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Ansa
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Mohammed Saleem no momento
da prisão |
A Itália segue chocada pelo caso de uma jovem paquistanesa de 21
anos assassinada na região de Brescia (norte do país), supostamente
depois que seu pai, acusado hoje de homicídio, e outros parentes a
"condenaram" por viver com seu namorado italiano e não querer casar-se
com a pessoa escolhida pela família.
O corpo de Hina Saleem foi encontrado no sábado passado, degolado e
enterrado no jardim da casa de sua família, que estava vazia e com
sinais de que seus ocupantes a tinham abandonado de forma precipitada.
Após dois dias desaparecido, o pai da jovem, Mohammed Saleem, foi detido
hoje pela Polícia junto com seu cunhado, na cidade vizinha de Gardone.
Ele foi acusado de homicídio premeditado e ocultação de cadáver.
Testemunhas disseram no sábado ter visto três pessoas, dentre as quais o
pai de Hina, cavar uma cova no jardim de sua casa, onde o cadáver foi
encontrado, envolto em um lençol.
A jovem muçulmana trabalhava em uma pizzaria e vivia há meses no centro
de Brescia com seu namorado, um italiano de 33 anos e de religião
católica, que denunciou o desaparecimento à Polícia.
Segundo a imprensa local, tudo aponta para que o pai, o cunhado e um tio
da menina tenham decidido "sentenciá-la" por sua recusa em se casar no
Paquistão com um de seus primos, tal como havia sido planejado pela
família.
O advogado do pai, Alberto Bordone, afirmou hoje à imprensa italiana que
o acusado está "tranqüilo" e "consciente de sua situação", embora tenha
optado por permanecer em silêncio diante dos juízes que o interrogaram.
(©
Último Segundo)
SAREZZO (BRESCIA) - Sgozzata e seppellita
nel giardino della casa dei genitori. Un delitto in cui potrebbe
aver avuto un ruolo determinante l'integralismo islamico. La macabra
scoperta è avvenuta a Sarezzo, comune della media Valtrompia, in
provincia di Brescia.
I carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia, che hanno
trovato il cadavere di Hina Saleem, 20 anni, pachistana, non sono
arrivati per caso a quello che si è dimostrato essere un vero e
proprio giardino dell'orrore. Erano infatti impegnati nelle ricerche
della ragazza di cui, da tre giorni, era stata denunciata la
scomparsa. La denuncia era stata presentata nella caserma dei
carabinieri di San Faustino, in città, dal fidanzato della ragazza,
un italiano 33enne che vive a Brescia. E da allora i carabinieri
hanno iniziato le ricerche, gli accertamenti, le indagini.
Tutto si è svolto meticolosamente, al punto che sin dalle ore
successive a quando gli inquirenti si erano attivati, è giunta
quella che si può considerare una vera e propria svolta. Un
testimone ha detto ai carabinieri che un familiare, forse il padre,
era stato visto scavare nel giardino dell'abitazione. I carabinieri
hanno voluto subito approfondire questa pista investigativa. Nel
pomeriggio di oggi, quindi, sono iniziati gli scavi nel punto
indicato dal testimone.
A rendere la vicenda ancora più inquietante è stato l'
allontanamento da casa di tutti i familiari della ragazza, ancora
tutti irreperibili. Difficile, praticamente impossibile, considerare
slegate le vicende: l'omicidio della ragazza, l'occultamento del
cadavere e la scomparsa dei familiari. Proprio per queste ragioni i
carabinieri stanno indagando a fondo sul rapporto tra la ventenne e
i familiari. Ed è già emerso che recentemente c'erano dei dissapori
tra il padre e la figlia. I vicini avrebbero infatti riferito di
rimproveri mossi dal padre alla ragazza, accusata di vestirsi in
modo troppo occidentale. Pare inoltre che la famiglia avesse già
deciso il futuro sentimentale della 20enne, un futuro assolutamente
diverso dal presente, rappresentato dal legame con il fidanzato
bresciano. Nelle intenzioni della famiglia ci sarebbe stato, in
sostanza, il matrimonio con un'altra persona.
Certo è che Hina è stata colpita con un coltello alla gola, anche se
presenta ferite più lievi, forse conseguenza di una colluttazione,
anche in altre parti del corpo. Per poter verificare tutto questo, è
stato però necessario estrarre dal terreno il corpo della ragazza.
Il cadavere era in un sacco della spazzatura a circa un metro di
profondità. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per più di
un'ora prima di rimuovere la terra dal corpo, mentre i i carabinieri
della Scientifica procedevano ai rilievi.
Questa storia richiama fortemente, per dinamica, quella che portò
Brescia alla ribalta delle cronache nazionali proprio un anno fa
quando, il 17 agosto al Passo del Vivione, vennero ritrovati i resti
di Aldo Donegani e Luisa De Leo. I loro corpi erano stati fatti a
pezzi e, dopo essere stati messi in sacchi della spazzatura, gettati
in un dirupo. Anche allora le attenzioni degli investigatori vennero
indirizzate verso un parente delle vittime, il nipote Guglielmo
Gatti, arrestato proprio il 17 agosto e in carcere da allora. Sarà
processato il 21 settembre prossimo.
(©
Ansa.it)
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