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Operação contra a Máfia na Sicília prende 45 pessoas

20/06/2006

Políciais escoltam Vincenzo Marciano, preso após operação anti-máfia


PALERMO, Itália - A polícia italiana prendeu nesta terça-feira 45 pessoas em uma operação contra a Máfia na Sicília. Entre os detidos estão importantes líderes mafiosos com ligação com Bernardo Provenzano, o chefe da Cosa Nostra preso em abril.

A polícia disse que os suspeitos, entre eles os chefes de 13 famílias mafiosas da Sicília, faziam parte da rede de apoio que permitiu a Provenzano permanecer foragido durante 43 anos.

"Acreditamos que esta operação é de extraordinária importância, por causa da possibilidade de identificar a estrutura da organização criminosa de Palermo e o calibre das pessoas que foram detidas", disse um dos chefes da polícia de Palermo, Nino De Santis.

Os investigadores disseram que a operação foi um duro golpe contra o coração da Máfia siciliana após a prisão de Provenzano. No entanto, De Santis advertiu que "isto não significa que a Máfia de Palermo tenha sido desmantelada".

Operação "Gotha"

Na operação, chamada de "Gotha", participaram cerca de 500 policiais que realizaram as prisões antes da madrugada. Sete pessoas continuam foragidas e são procuradas pela polícia. Os suspeitos foram acusados de associação com a Máfia e extorsão.

Alguns dos suspeitos se mantiveram em contato com Provenzano por meio de notas codificadas que eram enviadas por assessores do ex-líder da Cosa Nostra. Desde a prisão de Provenzano os investigadores trabalharam para decifrar os códigos e identificar os colaboradores.

O chefe de polícia de Palermo, Francesco Caruso, disse que a operação foi lançada depois que conversações telefônicas entre os suspeitos indicaram uma possível guerra de sucessão após a prisão de Provenzano.

As autoridades ficaram particularmente satisfeitas com as prisões de Antonino Rotolo, de 60 anos, da Máfia da área de Pagliarelli; o construtor Francesco Bonura, de 64 anos, que ocupada um alto cargo na hierarquia da Máfia; e Antonino Cina, de 64 anos, que foi médico de Provenzano e de Salvatore Totó Riina (ex-líder mafioso detido em 1993).

Segundo o promotor anti-Máfia Piero Grasso, todos tinham sido condenados no passado por pertencer à Máfia e tinham cumprido pena. Segundo ele, graças à operação surgiram laços entre as células mafiosas e o mundo empresarial e político.

(© Agência Estado)


Mafia,45 fermi a Palermo grazie a "pizzini" Provenzano

PALERMO (Reuters) - La polizia palermitana ha eseguito stamane 45 fermi nell'ambito di una inchiesta sulla mafia, dopo che gli investigatori sono riusciti a decifrare molti dei famosi "pizzini" trovati nel nascondiglio del boss Bernardo Provenzano, scongiurando quella che il questore di Palermo ha definito una possibile nuova guerra fra fazioni rivali.

Su 52 provvedimenti di fermo emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia palermitana, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, sono 45 quelli eseguiti, in massima parte a Palermo e in provincia, mentre altre sette persone risultano ancora ricercate.

La polizia ha detto che i fermi sono arrivati dopo una lunga serie di intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno portato alla luce la presenza di una vera e propria "triade" mafiosa, che operava in concerto con Provenzano prima del suo arresto ed era pronta dopo l'uscita di scena del "boss dei boss" a scatenare una sanguinosa lotta con il clan rivale.

"Abbiamo eseguito provvedimenti di fermo perché su Palermo spiravano venti di guerra, captati dalle intercettazioni, che avrebbero potuto far avviare una nuova guerra di mafia", ha detto il questore di Palermo Francesco Caruso in una conferenza stampa sull'operazione.

I tre boss di maggior rilievo fermati oggi sono Antonino Rotolo, capomafia della zona Pagliarelli già agli arresti domiciliari, Antonino Cinà, medico di Provenzano e Totò Riina e già condannato per mafia, e il costruttore Francesco Bonura, di 64 anni, con precedenti per mafia.

LA NUOVA 'TRIADE'

Secondo i magistrati, i tre costituivano una sorta di struttura commissariale al cui vertice c'era Provenzano, una triade che aveva sostituito la gestione mafiosa precedente, la commissione provinciale, ridisegnando i mandamenti di Palermo e provincia.

Ma dopo l'arresto del boss, Rotolo sarebbe stato pronto a scatenare una guerra per il controllo di Cosa Nostra contro il super-ricercato Salvatore Lo Piccolo, latitante da 23 anni e considerato il possibile successore di Provenzano.

Motivo di dissidio sarebbe stato, secondo la polizia, il fatto che Lo Piccolo aveva favorito il ritorno in Italia di alcuni esponenti della famiglia Inzerillo, fuggiti negli Usa durante la guerra di mafia degli anni '80.

Questa vicenda, hanno detto gli inquirenti, aveva spinto Rotolo e Cinà a programmare una serie di omicidi contro la fazione avversaria.

Le altre persone fermate oggi, che sarebbero capi-mandamento mafiosi delle varie zone, sono accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione.

L'inchiesta, coordinata dalla squadra mobile di Palermo, aveva preso avvio prima dell'arresto di Provenzano, avvenuto nell'aprile scorso, ma ha subìto un'accelerazione con la decifrazione dei biglietti che il boss usava per comunicare e che hanno permesso di risalire all'identità dei suoi tre collaboratori.

Quella di oggi è la più grande operazione contro Cosa Nostra non solo dalla cattura di Provenzano ma anche da quella del 2003 chiamata "Grande Mandamento", nel corso della quale furono arrestate 51 persone.

(© Reuters Italia)

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