acordo com depoimentos, ela não usava cinto de segurança.

O médico Umberto Bertola foi suspenso do pronto-socorro em que trabalhava. Em entrevista ao jornal italiano "La Stampa", ele disse que encontrou a brasileira no chão, de bruços. Afirmou ter feito um eletrocardiograma, com eletrodos fixados nos pés e nos braços, mas admitiu não ter virado o corpo. "Hoje digo que teria sido melhor virá-la, mas naquele momento estava convencido de que não havia mais nada a fazer", contou.

Ele disse que não percebeu batimentos cardíacos em Loren. "Havia. Um batimento mínimo, mas não percebi."

Depois de declarada morta, às 20h no horário local (15h em Brasília), a polícia chamou a equipe do necrotério para retirar o corpo. Uma hora e 15 minutos depois, ao pegar o corpo para colocá-lo no caixão de zinco, um funcionário do necrotério percebeu que ela estava viva e respirava com dificuldade.

"Naquele momento, ela respirou e vomitou sangue", declarou o funcionário, Antonio Inverso, 57, aos jornais italianos. "Ficamos todos sem palavras."

A ambulância já havia ido embora, e foi preciso chamar outra.
Loren está internada no hospital San Giovanni Bosco, de Turim, em estado grave. Segundo jornais italianos, os médicos temem que o tempo perdido durante o socorro seja fatal.

A Folha apurou que a brasileira deve passar por uma cirurgia hoje.

(© Folha de S. Paulo)


Si risveglia mentre la portano all’obitorio

Quasi due ore sulla strada sotto un lenzuolo, solo i necrofori si accorgono che è viva

di Diego Andrà

TORINO. Alle 20 il medico legale ha scritto il referto, stabilendone il decesso. Ma un’ora e un quarto più tardi, quando i necrofori hanno iniziato le operazioni per il trasferimento di quel corpo «senza vita» nel cofano di zinco, per il trasporto all’obitorio, si sono accorti che la donna respirava ancora, si muoveva, sanguinava. E’ stato immediatamente allertato il «118», l’ambulanza è tornata sul posto per portare la donna in ospedale e darle le cure necessarie.

E’ successo ieri sera nella prima cintura di Torino. La brasiliana Loren Aparecida Dos Santos Landin, 29 anni, residente a Saluggia in via del Nocereto 11, sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale di Chivasso. Accanto a lei, il marito Roberto Gallo, 36 anni, operaio: «Spero solo che quell’ora e mezza buttata via, credendola ormai senza speranze, non abbia compromesso irrimediabilmente le sue condizioni». Lui non era con lei in auto. Sono stati gli uomini della polizia stradale ad avvertirlo, poco dopo le 19,30, che sua moglie era rimasta vittima di un grave incidente stradale. Lui non ha perso un attimo e l’ha raggiunta. La donna aveva trascorso il pomeriggio a Torino per commissioni. Verso le 19 riprende la strada di casa, a bordo della sua Rover 214 di colore chiaro. Sta percorrendo la superstrada numero 11, che da Torino conduce a Chivasso, quando azzarda un sorpasso e perde il controllo della vettura. E’ al confine con Brandizzo, il volante le sfugge di mano e si schianta contro lo spartitraffico centrale, di cemento. Il violento urto fa rimbalzare l’auto sul lato destro, contro il guard-rail, e poi ancora, di nuovo contro lo spartitraffico. Loren, che non indossa le cinture di sicurezza, viene sbalzata fuori dall’abitacolo della vettura e si schianta a suolo. L’auto prosegue la sua corsa per una ventina di metri, prima di ribaltarsi. Nessun’altra vettura rimane coinvolta nell’incidente. Ma la donna è immobile, sul ciglio della strada, in una pozza di sangue.

L’ambulanza impiega pochi minuti ad arrivare sul posto. Ma quando il medico dell’unità di Soccorso Avanzato si avvicina a Loren capisce che alla donna non restano molte speranze. L’elettrocardiogramma avrebbe dato esito negativo. Alle 20 il medico redige il referto di decesso e copre la «presunta» salma con un telo. Quindi l’ambulanza di Soccorso Avanzato rientra alla base. A vegliare sul corpo di Loren resta l’ispettore superiore della polizia stradale Armando Italiano con una squadra di agenti. I necrofori chiamati per portare via la salma arrivano alle 21,15. Ma appena girano il «presunto» cadavere per caricarlo sul furgone vengono travolti da uno schizzo di sangue: Loren respira e si lamenta. E’ viva. Gli operatori chiamano di nuovo il «118», la stessa ambulanza di prima torna sul posto e trasporta la donna all’ospedale di Chivasso. Ma qui c’è la Tac rotta, e alle 23,20 viene deciso il trasferimento a Torino, al San Giovanni Bosco. I medici, però, sono pessimisti. Sperano che il tempo perduto, al di là delle ferite e delle lesioni, non le sia fatale.

Quasi un anno fa, e quasi nello stesso punto, un altro incidente aveva quasi strappato alla vita la brasiliana. Era il 13 settembre, alla guida dell’auto c’era il marito. I due stavano litigando e, a un tratto, la donna aveva spalancato la portiera dell’auto e si era lanciata sull’asfalto, senza che lui potesse fare nulla per evitare il gesto. Loren era quindi stata ricoverata in Rianimazione a Chivasso: si era ripresa dopo una lunga convalescenza. Il corpo della ragazza ancora ricoperto da un lenzuolo dopo l’incidente.

(© La Stampa Web)


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