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L'assassinio di Baldoni, avvolte nel mistero le ultime ore

27/08/2004

La moglie e i figli di Ezo Baldoni (Ap)

ROMA - Un'esecuzione lampo appena scaduto l' ultimatum, nessuno spazio alla trattativa. Mai successo nella storia dei tanti sequestri compiuti in Iraq. Eppure, nelle parole di molti protagonisti della tragica vicenda di Enzo Baldoni, proprio ieri era trapelato ottimismo. Sembrava quasi fatta e invece, dice oggi un'autorevole fonte dei Servizi segreti, tutto e' precipitato ''per un fatto imprevedibile avvenuto in loco'', in Iraq.

   E poi il video, il filmato dell'esecuzione. La sua esistenza non era mai stata smentita fino a che, nel pomeriggio, alla Camera, il ministro degli esteri Franco Frattini ha precisato che in mano ad Al Jazira c'e' solo ''una foto digitale''. Il sequestro e l'uccisione di Enzo Baldoni presenta molti lati oscuri e lo stesso Frattini deve ammettere che, ad oggi, non si e' in grado di stabilire che cosa sia realmente avvenuto in quelle cruciali fasi finali.

 CONTATTI APERTI, ATTIVI E POI...

   Il ministro Frattini ha spiegato che per la liberazione di Baldoni sia il Governo che alcune organizzazioni umanitarie - ''come la Croce rossa, ma non solo'' - avevano instaurato ''contatti, collegamenti gia' attivati con esiti positivi'' in passato, nella precedente vicenda degli ostaggi italiani, e c'erano ''elementi che facevano pensare ad un clima di collaborazione''. Invece, ''poco dopo lo scadere dell'ultimatum il nostro connazionale e' stato ucciso barbaramente''. Ma ''quei contatti erano ancora aperti, vivi, attivati. Evidentemente - ha sottolineato Frattini - la sequenza che ha fatto precipitare gli eventi non ci permette di capire, oggi, cosa sia accaduto''.

007, UN EVENTO IMPREVEDIBILE

   Fonti dell'intelligence confermano all'Ansa che ''esistevano spiragli per una positiva soluzione della vicenda''. Gli 007, infatti, si erano messi in moto subito dopo la scomparsa del giornalista e i contatti attivati vengono tuttora definiti ''adeguati, efficaci''. Il 24 agosto, in un summit a Palazzo Chigi, i vertici dei Servizi avevano fatto il punto della situazione, definendo le strategie da adottare. Poi, mentre nei giorni successivi erano ulteriormente maturate le condizioni favorevoli alla liberazione dell' ostaggio, un ''improvviso precipitare della situazione in loco, per un fatto imprevedibile'', ha determinato il sedicente Esercito Islamico in Iraq ad uccidere Baldoni. Che cosa e' successo? Le ipotesi sono diverse. Molte le indiscrezioni, ma nessuna ha ricevuto finora conferme attendibili.

IL RUOLO DELLA CRI

   Alla Camera, al termine della comunicazione di Frattini, le opposizioni hanno chiesto un'audizione del commissario straordinario della Cri, Maurizio Scelli, per ricostruire il viaggio del convoglio ''non autorizzato'' a Najaf di cui faceva parte anche Baldoni, per sapere quali erano i contatti attivati, i motivi che avevano spinto Scelli, ieri, a dirsi ''ottimista''. Il commissario della Cri - che oggi si e' detto ''deluso e amareggiato'' - ha respinto le critiche mosse da piu' parti all'operato della Cri: ''non hanno alcun riscontro''. ''La Croce rossa ce l'ha messa tutta'', ha detto. ''I contatti con alti esponenti iracheni, sia sunniti sia sciiti, non si sono mai interrotti dai momenti successivi al sequestro. Proprio ieri era giunta la conferma che il canale di contatto funzionava. E ci era stato assicurato che l' ultimatum non sarebbe stato rispettato. Le nostre trattative erano ad altissimo livello e i nostri interlocutori ci avevano assicurato che le cose si stavano mettendo per il meglio. Poi qualcosa e' sicuramente cambiato'' e probabilmente all'interno del gruppo dei rapitori ''ha prevalso l'ala piu' dura''.

IL MISTERO DEL VIDEO

   L'emittente araba Al Jazira, che ieri ha dato per prima la notizia dell'uccisione di Baldoni, ha detto al Governo italiano - come ha riferito il ministro Frattini - di non essere in possesso di alcun video, ma solo di una fotografia digitale con l'immagine di Baldoni. Nessun video, nessuna colluttazione tra il giornalista e i suoi carnefici, nessuna decapitazione, solo un corpo semisepolto dalla sabbia: ''Al Jazira ci ha detto che non si riconosce nelle ricostruzioni dei media italiani'', ha affermato il ministro, secondo cui ''nella foto si vede il corpo di Baldoni in una condizione che non si puo' definire cruenta''. Eppure quelle ricostruzioni non erano mai state smentite. Il portavoce di Al Jazira, Jihad Ballout, ha poi spiegato all'Ansa: ''Abbiamo ricevuto circa quindici secondi di filmato, costituito da immagini ferme, che confermano il fatto che Baldoni disgraziatamente e' stato ucciso. Per motivi legati alla sensibilita' del nostro pubblico, abbiamo deciso di non mandarlo in onda''. Il verde Paolo Cento ha chiesto che ''il video, o la foto'', siano messi a disposizione del Parlamento. Ma e' soprattutto la procura di Roma interessata a vederci chiaro e il ministro Frattini ha detto che il Governo e' pronto ad avviare una rogatoria per chiederne l'acquisizione.

UNA 'SENTENZA' ESEGUITA TROPPO RAPIDAMENTE

   E' l'opinione di Amad El Atrache, il giornalista di Al Jazira che per primo visiono' il video dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi. ''La rapidita' con cui e' stata fatta la cosa: e' questo che lascia un po' perplessi'', ha detto. Ma l'Ucoii, l'Unione delle comunita' islamiche in Italia, parla di una vera e propria ''messa in scena'' del delitto, di un omicidio ''pilotato, dalle dinamiche oscure'' su cui occorre ''stabilire la verita'''.

BERLUSCONI CHIAMA MOGLIE BALDONI: COMMOSSO CORDOGLIO

   Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a quanto si e' appreso, ha chiamato questa sera la signora Giusi Bonsignore, moglie di Enzo Baldoni, e le ha espresso il commosso cordoglio suo e del governo. Il premier ha anche manifestato ammirazione per il comportamento dei figli del giornalista assassinato in Iraq, che avevano rivolto un appello televisivo ai rapitori per la liberazione del padre.

LA FAMIGLIA BALDONI: NESSUNO POTRA' RIDARCI ENZO

   ''Enzo non c' e' piu' e nessuno potra' mai ridarcelo, pero' e' anche qui in mezzo a noi. Con quello che ci ha lasciato in questi anni''. E' l' inizio di un comunicato letto dalla moglie di Enzo Baldoni, Giusy Bonsignore, che e' scesa dalla sua abitazione con i figli Guido e Gabriella.

   I familiari di Enzo Baldoni chiedono ai giornalisti nel loro messaggio di ''essere lasciati soli''. ''Ora - scrivono la moglie e i figli del giornalista - abbiamo bisogno di vivere il nostro dolore tra di noi. Per questo non faremo altre dichiarazioni, pertanto vi chiediamo di lasciarci soli e di non tornare''.

(© ANSA)


La ricostruzione della morte

Ucciso subito? La catena dei misteri

Baldoni con un taglio alla gola nelle immagini di Al Jazira. E l’ipotesi: assassinato il primo giorno

Fiorenza Sarzanini

  ROMA - La sabbia lo copre fino al busto, un rivolo di sangue gli esce dalla bocca. Ha una spalla ferita, un lungo taglio sulla gola, il volto quasi irriconoscibile.

   Fermo immagine di una fine atroce. La fine di Enzo Baldoni. Non è un vero e proprio video quello che i giornalisti di Al Jazira hanno mostrato all’ambasciatore italiano in Qatar. Il diplomatico ha visionato una serie di istantanee, che coprono diciotto secondi, probabilmente tratte da un filmato e recapitate all’emittente da un emissario dell’Esercito Islamico. E non ha avuto dubbi sul riconoscimento.

   IL MISTERO DELLA SCOMPARSA - Si parte da lì, da quelle foto, per cercare di ricostruire gli ultimi giorni di vita del pubblicitario milanese. E per capire come sia stato ucciso. La fine dovrebbe essere arrivata con un colpo di pistola alla tempia o forse con la recisione della carotide. Quando? Baldoni è rimasto davvero ostaggio per sei giorni o invece i suoi rapitori l’hanno subito giustiziato montando poi la messa in scena dell’ultimatum all’Italia? Per tentare di chiarire le sue ultime ore bisogna tornare a venerdì 20 agosto quando Baldoni è ancora aggregato al convoglio della Croce Rossa. Ma non è semplice perché anche su quei momenti ci sono versioni contrastanti.
Secondo le informazioni raccolte prima della scomparsa del giornalista, la colonna di auto e mezzi era partita da Bagdad il 19, ma aveva interrotto la missione dopo 50 chilometri, all’altezza di Babilonia, dopo l’esplosione di una mina. Con il trascorrere dei giorni questa ricostruzione è stata via via modificata. Ed ecco che cosa affermano adesso i vertici della Cri: «Il convoglio è arrivato alla periferia di Najaf il 19 agosto. Il giorno dopo ha iniziato il viaggio di ritorno. Baldoni e il suo autista Ghareeb erano avanti a tutti, a bordo di una Nissan bianca, staccati dal gruppo un paio di chilometri. All’altezza di Mahmudia sono stati attaccati. Gli altri hanno visto una colonna di fumo e poco altro. La procedura di sicurezza prevede che la carovana non debba fermarsi per il soccorso e così è stato ordinato dal capodelegazione Giuseppe De Santis. Dopo circa un chilometro hanno avvisato alcuni militari iracheni che presidiavano un check point».


   LA FINE DELL’AUTISTA - Da quel momento di Baldoni e del suo autista si perdono le tracce. Davvero la Nissan era avanti o, come sostengono i colleghi del Diario , viaggiava insieme agli altri? Il 21 agosto si sparge la voce che Ghareeb è morto. Il giorno dopo un funzionario della Croce Rossa va all’obitorio di Al Iskandiriai e riconosce il corpo. Non firma alcun referto ufficiale, ma scatta alcune foto che proprio ieri sono state consegnate ai magistrati romani. Torna anche sul luogo dell’agguato e trova l’auto bruciata di Baldoni. Ma del pubblicitario non c’è ormai più traccia. Quel cadavere è davvero dell’autista, come sostiene l’uomo della Cri?
Altro mistero: secondo una volontaria gallese che ha partecipato alla missione, della colonna faceva parte anche un iracheno chiamato Alì che all’improvviso è sparito. Potrebbe essere lui l’uomo che ha tradito Baldoni facendo sapere ai sequestratori che c’era un italiano all’interno del convoglio? Chi è quest’uomo? E chi ha deciso di aggregarlo alla missione?


   IL RICATTO ALL’ITALIA - Dal momento in cui Enzo Baldoni scompare, tutte le «fonti» irachene vengono attivate. Ma non forniscono alcuna indicazione, dicono di non sapere assolutamente niente sulla sua fine. L’uomo sembra svanito nel nulla. Il sospetto che possa essere stato rapito prende corpo dopo due giorni di silenzio e diventa drammatica certezza quando viene mostrato in un video spedito dall’Esercito Islamico ad Al Jazira.
Al governo italiano i terroristi chiedono il ritiro delle truppe dall’Iraq. Concedono 48 ore, ma il loro comunicato non sembra perentorio. Non minacciano l’uccisione dell’ostaggio, ma si limitano ad affermare di non poter dare garanzie sulla sua «sicurezza e incolumità». Altri canali vengono aperti e a tutti viene posta la stessa richiesta: prova in vita del prigioniero. Ma anche in questo caso non arriva alcuna risposta. E’ proprio questo silenzio ad alimentare il sospetto che Baldoni possa essere stato ucciso subito dopo la sua scomparsa. Del resto sin dall’inizio la visione del video aveva fatto sorgere numerosi dubbi sulla sua confezione. Il giornalista è rilassato e tranquillo. Legge le sue generalità poi una voce in arabo copre le sue parole. Lo sfondo è completamente nero, interrotto soltanto dal logo del gruppo. L’analisi che i tecnici stanno compiendo in queste ore potrà dire se si tratti di immagini sovrapposte. I sequestratori potrebbero cioè aver costruito il filmato utilizzando immagini che Baldoni aveva girato in precedenza e che portava sempre con sé.


   LA COMPOSIZIONE DEL GRUPPO - In attesa di un contatto reale con i terroristi, lo scambio di informazioni con i servizi segreti filippini, che a luglio avevano gestito il sequestro dell’autista Angelo De La Cruz rivendicato proprio dall’Esercito Islamico, permette di delineare meglio la possibile composizione del gruppo. L’ipotesi ritenuta maggiormente attendibile è che gli ostaggi siano gestiti da guerriglieri sciiti, con alcuni componenti sunniti, che non rispondono ad alcun leader. Formazioni criminali composte da un doppio livello: uno che si occupa dei prigionieri, l’altro che cura la parte mediatica girando i video e scrivendo i comunicati di ricatto ai governi. Mentre si raccolgono le informazioni attraverso i canali di intelligence, vengono attivate almeno una decina di «fonti». Ma nessun contatto sembra aprire un vero spiraglio di trattativa.


   LE ULTIME ORE - Il pessimismo degli analisti rimane anche quando, siamo a giovedì pomeriggio, in Iraq e in Italia si rincorrono voci che parlano di un imminente liberazione. «Non abbiamo ancora alcun segnale positivo», fanno sapere dalla Farnesina. La diplomazia sa che anche l’ultimo tentativo di avere notizie di Baldoni è andato a vuoto. Sa che nessun negoziato è mai stato avviato. Alle 22,30 di due giorni fa arriva, dalla redazione di Al Jazira, la telefonata che chiude ogni speranza: «Baldoni è stato giustiziato. Abbiamo le foto». L’ambasciatore italiano in Qatar si precipita negli uffici dell’emittente. Ripercorre la stessa strada fatta dopo l’esecuzione di Fabrizio Quattrocchi. Rivive la stessa, terribile emozione. L’immagine che gli viene mostrata non lascia dubbio. I sequestratori hanno eseguito la condanna per punire il governo italiano che non ha subito il ricatto.

(© Corriere della Sera)


Itália continuará no Iraque apesar de assassinato de jornalista

a France Presse, em Roma

   O governo italiano reiterou nesta sexta-feira que não vai retirar os cerca de 3.000 soldados mobilizados no Iraque desde junho do ano passado, apesar do assassinato do jornalista Enzo Baldoni, 56, divulgado ontem pela rede de TV Al Jazira (Qatar).

   Baldoni, jornalista independente, casado e pai de dois filhos, foi seqüestrado na semana passada nos arredores de Najaf (sul) pelo autodenominado Exército Islâmico do Iraque, que tinha dado a Roma um prazo de 48 horas para retirar suas tropas do país.

   Hoje, o ministro das Relações Exteriores da Itália, Franco Frattini, repetiu ao Parlamento que a Itália não deixará de cumprir seus compromissos no Iraque e definiu o Exército Islâmico como "um grupo terrorista que não tem nenhuma relação com as autoridades civis e religiosas iraquianas".

   "A Itália não sairá por duas razões: estamos no Iraque a pedido do governo [do primeiro-ministro Iyad] Allawi e porque nossa missão nesse país tem um caráter pacífico, como as missões no Afeganistão e em Kosovo. Estamos lá para ajudar o povo iraquiano", afirmou.

Assassinato

   O assassinato de Baldoni, gravado em vídeo por seus seqüestradores e enviado posteriormente à Al Jazira, gerou um debate sobre a presença italiana no Iraque e sobre o apoio de Berlusconi à política do presidente americano George W. Bush.

   "Não há explicações nem justificativas. É um ato criminoso, pelo qual sentimos indignação. Chegou o momento de retirar nosso contingente militar do Iraque", afirmou Pierluigi Castagnetti, porta-voz de La Margarita, partido moderado da oposição.

   A morte de Baldoni causou perplexidade na opinião pública italiana, contagiada pelo otimismo da família e da revista para a qual colaborava, convencidos de que conseguiria se salvar, como aconteceu em outras ocasiões, particularmente na Colômbia, onde também havia sido seqüestrado pela guerrilha.

   A inesperada morte do jornalista, conhecido por suas posições contra a guerra e por sua independência de critério, também desencadeou críticas contra a Cruz Vermelha italiana, encarregada pela família de negociar com os seqüestradores.

(© Folha Online)

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