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Na Itália, eleições administrativas
envolvem quase 20 milhões de eleitores |
27/05/2006
Quase 20 milhões de eleitores italianos participam, neste domingo
(28) e na segunda-feira (29), das eleições administrativas de oito
províncias, da região da Sicília e de 1270 cidades, entre as quais 26
capitais de província. A campanha encerrou-se oficialmente na
sexta-feira e, como não poderia deixar de ser, contou com a participação
do novo primeiro-ministro, Romano Prodi, e do candidato derrotado nas
últimas eleições parlamentares, Silvio Berlusconi.
Em Palermo, Prodi destacou não considerar o pleito como um teste, até
porque a sua coligação ainda não começou a governar efetivamente. Já
Berlusconi, durante a semana, em Milão, voltou a questionar o resultado
das eleições de abril passado, quando a coalização de partidos que o
apoiavam perdeu pela pequena margem de 25 mil votos.
Nessas eleições administrativas, serão escolhidos os prefeitos de
importantes cidades, como Roma, Milão, Turim e Nápoles. Em Roma, 13
pretendentes disputam com Walter Veltroni, candidato à reeleição, que
não pode participar os últimos atos de campanha porque está
hospitalizado com uma crise renal.
Mas, além de grandes colégios eleitorais, também haverá eleições em
lugares como Briga Alta, na província de Cuneon que, com 62 pessoas
residentes, é o lugar menos habitado que deverá renovar os seus
dirigentes.
No Vêneto, as cidade mais populosas a renovar a sua administração
serão Rovigo, Belluno, Migliano Veneto, Abano Terme, Este e Oderzo.
(Gabriela Basso)
(©
Oriundi)
Berlusconi cerca rivincite, si prepara a piegare i risultati
elettorali ai suoi interessi, sogna il colpo di mano che gli restituisca
il potere. Ma proprio la sua isteria dice che ad uscire rafforzato dal
voto amministrativo che porterà alle urne quasi 20 milioni di italiani
potrebbe essere Romano Prodi. Se il centrosinistra, cosa non
impossibile, vedrà confermato il consenso nei suoi confronti ottenuto
cinque anni fa, il neonato governo ne uscirà più autorevole e
rinfrancato. Al centrodestra, fallito anche il secondo appuntamento di
questa estenuante primavera elettorale, non resterebbe che il dies irae
del referendum sulla devolution. Oppure, finalmente, accettare di aver
perso la maggioranza nel Paese.
L´attenzione della vigilia elettorale è tutta concentrata sulle
regionali siciliane e le grandi città. La smania di rivalsa dopo la
sconfitta alle Politiche ha portato Berlusconi a candidarsi capolista di
Forza Italia a Milano e Napoli, da una parte sperando di difendere il
comune, dall´altra di conquistarlo. In Sicilia, invece, tocca al
presidente uscente Totò Cuffaro, respingere l´assalto di Rita
Borsellino, mentre i colonnelli azzurri Schifani e Miccicché, fra accuse
e colpi bassi, si litigano i voti di Palermo. «Avviso di sfratto al
governo», grida l´ex presidente del consiglio che un anno fa ignorò la
batosta delle regionali. Ma la strategia della Casa delle Libertà, in
fondo, è tutta qui: sperare di spacciare la difesa delle proprie
roccaforti e un recupero all´ombra del Vesuvio in un trionfo
Ci sarebbe anche Roma, a dire il vero, dove un Gianfranco Fini
particolarmente aggressivo è arrivato a sostenere che, se vincesse il
candidato della Cdl Gianni Alemanno, «ci troveremo di fronte al primo
aborto che siamo disposti a sottoscrivere, infatti il governo Prodi che
deve ancora incominciare a governare può essere rapidamente archiviato».
Nella Capitale, però, l´affermazione del centrodestra appare davvero una
chimera. Poco più di uno slogan da lanciare ai propri (scarsi)
sostenitori alla fine della campagna elettorale. Stesso discorso vale
per Torino. «Non siamo noi alla ricerca di una rivincita, è il
centrodestra che cerca di dimostrare che non ha perso le elezioni»,
commenta il segretario Ds Piero Fassino. In ogni caso, nessun dubbio:
«Penso che ci sarà un esito nettamente favorevole al centrosinistra». Un
voto che « radicalizzi e consolidi la fiducia degli elettori». Dopo di
che, aggiunge, «governeremo il Paese con determinazione e convinzione,
con la forza che ci viene dal consenso dei cittadini».
Sono 14.688.761 gli elettori chiamati alle urne per scegliere i
presidenti di otto province e i sindaci di 1270 comuni. Si vota domenica
28 maggio dalle 8 alle 22 e lunedì 29 maggio dalle 7 alle 15. Possibili
ballottaggi l´11 e il 12 giugno. Seggi aperti solo domenica 28 maggio,
invece, in Sicilia, dove 4.560.907 elettori indicheranno il nuovo
presidente della Regione fra Totò Cuffaro e Rita Borsellino. Lo spoglio
delle schede inizierà la mattina di lunedì.
Accanto alle sfide delle quattro grandi città ci sono altri confronti di
grande interesse. Votano in tutto 26 comuni capoluogo e otto province.
Nel nord sarà l´occasione per verificare quanto resta della marea
forzista che cinque anni fa travolse tutto e tutti. In Toscana l´Unione
punta a riprendersi Arezzo e confermare la maggioranza a Lucca e a
Siena, dove però deve guardarsi dalla candidatura "civica" dell´ex
sindaco comunista Piccini. In Campania, olte al caso Napoli, pesano le
divisioni del centrosinistra a Caserta e soprattutto a Salerno, dove
l´ex sindaco diessino De Luca, in rotta con il partito, si è presentato
con una lista autonoma. Storie complesse, di faide locali e scontri
politici. Come a Cosenza, dove si cerca l´erede della dimissionaria Eva
Catizone, sindaco uscente di centrosinistra, sconfitta dai contrasti con
la sua maggioranza.
(©
L´Unità) |
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