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Marinha
dos Estados Unidos abandonará a base militar de Maddalena |
10/08/2006
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O
arquipélago de Maddalena, na Sardenha |
ROMA E
CAGLIARI (ANSA) - A Marinha dos Estados Unidos
abandonará a base militar do arquipélago de Maddalena, na Sardenha, no
início do 1º semestre de 2008, informou o Departamento de Defesa
norte-americano ao Ministério de Defesa italiano.
A base de
suporte para submarinos e armamento nuclear foi construída em 1972,
depois de um acordo bilateral secreto entre os governos norte-americano
e italiano.
"É uma
informação que tínhamos combinado já", afirmou o presidente da Junta
Nacional, Renato Soru.
"Com a
retirada dos militares norte-americanos, temos pouco mais de 18 meses
para apresentar projetos alternativos para o desenvolvimento econômico e
social, em especial na área de turismo, deste arquipélago cheio de
belezas naturais."
O presidente
da Comissão de Meio Ambiente do Senado, Tommaso Sodano, disse que "é um
momento histórico e se deve à luta de ambientalistas e pacifistas, que
não renunciaram em todos estes anos aos seus objetivos".
"Finalmente os
norte-americanos fecharam a base, e nos livraram da presença de
perigosos detritos atômicos. A Sardenha é a região italiana que pagou o
preço mais alto em termos de serviços militares."
Por sua vez, o
ministro do Meio Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, também expressou
satisfação. "Agora há uma nova perspectiva para restituir ao uso civil
uma área de grande prestígio e abrir uma nova fase para a defesa do
território."
(©
Ansa Latina)
Maddalena, via la base entro la metà del
2008
Via la base Usa dalla Maddalena. Dopo
anni di proteste e battaglie contro la presenza di missili a propulsione
nucleare nei mari della Sardegna, la Marina degli Stati Uniti ha
ufficialmente annunciato che abbandonerà l´arcipelago sardo. E stavolta
ha anche fornito una data limite: entro il primo semestre del 2008
sommergibili, uomini e bunker abbandoneranno l´isola di santo Stefano
dove si trova la Us Navy.
È stato il ministro della Difesa Parisi a comunicare la notizia durante
l'incontro convocato a Roma proprio per affrontare il problema delle
servitù militari in Sardegna. Lo smantellamento della base di Santo
Stefano (costituita nel 1972 dopo una accordo bilaterale segreto tra il
governo statunitense e quello italiano mai ratificato dal Parlamento)
era una delle priorità dell´amministrazione regionale sarda guidata da
Renato Soru. A portare alla ribalta il pericolo nucleare legato alla
presenza delle basi Usa in Sardegna era stato in particolare l´incidente
di tre anni fa (il 25 ottobre 2003) al sottomarino nucleare Hartford.
Incagliatosi nella Secca dei Monaci il sottomarino a stelle e strisce
aveva riportato gravi danni e messo gravemente a rischio la popolazione.
Nonostante questo l´incidente era stati tenuto nascosto all'opinione
pubblica fino a quando non erano trapelate notizie di misure
disciplinari prese dalla marina statunitense nei confronti del
comandante e di altri otto membri dell'equipaggio del sommergibile.
Da allora la battaglia per liberare la Sardegna dal pericolo nucleare
non aveva avuto sosta. E la presenza all'interno del parco nazionale
dell'arcipelago della Maddalena di una base militare di supporto ai
sottomarini nucleare era stata dichiarata «insostenibile» dalla Regione
che alla fine dell'anno scorso era riuscita ad incassare un insperato
aiuto dal Governo Usa che aveva deciso la chiusura della base. «Le
caratteristiche di questa installazione - aveva detto un portavoce del
Pentagono, Joe Carpenter dell'US Navy - non sono più richieste a causa
dello spostamento dello scenario odierno della sicurezza verso una nuova
serie minacce».
Ufficiosamente, la scadenza della metà del 2008 per lo smantellamento
della base della Us Navy nel nord della Sardegna era circolata ai primi
di giugno. I sindacati confederali locali avevano appreso da alcuni
militari della base in vena di confidenze al bar che «un certo Master
Chief della Us Navy» aveva notificato ai militari di stanza nell'isola
che la Uss Emory Land (ossia la nave appoggio dei sommergibili) avrebbe
lasciato Santo Stefano nell'ottobre 2007. Il che significava la
conseguente chiusura della Naval Support Activity nel maggio 2008.
A fine luglio, in risposta a una decina di senatori del centrosinistra,
il ministro della Difesa, Arturo Parisi, aveva dichiarato che contava di
individuare entro l'autunno la data dello smantellamento della base e
già a fine maggio l'ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli,
aveva dichiarato la disponibilità del suo governo ad avviare colloqui
per stabilire tempistica e modalità di dismissione. «Con la scomparsa
dell'Urss e le nuove minacce che provengono da altre parti del mondo, la
base di La Maddalena ha perso la validità strategica che aveva 34 anni
fa».
Ma anche se Santo Stefano verrà smantellata il Belpaese resta
disseminato di basi Usa e Nato: da Camp Darby (Pisa) a Ghedi Torre
(Brescia), da Aviano (Pordenone) a Sigonella (Catania) e Pisignano
(Ravenna). E, secondo quanto denunciano da anni associazioni pacifiste e
anche parlamentari del centrosinistra, dentro a queste basi sono
stoccati armamenti nucleari. Nella stessa Sardegna, a parte la base
atomica di santo Stefano, si trovano numerose altre installazioni
militari Nato e Usa.
E non solo. Nella lettera e nella interrogazione rivolta al Governo e ad
Arturo Parisi a fine luglio, i dieci parlamentari del centrosinistra
hanno messo in rilievo anche un altro problema: l´aeroporto civile di
Vicenza. «Il settore civile dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza –
denunciano i parlamentari - è in procinto di passare sotto il controllo
delle forze armate statunitensi, che intenderebbero concentrare a
Vicenza nuovi contingenti in arrivo da altri Paesi. A tal fine gli Usa
prenderebbero in gestione per un numero imprecisato di anni buona parte
dell'area civile dell'aeroporto, all'interno della quale dovrebbero
essere costruiti alloggi per 2.000 militari e un imponente serie di
strutture logistiche per una spesa pari a circa 800 milioni di dollari».
Contro questo progetto la popolazione della zona ha raccolto 7mila firme
in dieci giorni. Da sottolineare che nei pressi di Vicenza si trova la
base di Camp Ederle: non quartier generale della task force a stelle e
strisce che opera nel Mediterranneo e da cui partono molti soldati
diretti in Iraq.
(©
L´Unità)
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