ROMA - Un'esecuzione lampo appena scaduto l' ultimatum, nessuno spazio
alla trattativa. Mai successo nella storia dei tanti sequestri compiuti
in Iraq. Eppure, nelle parole di molti protagonisti della tragica
vicenda di Enzo Baldoni, proprio ieri era trapelato ottimismo. Sembrava
quasi fatta e invece, dice oggi un'autorevole fonte dei Servizi segreti,
tutto e' precipitato ''per un fatto imprevedibile avvenuto in loco'', in
Iraq.
E poi il video, il filmato
dell'esecuzione. La sua esistenza non era mai stata smentita fino a che,
nel pomeriggio, alla Camera, il ministro degli esteri Franco Frattini ha
precisato che in mano ad Al Jazira c'e' solo ''una foto digitale''. Il
sequestro e l'uccisione di Enzo Baldoni presenta molti lati oscuri e lo
stesso Frattini deve ammettere che, ad oggi, non si e' in grado di
stabilire che cosa sia realmente avvenuto in quelle cruciali fasi
finali.
CONTATTI APERTI, ATTIVI E POI...
Il
ministro Frattini ha spiegato che per la liberazione di Baldoni sia il
Governo che alcune organizzazioni umanitarie - ''come la Croce rossa, ma
non solo'' - avevano instaurato ''contatti, collegamenti gia' attivati
con esiti positivi'' in passato, nella precedente vicenda degli ostaggi
italiani, e c'erano ''elementi che facevano pensare ad un clima di
collaborazione''. Invece, ''poco dopo lo scadere dell'ultimatum il
nostro connazionale e' stato ucciso barbaramente''. Ma ''quei contatti
erano ancora aperti, vivi, attivati. Evidentemente - ha sottolineato
Frattini - la sequenza che ha fatto precipitare gli eventi non ci
permette di capire, oggi, cosa sia accaduto''.
007, UN EVENTO IMPREVEDIBILE
Fonti dell'intelligence confermano all'Ansa che ''esistevano spiragli
per una positiva soluzione della vicenda''. Gli 007, infatti, si erano
messi in moto subito dopo la scomparsa del giornalista e i contatti
attivati vengono tuttora definiti ''adeguati, efficaci''. Il 24 agosto,
in un summit a Palazzo Chigi, i vertici dei Servizi avevano fatto il
punto della situazione, definendo le strategie da adottare. Poi, mentre
nei giorni successivi erano ulteriormente maturate le condizioni
favorevoli alla liberazione dell' ostaggio, un ''improvviso precipitare
della situazione in loco, per un fatto imprevedibile'', ha determinato
il sedicente Esercito Islamico in Iraq ad uccidere Baldoni. Che cosa e'
successo? Le ipotesi sono diverse. Molte le indiscrezioni, ma nessuna ha
ricevuto finora conferme attendibili.
IL RUOLO DELLA CRI
Alla Camera, al termine della comunicazione di Frattini, le opposizioni
hanno chiesto un'audizione del commissario straordinario della Cri,
Maurizio Scelli, per ricostruire il viaggio del convoglio ''non
autorizzato'' a Najaf di cui faceva parte anche Baldoni, per sapere
quali erano i contatti attivati, i motivi che avevano spinto Scelli,
ieri, a dirsi ''ottimista''. Il commissario della Cri - che oggi si e'
detto ''deluso e amareggiato'' - ha respinto le critiche mosse da piu'
parti all'operato della Cri: ''non hanno alcun riscontro''. ''La Croce
rossa ce l'ha messa tutta'', ha detto. ''I contatti con alti esponenti
iracheni, sia sunniti sia sciiti, non si sono mai interrotti dai momenti
successivi al sequestro. Proprio ieri era giunta la conferma che il
canale di contatto funzionava. E ci era stato assicurato che l'
ultimatum non sarebbe stato rispettato. Le nostre trattative erano ad
altissimo livello e i nostri interlocutori ci avevano assicurato che le
cose si stavano mettendo per il meglio. Poi qualcosa e' sicuramente
cambiato'' e probabilmente all'interno del gruppo dei rapitori ''ha
prevalso l'ala piu' dura''.
IL MISTERO DEL VIDEO
L'emittente araba Al Jazira, che ieri ha dato per prima la notizia
dell'uccisione di Baldoni, ha detto al Governo italiano - come ha
riferito il ministro Frattini - di non essere in possesso di alcun
video, ma solo di una fotografia digitale con l'immagine di Baldoni.
Nessun video, nessuna colluttazione tra il giornalista e i suoi
carnefici, nessuna decapitazione, solo un corpo semisepolto dalla
sabbia: ''Al Jazira ci ha detto che non si riconosce nelle ricostruzioni
dei media italiani'', ha affermato il ministro, secondo cui ''nella foto
si vede il corpo di Baldoni in una condizione che non si puo' definire
cruenta''. Eppure quelle ricostruzioni non erano mai state smentite. Il
portavoce di Al Jazira, Jihad Ballout, ha poi spiegato all'Ansa:
''Abbiamo ricevuto circa quindici secondi di filmato, costituito da
immagini ferme, che confermano il fatto che Baldoni disgraziatamente e'
stato ucciso. Per motivi legati alla sensibilita' del nostro pubblico,
abbiamo deciso di non mandarlo in onda''. Il verde Paolo Cento ha
chiesto che ''il video, o la foto'', siano messi a disposizione del
Parlamento. Ma e' soprattutto la procura di Roma interessata a vederci
chiaro e il ministro Frattini ha detto che il Governo e' pronto ad
avviare una rogatoria per chiederne l'acquisizione.
UNA 'SENTENZA' ESEGUITA TROPPO RAPIDAMENTE
E'
l'opinione di Amad El Atrache, il giornalista di Al Jazira che per primo
visiono' il video dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi. ''La rapidita'
con cui e' stata fatta la cosa: e' questo che lascia un po' perplessi'',
ha detto. Ma l'Ucoii, l'Unione delle comunita' islamiche in Italia,
parla di una vera e propria ''messa in scena'' del delitto, di un
omicidio ''pilotato, dalle dinamiche oscure'' su cui occorre ''stabilire
la verita'''.
BERLUSCONI CHIAMA MOGLIE BALDONI: COMMOSSO CORDOGLIO
Il
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a quanto si e' appreso, ha
chiamato questa sera la signora Giusi Bonsignore, moglie di Enzo
Baldoni, e le ha espresso il commosso cordoglio suo e del governo. Il
premier ha anche manifestato ammirazione per il comportamento dei figli
del giornalista assassinato in Iraq, che avevano rivolto un appello
televisivo ai rapitori per la liberazione del padre.
LA FAMIGLIA BALDONI: NESSUNO POTRA' RIDARCI ENZO
''Enzo non c' e' piu' e nessuno potra' mai ridarcelo, pero' e' anche qui
in mezzo a noi. Con quello che ci ha lasciato in questi anni''. E' l'
inizio di un comunicato letto dalla moglie di Enzo Baldoni, Giusy
Bonsignore, che e' scesa dalla sua abitazione con i figli Guido e
Gabriella.
I
familiari di Enzo Baldoni chiedono ai giornalisti nel loro messaggio di
''essere lasciati soli''. ''Ora - scrivono la moglie e i figli del
giornalista - abbiamo bisogno di vivere il nostro dolore tra di noi. Per
questo non faremo altre dichiarazioni, pertanto vi chiediamo di
lasciarci soli e di non tornare''.
(© ANSA)
La ricostruzione della morte
Ucciso subito? La catena dei misteri
Baldoni con un taglio alla gola nelle immagini di Al Jazira.
E l’ipotesi: assassinato il primo giorno
Fiorenza
Sarzanini
ROMA
- La sabbia lo copre fino al busto, un rivolo di sangue gli
esce dalla bocca. Ha una spalla ferita, un lungo taglio sulla
gola, il volto quasi irriconoscibile.
Fermo immagine di una fine atroce. La fine di Enzo Baldoni.
Non è un vero e proprio video quello che i giornalisti di
Al Jazira hanno mostrato all’ambasciatore
italiano in Qatar. Il diplomatico ha visionato una serie di
istantanee, che coprono diciotto secondi, probabilmente tratte da
un filmato e recapitate all’emittente da un emissario
dell’Esercito Islamico. E non ha avuto dubbi sul riconoscimento.
IL
MISTERO DELLA SCOMPARSA - Si parte da lì, da quelle foto,
per cercare di ricostruire gli ultimi giorni di vita del
pubblicitario milanese. E per capire come sia stato ucciso. La
fine dovrebbe essere arrivata con un colpo di pistola alla tempia
o forse con la recisione della carotide. Quando? Baldoni è rimasto
davvero ostaggio per sei giorni o invece i suoi rapitori l’hanno
subito giustiziato montando poi la messa in scena dell’ultimatum
all’Italia? Per tentare di chiarire le sue ultime ore bisogna
tornare a venerdì 20 agosto quando Baldoni è ancora aggregato al
convoglio della Croce Rossa. Ma non è semplice perché anche su
quei momenti ci sono versioni contrastanti.
Secondo le informazioni raccolte prima della scomparsa del
giornalista, la colonna di auto e mezzi era partita da Bagdad il
19, ma aveva interrotto la missione dopo 50 chilometri,
all’altezza di Babilonia, dopo l’esplosione di una mina. Con il
trascorrere dei giorni questa ricostruzione è stata via via
modificata. Ed ecco che cosa affermano adesso i vertici della Cri:
«Il convoglio è arrivato alla periferia di Najaf il 19 agosto. Il
giorno dopo ha iniziato il viaggio di ritorno. Baldoni e il suo
autista Ghareeb erano avanti a tutti, a bordo di una Nissan
bianca, staccati dal gruppo un paio di chilometri. All’altezza di
Mahmudia sono stati attaccati. Gli altri hanno visto una colonna
di fumo e poco altro. La procedura di sicurezza prevede che la
carovana non debba fermarsi per il soccorso e così è stato
ordinato dal capodelegazione Giuseppe De Santis. Dopo circa un
chilometro hanno avvisato alcuni militari iracheni che
presidiavano un check point».
LA FINE
DELL’AUTISTA - Da quel momento di Baldoni e del suo autista
si perdono le tracce. Davvero la Nissan era avanti o, come
sostengono i colleghi del Diario , viaggiava
insieme agli altri? Il 21 agosto si sparge la voce che Ghareeb è
morto. Il giorno dopo un funzionario della Croce Rossa va
all’obitorio di Al Iskandiriai e riconosce il corpo. Non firma
alcun referto ufficiale, ma scatta alcune foto che proprio ieri
sono state consegnate ai magistrati romani. Torna anche sul luogo
dell’agguato e trova l’auto bruciata di Baldoni. Ma del
pubblicitario non c’è ormai più traccia. Quel cadavere è davvero
dell’autista, come sostiene l’uomo della Cri?
Altro mistero: secondo una volontaria gallese che ha partecipato
alla missione, della colonna faceva parte anche un iracheno
chiamato Alì che all’improvviso è sparito. Potrebbe essere lui
l’uomo che ha tradito Baldoni facendo sapere ai sequestratori che
c’era un italiano all’interno del convoglio? Chi è quest’uomo? E
chi ha deciso di aggregarlo alla missione?
IL RICATTO ALL’ITALIA - Dal momento in cui Enzo Baldoni
scompare, tutte le «fonti» irachene vengono attivate. Ma non
forniscono alcuna indicazione, dicono di non sapere assolutamente
niente sulla sua fine. L’uomo sembra svanito nel nulla. Il
sospetto che possa essere stato rapito prende corpo dopo due
giorni di silenzio e diventa drammatica certezza quando viene
mostrato in un video spedito dall’Esercito Islamico ad Al Jazira.
Al governo italiano i terroristi chiedono il ritiro delle truppe
dall’Iraq. Concedono 48 ore, ma il loro comunicato non sembra
perentorio. Non minacciano l’uccisione dell’ostaggio, ma si
limitano ad affermare di non poter dare garanzie sulla sua
«sicurezza e incolumità». Altri canali vengono aperti e a tutti
viene posta la stessa richiesta: prova in vita del prigioniero. Ma
anche in questo caso non arriva alcuna risposta. E’ proprio questo
silenzio ad alimentare il sospetto che Baldoni possa essere stato
ucciso subito dopo la sua scomparsa. Del resto sin dall’inizio la
visione del video aveva fatto sorgere numerosi dubbi sulla sua
confezione. Il giornalista è rilassato e tranquillo. Legge le sue
generalità poi una voce in arabo copre le sue parole. Lo sfondo è
completamente nero, interrotto soltanto dal logo del gruppo.
L’analisi che i tecnici stanno compiendo in queste ore potrà dire
se si tratti di immagini sovrapposte. I sequestratori potrebbero
cioè aver costruito il filmato utilizzando immagini che Baldoni
aveva girato in precedenza e che portava sempre con sé.
LA
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO - In attesa di un contatto reale
con i terroristi, lo scambio di informazioni con i servizi segreti
filippini, che a luglio avevano gestito il sequestro dell’autista
Angelo De La Cruz rivendicato proprio dall’Esercito Islamico,
permette di delineare meglio la possibile composizione del gruppo.
L’ipotesi ritenuta maggiormente attendibile è che gli ostaggi
siano gestiti da guerriglieri sciiti, con alcuni componenti
sunniti, che non rispondono ad alcun leader. Formazioni criminali
composte da un doppio livello: uno che si occupa dei prigionieri,
l’altro che cura la parte mediatica girando i video e scrivendo i
comunicati di ricatto ai governi. Mentre si raccolgono le
informazioni attraverso i canali di intelligence, vengono attivate
almeno una decina di «fonti». Ma nessun contatto sembra aprire un
vero spiraglio di trattativa.
LE
ULTIME ORE - Il pessimismo degli analisti rimane anche
quando, siamo a giovedì pomeriggio, in Iraq e in Italia si
rincorrono voci che parlano di un imminente liberazione. «Non
abbiamo ancora alcun segnale positivo», fanno sapere dalla
Farnesina. La diplomazia sa che anche l’ultimo tentativo di avere
notizie di Baldoni è andato a vuoto. Sa che nessun negoziato è mai
stato avviato. Alle 22,30 di due giorni fa arriva, dalla redazione
di Al Jazira, la telefonata che chiude ogni speranza: «Baldoni è
stato giustiziato. Abbiamo le foto». L’ambasciatore italiano in
Qatar si precipita negli uffici dell’emittente. Ripercorre la
stessa strada fatta dopo l’esecuzione di Fabrizio Quattrocchi.
Rivive la stessa, terribile emozione. L’immagine che gli viene
mostrata non lascia dubbio. I sequestratori hanno eseguito la
condanna per punire il governo italiano che non ha subito il
ricatto.
(©
Corriere della Sera)
Itália continuará no Iraque apesar de assassinato de jornalista
a France Presse, em Roma
O governo italiano reiterou nesta
sexta-feira que não vai retirar os cerca de 3.000 soldados mobilizados
no Iraque desde junho do ano passado, apesar do assassinato do
jornalista Enzo Baldoni, 56, divulgado ontem pela rede de TV Al Jazira
(Qatar).
Baldoni, jornalista independente,
casado e pai de dois filhos, foi seqüestrado na semana passada nos
arredores de Najaf (sul) pelo autodenominado Exército Islâmico do
Iraque, que tinha dado a Roma um prazo de 48 horas para retirar suas
tropas do país.
Hoje, o ministro das Relações
Exteriores da Itália, Franco Frattini, repetiu ao Parlamento que a
Itália não deixará de cumprir seus compromissos no Iraque e definiu o
Exército Islâmico como "um grupo terrorista que não tem nenhuma relação
com as autoridades civis e religiosas iraquianas".
"A Itália não sairá por duas
razões: estamos no Iraque a pedido do governo [do primeiro-ministro
Iyad] Allawi e porque nossa missão nesse país tem um caráter pacífico,
como as missões no Afeganistão e em Kosovo. Estamos lá para ajudar o
povo iraquiano", afirmou.
Assassinato
O assassinato de Baldoni, gravado
em vídeo por seus seqüestradores e enviado posteriormente à Al Jazira,
gerou um debate sobre a presença italiana no Iraque e sobre o apoio de
Berlusconi à política do presidente americano George W. Bush.
"Não há explicações nem
justificativas. É um ato criminoso, pelo qual sentimos indignação.
Chegou o momento de retirar nosso contingente militar do Iraque",
afirmou Pierluigi Castagnetti, porta-voz de La Margarita, partido
moderado da oposição.
A morte de Baldoni causou
perplexidade na opinião pública italiana, contagiada pelo otimismo da
família e da revista para a qual colaborava, convencidos de que
conseguiria se salvar, como aconteceu em outras ocasiões,
particularmente na Colômbia, onde também havia sido seqüestrado pela
guerrilha.
A inesperada morte do jornalista,
conhecido por suas posições contra a guerra e por sua independência de
critério, também desencadeou críticas contra a Cruz Vermelha italiana,
encarregada pela família de negociar com os seqüestradores.
(© Folha Online)