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Políciais escoltam Vincenzo Marciano, preso
após operação anti-máfia |
PALERMO, Itália - A polícia italiana prendeu
nesta terça-feira 45 pessoas em uma operação contra a Máfia na
Sicília. Entre os detidos estão importantes líderes mafiosos com
ligação com Bernardo Provenzano, o chefe da Cosa Nostra preso em
abril.
A polícia disse que os suspeitos, entre eles os chefes de 13
famílias mafiosas da Sicília, faziam parte da rede de apoio que
permitiu a Provenzano permanecer foragido durante 43 anos.
"Acreditamos que esta operação é de extraordinária importância, por
causa da possibilidade de identificar a estrutura da organização
criminosa de Palermo e o calibre das pessoas que foram detidas", disse
um dos chefes da polícia de Palermo, Nino De Santis.
Os investigadores disseram que a operação foi um duro golpe contra
o coração da Máfia siciliana após a prisão de Provenzano. No entanto,
De Santis advertiu que "isto não significa que a Máfia de Palermo
tenha sido desmantelada".
Operação "Gotha"
Na operação, chamada de "Gotha", participaram cerca de 500
policiais que realizaram as prisões antes da madrugada. Sete pessoas
continuam foragidas e são procuradas pela polícia. Os suspeitos foram
acusados de associação com a Máfia e extorsão.
Alguns dos suspeitos se mantiveram em contato com Provenzano por
meio de notas codificadas que eram enviadas por assessores do ex-líder
da Cosa Nostra. Desde a prisão de Provenzano os investigadores
trabalharam para decifrar os códigos e identificar os colaboradores.
O chefe de polícia de Palermo, Francesco Caruso, disse que a
operação foi lançada depois que conversações telefônicas entre os
suspeitos indicaram uma possível guerra de sucessão após a prisão de
Provenzano.
As autoridades ficaram particularmente satisfeitas com as prisões
de Antonino Rotolo, de 60 anos, da Máfia da área de Pagliarelli; o
construtor Francesco Bonura, de 64 anos, que ocupada um alto cargo na
hierarquia da Máfia; e Antonino Cina, de 64 anos, que foi médico de
Provenzano e de Salvatore Totó Riina (ex-líder mafioso detido em
1993).
Segundo o promotor anti-Máfia Piero Grasso, todos tinham sido
condenados no passado por pertencer à Máfia e tinham cumprido pena.
Segundo ele, graças à operação surgiram laços entre as células
mafiosas e o mundo empresarial e político.
(©
Agência Estado)
Mafia,45 fermi a Palermo grazie a "pizzini" Provenzano
PALERMO
(Reuters) - La polizia palermitana ha eseguito stamane 45 fermi
nell'ambito di una inchiesta sulla mafia, dopo che gli investigatori
sono riusciti a decifrare molti dei famosi "pizzini" trovati nel
nascondiglio del boss Bernardo Provenzano, scongiurando quella che il
questore di Palermo ha definito una possibile nuova guerra fra fazioni
rivali.
Su 52 provvedimenti di fermo emessi su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia palermitana, coordinata dal procuratore aggiunto
Giuseppe Pignatone, sono 45 quelli eseguiti, in massima parte a Palermo
e in provincia, mentre altre sette persone risultano ancora ricercate.
La polizia ha detto che i fermi sono arrivati dopo una lunga serie di
intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno portato alla luce la
presenza di una vera e propria "triade" mafiosa, che operava in concerto
con Provenzano prima del suo arresto ed era pronta dopo l'uscita di
scena del "boss dei boss" a scatenare una sanguinosa lotta con il clan
rivale.
"Abbiamo eseguito provvedimenti di fermo perché su Palermo spiravano
venti di guerra, captati dalle intercettazioni, che avrebbero potuto far
avviare una nuova guerra di mafia", ha detto il questore di Palermo
Francesco Caruso in una conferenza stampa sull'operazione.
I tre boss di maggior rilievo fermati oggi sono Antonino Rotolo,
capomafia della zona Pagliarelli già agli arresti domiciliari, Antonino
Cinà, medico di Provenzano e Totò Riina e già condannato per mafia, e il
costruttore Francesco Bonura, di 64 anni, con precedenti per mafia.
LA NUOVA 'TRIADE'
Secondo i magistrati, i tre costituivano una sorta di struttura
commissariale al cui vertice c'era Provenzano, una triade che aveva
sostituito la gestione mafiosa precedente, la commissione provinciale,
ridisegnando i mandamenti di Palermo e provincia.
Ma dopo l'arresto del boss, Rotolo sarebbe stato pronto a scatenare
una guerra per il controllo di Cosa Nostra contro il super-ricercato
Salvatore Lo Piccolo, latitante da 23 anni e considerato il possibile
successore di Provenzano.
Motivo di dissidio sarebbe stato, secondo la polizia, il fatto che Lo
Piccolo aveva favorito il ritorno in Italia di alcuni esponenti della
famiglia Inzerillo, fuggiti negli Usa durante la guerra di mafia degli
anni '80.
Questa vicenda, hanno detto gli inquirenti, aveva spinto Rotolo e
Cinà a programmare una serie di omicidi contro la fazione avversaria.
Le altre persone fermate oggi, che sarebbero capi-mandamento mafiosi
delle varie zone, sono accusate di associazione a delinquere di stampo
mafioso ed estorsione.
L'inchiesta, coordinata dalla squadra mobile di Palermo, aveva preso
avvio prima dell'arresto di Provenzano, avvenuto nell'aprile scorso, ma
ha subìto un'accelerazione con la decifrazione dei biglietti che il boss
usava per comunicare e che hanno permesso di risalire all'identità dei
suoi tre collaboratori.
Quella di oggi è la più grande operazione contro Cosa Nostra non solo
dalla cattura di Provenzano ma anche da quella del 2003 chiamata "Grande
Mandamento", nel corso della quale furono arrestate 51 persone.
(©
Reuters Italia) |