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Foto da época |
ROMA - Os cadáveres
congelados e mumificados de três soldados austríacos mortos no final da
Primeira Guerra Mundial, foram recuperados em uma geleira a mais de
3.500 m de altura no monte Ortles, no Norte da Itália.
Os corpos foram encontrados pelo alpinista Maurizio
Vicenzi e resgatados por homens do Socorro Alpino e bombeiros de Trento.
Eles serão enterrados em um cemitério militar da região.
Os três soldados morreram provavelmente em setembro
de 1918, durante uma batalha sangrenta travada entre italianos e
austríacos para conquistar o monte San Matteo, de 3.667 m de altura. As
táticas de combate estabeleceram uma barreira que se estendeu aos picos
em volta.
A descoberta não foi totalmente casual, já que
Vicenzi percorre a região há anos em busca de objetos para um museu
particular que fica na localidade de Pejo.
Os soldados reapareceram com o degelo parcial da
geleira. Eles vestiam as fardas usadas pelos militares austríacos na
guerra.
(© JB
Online)
Trentino, recuperati soldati mummificati
I tre Kaiserschuetzen ritrovati nel ghiacciaio dei Forni,
sull'Ortles-Cevedale, in val di Pejo, facevano parte del terzo
reggimento Dimaro, decimato nel '18 dagli italiani
TRENTO -
Sono morti nel settembre 1918, a poche settimane dalla fine della grande
guerra, colpiti da una granata italiana durante un assalto tentato dall’
esercito austro-ungarico per riconquistare Cima S.Matteo, i tre
Kaiserschuetzen ritrovati nel ghiacciaio dei Forni, sull’
Ortles-Cevedale, in val di Pejo. Facevano parte del terzo reggimento,
compagnia d’ alta montagna, di stanza a Dimaro, sempre in Trentino, che
il tre settembre ’18 fu decimato dagli italiani appena uscì dalle
trincee per tentare l’ assalto.
A
trovare le salme, ad una quota di 3.400 metri, sotto il Piz Jumela, non
lontano dalla Cima S.Matteo, è stato Maurizio Vincenzi, presidente del
Museo della guerra di Pejo e vicecomandante del soccorso alpino della
valle trentina, famosa per la sua acqua minerale.
I resti
perfettamente mummificati sono stati recuperati ai piedi del Piz Giumela
dagli uomini del locale soccorso alpino con l’ ausilio dell’ elicottero
dei Vigili del Fuoco di Trento e poi trasportati al cimitero di Pejo.
Già sabato si era tentato il loro recupero ma il maltempo - in zona è
nevicato - ha impedendo le operazioni.
Le salme
sono state composte nella camera mortuaria del cimitero di Pejo, dove
sono state issate le bandiere italiana e austriaca in segno di onore. Un
rispetto per i morti in guerra da parte di una terra che ha visto
combattere i propri figli in entrambi gli eserciti. Proprio per questo
da anni a Passo del Tonale, poco lontano da Pejo, si svolge una giornata
della memoria in onore dei combattenti dei due schieramenti.
I tre
soldati verranno sepolti nel locale cimitero, prima del loro definitivo
trasferimento in un ossario, con gli onori militari. Per questo è stata
contattata la Schwarzes Kreuz - Croce Nera, organizzazione che cura i
cimiteri di guerra austriaci.
Il
ritrovamento è giudicato eccezionale. Era dal 1924 che non venivano
ritrovati nelle neve corpi di soldati della prima guerra mondiale in un
simile stato di conservazione. Ma stavolta la scoperta appare unica
anche perchè le salme perfettamente restituite dal ghiaccio sono tre. Il
dubbio - secondo gli storici locali - riguarda il ruolo di questi
soldati: se facevano parte cioè delle truppe d’ assalto chiamate a
riconquistare la vetta presa dagli italiani un mese prima con una ardita
azione oppure erano se erano inquadrati nei ranghi del supporto
sanitario. Difficile al momento capire se sono morti nello stesso punto
in cui sono stati ritrovati oppure se quello stesso luogo è servito da
cimitero per chi non riusciva a sopravvivere in condizioni a dir poco
disumane.
Gli
italiani conquistarono Cima San Matteo, a quota 3.667, il 13 agosto 1918
sorprendendo gli austriaci con una impensabile risalita lungo l’impervio
versante lombardo. Un mese dopo il contrattacco vincente, ma costellato
di decine di vittime. Tra questa anche i tre Kaiserschuetzen i cui corpi
si sono perfettamente conservati nel ghiaccio e restituiti 86 anni dopo,
perfettamente mummificati, per il ritiro del ghiacciaio dei Forni, sull’
Ortles-Cevedale.
Da anni
Vincenzi setaccia costantemente la zona alla ricerca di reperti
destinati ad arricchire il museo locale «Pejo 1914-18 - La guerra sulla
porta», che già conta un migliaio di pezzi. Stavolta con il binocolo ha
notato una macchia scura sul versante nord. Vi è salito ed ha scoperto i
corpi di soldati austriaci, che appaiono privi di mostrine.
Gli
scontri nella zona dell’ Ortles-Cevedale furono cruenti, anche negli
ultimi mesi della guerra. Battaglie al limite dell’ umano con gli uomini
costretti ad affrontarsi a quote elevate, in condizioni ambientali
difficili e con attrezzature che oggi appaiono ridicole. Per i tre
Kaiserschuetzen ci sarà ora la pace nel cimitero di Pejo.
(© La
Gazzetta del Mezzogiorno)
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