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Silvio Berlusconi |
Um juiz italiano decidiu ontem processar o ex-primeiro
ministro da Itália, Silvio Berlusconi, 69, por acusações
de fraude na emissora Mediaset -o mais recente de uma gama
de processos judiciais envolvendo o homem mais rico do
país.O processo, que Berlusconi rejeitou alegando ser
politicamente motivado, ocorre após uma investigação de
quatro anos por suspeitas de fraude, fraude contábil,
sonegação de impostos e lavagem de dinheiro em negociações
de direitos televisivos entre 1994 e 1999.
Berlusconi pode ser sentenciado a até seis anos de prisão
caso seja condenado por sonegação.
Mas o ex-premiê conservador já evitou a cadeia em pelo
menos sete julgamentos por corrupção. Apesar de ter sido
considerado culpado quatro vezes, Berlusconi conseguiu
recorrer das decisões e reverter os veredictos. Em alguns
casos, os crimes acabaram prescrevendo.
Berlusconi acusou várias vezes os juízes de trabalhar a
favor dos partidos de centro-esquerda e disse que eles
continuariam perseguindo-o mesmo após sua saída do poder.
O advogado do ex-premiê, Niccolo Ghedini, considerou a
decisão judicial "previsível".
(©
Folha de S. Paulo)
Saiba+ sobre Silvio Berlusconi (site da Forza Italia, seu partido)
Fondi neri, Berlusconi
sarà di nuovo processato Forza Italia insorge: vogliono
distruggere il leader dell’opposizione
di Paolo Colonnello
MILANO.
Alla fine, per dirla con le parole di un pm, rimangono una manciata di
milioni. Qualche decina: il residuo di quelli che, secondo la Procura
milanese, Silvio Berlusconi, in concorso con Fedele Confalonieri,
l’avvocato David Mills e altri 6 imputati, tra fiduciari e comprimari,
avrebbe fatto sparire dalla casse dell’erario e della stessa Mediaset,
con un’evasione fiscale sulla compravendita gonfiata dei diritti tivù
protrattasi per anni.
Commettendo nel contempo una sfilza di reati: dall’appropriazione
indebita, alla frode fiscale, al falso in bilancio, per Berlusconi;
falso in bilancio per Confalonieri; al concorso, la ricettazione, il
riciclaggio, a vario titolo, per gli altri imputati. Almeno così ha
deciso ieri, con un’ordinanza di 4 pagine, il giudice per l’udienza
preliminare Fabio Paparella, fissando un nuovo processo per il
Cavaliere e i suoi “concorrenti” che dovrà celebrarsi dal 21 novembre
prossimo. Paparella - altrimenti noto (parole dello stesso Berlusconi)
come il «giudice a Berlino», sinonimo per il Cavaliere di giudice
imparziale - per arrivare a questa conclusione ha impiegato quasi 9
mesi di udienze preliminari.
Una corsa contro il tempo, visto che poco prima della richiesta di
rinvio a giudizio dei pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, il
Parlamento approvò la tanto discussa legge Cirielli, grazie alla quale
i tempi di prescrizione di questo processo sono stati dimezzati. Con
un effetto immediato: la decurtazione dal pacchetto accusatorio di
tutti gli episodi, dal gonfiaggio dei prezzi dei film, alle false
fatturazioni, alle triangolazioni con i paradisi fiscali (le
“architetture” di David Mills), che secondo i pm erano stati commessi
a partire dal 1995 fino al 1999.
In piedi rimangono insomma solo i fatti dal 1999 al 2000-2001.
Tradotto in cifre, «con riguardo all’indicazione di costi fittizi
corrispondenti a fatture per operazioni inesistenti», vuol dire per
esempio 301 miliardi di vecchie lire evasi al fisco sui quali il gup
ha dovuto mettere una croce per un intervenuto condono. Considerandoli
cioè «fatti non punibili ai sensi dell’articolo 15 comma 7, legge 289
del 2002 ed altresì in ordine alle residue ipotesi di frode fiscale
relative agli anni 1996-97 perché estinte per prescrizione». Nonché
altre centinaia di milioni di euro, che secondo l’accusa finirono
direttemente nella disponibilità di Berlusconi e sui quali la legge
non potrà intervenire grazie al calcolo delle prescrizioni della
Cirielli.
In altre parole, all’accusa sono rimaste in mano tante carte ma pochi
fatti davvero giudicabili. Il che significa che il processo che dal
prossimo novembre vedrà in aula nelle vesti d’imputati l’ex presidente
del Consiglio e il presidente di Mediaset, sarà una partita che si
giocherà senza tempi supplementari, scadendo i termini tra la fine del
2007 e i primi del 2008. I fatti oggetto dell’inchiesta riguardano la
compravendita di diritti tivù e cinematografici per complessivi 470
milioni di euro che sarebbe stata effettuata da Fininvest, la holding
cui fa capo Mediaset, attraverso due società off shore, la Century One
e la Universal One, nel periodo dal 1994 al 1999. L’ipotesi d’accusa è
che delle società Usa, in accordo con Fininvest e poi Mediaset,
abbiano venduto i diritti alle due società off shore, controllate da
fiduciari che rispondevano direttamente a Berlusconi, con una forte
maggiorazione di prezzo alla stessa Mediaset per creare ingenti fondi
neri e aggirare il fisco italiano.
In sostanza, il meccanismo prevedeva una sostanziosa «cresta» su tutti
i film che venivano ceduti dalle major americane. Mediaset respinge
ovviamente ogni accusa: «I reati oggetto del provvedimento di rinvio a
giudizio - si legge in una nota - non sussistono. I bilanci delle
società sono sempre stati redatti nella più rigorosa osservanza dei
criteri di trasparenza e delle norme di legge. Mai nessun danno è
stato recato agli azionisti che, com’è noto, in questi anni hanno
visto remunerati in modo brillante i propri investimenti».
Per il legale di Berlusconi, l’avvocato Niccolò Ghedini, quella del
gup «era un decisione prevedibile considerando quello che è sempre
accaduto a Milano». Per il legale durante l’udienza preliminare «sono
stati negati in maniera sistematica i testimoni che avrebbero
dimostrato l’estraneità di Silvio Berlusconi». Nel rito
extraprocessuale delle polemiche che accompagnano ormai sempre ogni
decisione sul leader di Forza Italia, da rilevare questa volta il duro
commento del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, secondo il
quale «assistiamo a un copione già visto, come nel 1996, anche oggi
non ci si accontenta di aver conquistato il potere, ma l’obiettivo è
quello di distruggere giudiziariamente il leader dell’opposizione e di
disgregare così la Cdl».
Nei confronti di Silvio Berlusconi rimane a questo punto soltanto
un’ultima incognita: l’udienza preliminare con l’ipotesi di corruzione
in atti giudiziari per i soldi che avrebbe versato a David Mills. Non
è escluso che al termine i due procedimenti possa essere riuniti.
(©
La Stampa Web) |