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Berlusconi vai responder a corte por fraude

08/07/2006

Silvio Berlusconi


Um juiz italiano decidiu ontem processar o ex-primeiro ministro da Itália, Silvio Berlusconi, 69, por acusações de fraude na emissora Mediaset -o mais recente de uma gama de processos judiciais envolvendo o homem mais rico do país.

O processo, que Berlusconi rejeitou alegando ser politicamente motivado, ocorre após uma investigação de quatro anos por suspeitas de fraude, fraude contábil, sonegação de impostos e lavagem de dinheiro em negociações de direitos televisivos entre 1994 e 1999.

Berlusconi pode ser sentenciado a até seis anos de prisão caso seja condenado por sonegação.

Mas o ex-premiê conservador já evitou a cadeia em pelo menos sete julgamentos por corrupção. Apesar de ter sido considerado culpado quatro vezes, Berlusconi conseguiu recorrer das decisões e reverter os veredictos. Em alguns casos, os crimes acabaram prescrevendo.

Berlusconi acusou várias vezes os juízes de trabalhar a favor dos partidos de centro-esquerda e disse que eles continuariam perseguindo-o mesmo após sua saída do poder.

O advogado do ex-premiê, Niccolo Ghedini, considerou a decisão judicial "previsível".

(© Folha de S. Paulo)

Saiba+ sobre Silvio Berlusconi (site da Forza Italia, seu partido)



Fondi neri, Berlusconi sarà di nuovo processato

Forza Italia insorge: vogliono distruggere il leader dell’opposizione

di Paolo Colonnello

Il leader di Forza Italia Silvio BerlusconiMILANO. Alla fine, per dirla con le parole di un pm, rimangono una manciata di milioni. Qualche decina: il residuo di quelli che, secondo la Procura milanese, Silvio Berlusconi, in concorso con Fedele Confalonieri, l’avvocato David Mills e altri 6 imputati, tra fiduciari e comprimari, avrebbe fatto sparire dalla casse dell’erario e della stessa Mediaset, con un’evasione fiscale sulla compravendita gonfiata dei diritti tivù protrattasi per anni.

Commettendo nel contempo una sfilza di reati: dall’appropriazione indebita, alla frode fiscale, al falso in bilancio, per Berlusconi; falso in bilancio per Confalonieri; al concorso, la ricettazione, il riciclaggio, a vario titolo, per gli altri imputati. Almeno così ha deciso ieri, con un’ordinanza di 4 pagine, il giudice per l’udienza preliminare Fabio Paparella, fissando un nuovo processo per il Cavaliere e i suoi “concorrenti” che dovrà celebrarsi dal 21 novembre prossimo. Paparella - altrimenti noto (parole dello stesso Berlusconi) come il «giudice a Berlino», sinonimo per il Cavaliere di giudice imparziale - per arrivare a questa conclusione ha impiegato quasi 9 mesi di udienze preliminari.

Una corsa contro il tempo, visto che poco prima della richiesta di rinvio a giudizio dei pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, il Parlamento approvò la tanto discussa legge Cirielli, grazie alla quale i tempi di prescrizione di questo processo sono stati dimezzati. Con un effetto immediato: la decurtazione dal pacchetto accusatorio di tutti gli episodi, dal gonfiaggio dei prezzi dei film, alle false fatturazioni, alle triangolazioni con i paradisi fiscali (le “architetture” di David Mills), che secondo i pm erano stati commessi a partire dal 1995 fino al 1999.

In piedi rimangono insomma solo i fatti dal 1999 al 2000-2001. Tradotto in cifre, «con riguardo all’indicazione di costi fittizi corrispondenti a fatture per operazioni inesistenti», vuol dire per esempio 301 miliardi di vecchie lire evasi al fisco sui quali il gup ha dovuto mettere una croce per un intervenuto condono. Considerandoli cioè «fatti non punibili ai sensi dell’articolo 15 comma 7, legge 289 del 2002 ed altresì in ordine alle residue ipotesi di frode fiscale relative agli anni 1996-97 perché estinte per prescrizione». Nonché altre centinaia di milioni di euro, che secondo l’accusa finirono direttemente nella disponibilità di Berlusconi e sui quali la legge non potrà intervenire grazie al calcolo delle prescrizioni della Cirielli.

In altre parole, all’accusa sono rimaste in mano tante carte ma pochi fatti davvero giudicabili. Il che significa che il processo che dal prossimo novembre vedrà in aula nelle vesti d’imputati l’ex presidente del Consiglio e il presidente di Mediaset, sarà una partita che si giocherà senza tempi supplementari, scadendo i termini tra la fine del 2007 e i primi del 2008. I fatti oggetto dell’inchiesta riguardano la compravendita di diritti tivù e cinematografici per complessivi 470 milioni di euro che sarebbe stata effettuata da Fininvest, la holding cui fa capo Mediaset, attraverso due società off shore, la Century One e la Universal One, nel periodo dal 1994 al 1999. L’ipotesi d’accusa è che delle società Usa, in accordo con Fininvest e poi Mediaset, abbiano venduto i diritti alle due società off shore, controllate da fiduciari che rispondevano direttamente a Berlusconi, con una forte maggiorazione di prezzo alla stessa Mediaset per creare ingenti fondi neri e aggirare il fisco italiano.

In sostanza, il meccanismo prevedeva una sostanziosa «cresta» su tutti i film che venivano ceduti dalle major americane. Mediaset respinge ovviamente ogni accusa: «I reati oggetto del provvedimento di rinvio a giudizio - si legge in una nota - non sussistono. I bilanci delle società sono sempre stati redatti nella più rigorosa osservanza dei criteri di trasparenza e delle norme di legge. Mai nessun danno è stato recato agli azionisti che, com’è noto, in questi anni hanno visto remunerati in modo brillante i propri investimenti».

Per il legale di Berlusconi, l’avvocato Niccolò Ghedini, quella del gup «era un decisione prevedibile considerando quello che è sempre accaduto a Milano». Per il legale durante l’udienza preliminare «sono stati negati in maniera sistematica i testimoni che avrebbero dimostrato l’estraneità di Silvio Berlusconi». Nel rito extraprocessuale delle polemiche che accompagnano ormai sempre ogni decisione sul leader di Forza Italia, da rilevare questa volta il duro commento del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, secondo il quale «assistiamo a un copione già visto, come nel 1996, anche oggi non ci si accontenta di aver conquistato il potere, ma l’obiettivo è quello di distruggere giudiziariamente il leader dell’opposizione e di disgregare così la Cdl».

Nei confronti di Silvio Berlusconi rimane a questo punto soltanto un’ultima incognita: l’udienza preliminare con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari per i soldi che avrebbe versato a David Mills. Non è escluso che al termine i due procedimenti possa essere riuniti.

(© La Stampa Web)

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