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A ministra
italiana da Família, Rosy Bindi |
O novo governo de centro-esquerda de
Romano Prodi deu neste domingo o primeiro passo na esperada batalha com
o Vaticano sobre a concessão de direitos legais a casais heterossexuais
não-casados.
A ministra da Família, Rosy Bindi, disse que a Itália tem a
responsabilidade de debater algum tipo de reconhecimento de uniões
civis, mesmo diante das advertências da Igreja Católica Romana de que
vai combater qualquer medida que abale a família tradicional.
Bindi disse que o novo parlamento também vai estudar o desmantelamento
da dura lei italiana sobre a reprodução assistida. As tentativas de
mudança da lei no ano passado fracassaram depois que bispos exortaram
fiéis a boicotar um referendo sobre o tema.
"A Igreja pode dizer o que pensa. Mas os políticos não podem deixar de
assumir a responsabilidade de fazer...suas próprias escolhas", disse
Bindi ao jornal Corriere della Sera.
Na campanha para a eleição de abril a coalizão de Prodi prometeu algum
tipo de reconhecimento para uniões civis e o tema deverá ser uma grande
fonte de atrito entre a Igreja e o Estado.
Antes da eleição, o Vaticano advertiu Prodi que condena as uniões não
oficializadas e os casamentos gays, o que levou alguns esquerdistas a
acusar a Igreja de tentar determinar a agenda política da Itália.
CONDENAÇÃO
O Papa Bento 16 reiterou no sábado sua condenação, durante encontro com
o embaixador espanhol no Vaticano.
As ligações da Espanha, de tradição romana católica, com a Igreja
entraram em atrito desde que o país legalizou uniões gays em 2005, em
medida tomada pelo primeiro-ministro socialista, Jose Luis Rodriguez
Zapatero, logo depois que assumiu o cargo.
O Papa, que condena o divórcio, o controle artificial dos nascimentos,
as uniões livres e os casamentos gays, disse ao ministro espanhol
Francisco Vazquez que os valores familiares não são negociáveis.
Em esforço para evitar um confronto similar na Itália, de maioria romana
católica, Bindi prometeu estudar a legalização de uniões civis usando
sua fé católica.
"Precisamos evitar uma luta ideológica", disse.
Parlamentares de sua coalizão de oito partidos saudaram as declarações,
mas elas foram condenadas por membros da oposição conservadora de Silvio
Berlusconi, que durante a campanha afirmou ser a opção preferida do
Vaticano.
"Não há nada de católico no programa confuso e contraditório da nova
ministra da família, Rosy Bindi", disse Lorenzo Cesa, secretário da
União de Democratas Cristãos.
(©
A Tarde Online)
Il neoministro della Famiglia: 'Contratti pubblici per le coppie di
fatto'. La sinistra applaude, la Cdl insorge, l'Udeur protesta:
'Aggirato il programma'
ROMA — Nuovo scontro in tema di Pacs tra centrosinistra
e Cdl: il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, in un’ intervista al
Corriere della Sera ha affermato che nel programma dell’ Unione la
parola Pacs non c’è, ma «si parla di unioni civili e di diritti da
garantire».
E in un intervento su Avvenire ha ricordato che l’Italia ha accanto alla
famiglia tradizionale «un universo articolato... Si tratta di una grande
sfida per conciliare il valore della famiglia, così come è
definita dalla Costituzione, con questa pluralità di situazioni che
sarebbe colpevole ignorare».
La Bindi promette attenzione alle coppie di fatto con contratti di
natura pubblica: «Non è possibile relegarne la tutela nella sola sfera
del diritto privato» e parla anche di fecondazione assistita:
«sbaglia sia chi dice che la legge non va toccata sia chi dice che va
stravolta... La legge va affidata al Parlamento» per una
«riflessione e una discussione necessarie».
Posizioni che hanno acceso il dibattito politico, nonostante l’auspicio
del ministro ad evitare «scontri ideologici» e l’apertura alla
Chiesa: «non può non dire quello che pensa. Ma la politica non può
non assumersi la responsabilità di mediazioni e scelte. Non dovremmo
preoccuparci per le parole dei vescovi— ha osservato il ministro —, ma
eventualmente per il nostro silenzio».
Mentre dal centrosinistra arriva il plauso dalle diverse componenti, con
Franco Grillini, deputato dell’ Ulivo e presidente onorario di
Arcigay che propone di modificare il nome in «ministero delle Famiglie»,
le critiche della Cdl vengono da tutti, in particolare dai cattolici di
Udc e Dc, oltre che da Forza Italia, An e Lega.
L’ex ministro Carlo Giovanardi ritiene che «ogni giorno i nostri
timori sulla deriva a sinistra di questo governo si dimostrano purtroppo
sempre più fondati». E per il leghista Roberto Calderoli,
vicepresidente del Senato, «I pacs, ovvero i matrimoni tra gay, sono un
atto contro natura e la natura non si può violentare!».
L’unica posizione diversa nella maggioranza è quella del capogruppo
Udeur alla Camera, Mauro Fabris: «Pel programma dell’Unione da noi
sottoscritto non ci sono le modifiche legislative proposte dal
ministro». Ma Barbara Pollastrini, ministro alle Pari Opportunità,
annuncia che fra i primi atti che vuole proporre c’è un progetto di
legge sulle unioni di fatto.
Sul piano istituzionale, poi, c’è la posizione del presidente del
Senato, Franco Marini: la «famiglia è quella naturale prevista dalla
Costituzione, questo è un cardine della nostra convivenza, ma il
rispetto delle persone, l’estensione dei diritti civili alle forme anche
diverse della convivenza, mi pare un dovere della società e della
politica».
Sul confronto tra cattolici interviene il vicepresidente della Camera,
Pierluigi Castagnetti (Margherita), che invita a discutere
«pacatamente e senza pregiudizi». Ma per Michele Vietti,
portavoce nazionale dell’Udc, quanto detto dalla Bindi sulle modifiche
alla legge sulla fecondazione assistita e sulla «introduzione
surrettizia del Pacs, sono i sintomi di una conversione al
contrario».
E Francesco Giro, responsabile di Forza Italia per i rapporti con il
mondo cattolico ha detto che «sui Pacs noi di Forza Italia saremo
cattivissimi». Da An, Daniela Santachè parla di «grandissima
delusione e amarezza», Alfredo Mantovano chiede alla Bindi di
dire chiaramente cosa intende fare, mentre secondo Maurizio
Gasparri «le ambigue affermazioni su Pacs e fecondazione dimostrano
che vi sono alcuni settori politici di sedicenti cattolici che in
realtà sono già proni di fronte alle pretesa della sinistra».
(©
Il Resto del Carlino) |