As mulheres continuam recebendo um tratamento diferenciado, em
relação aos homens, no mercado de trabalho italiano. Esse é um dos dados
que emerge de pesquisa realizada pelo Istituto Nazionale di Statistica –
Istat sobre a inserção de jovens formados em atividades remuneradas.
Enquanto no primeiro ano de trabalho efetivo a taxa de ocupação para os
homens fica em 78,7%, para as mulheres chega a 70,5%, percentuais que se
ampliam posteriormente, quando se mede a participação no trabalho fixo
após a formatura – 62,2% contra 51,8%.
A taxa de desocupação entre os laureados, independente de sexo,
registrou um acréscimo de 20% quando se compara os números de 2001 com
2004 – 12,4% para 14,5%. Com base nesse indicador – desocupação – a
pesquisa constatou que os formandos do grupo jurídico são os que
encontram mais dificuldades para conseguir uma ocupação, vindo a seguir
o literário, geo-biológico, lingüístico e psicológico.
Por outro lado, as chances de encontra um emprego são muito maiores
para aqueles que se formaram em alguma área de engenharia,
químico-farmacêutico e econômico-estatístico. Os laureados de medicina e
educação física também não conseguem facilmente uma ocupação.
Differenze ancora più consistenti tra tassi di occupazione si
registrano a livello territoriale: è il 64,6 per cento dei laureati
residenti al Nord ad aver trovato un lavoro stabile dopo la laurea
contro appena il 42,3 per cento riscontrato tra i giovani dottori
residenti nel Mezzogiorno ed il 56,4 per cento nel Centro Italia. La più
ampia facilità di accesso ai canali della formazione retribuita per i
giovani del Centro-Sud riesce a compensare solo marginalmente le
maggiori difficoltà occupazionali da questi incontrate.
Ai differenziali territoriali e di genere, si aggiungono quelli
legati alle scelte formative, relativi, cioè, da una parte,
all’indirizzo disciplinare prescelto, dall’altra, alla sede accademica
di iscrizione .
Le maggiori difficoltà dei giovani del Mezzogiorno e delle donne a
collocarsi sul mercato del lavoro vengono evidenziate ancor più
nettamente dai tassi di disoccupazione: la quota di persone in cerca di
lavoro sul totale degli attivi raggiunge nel meridione la preoccupante
quota del 30 per cento (oltre il quadruplo del dato registrato al Nord),
laddove le donne disoccupate sono 18 su cento (a fronte di un tasso di
disoccupazione maschile del 10 per cento). La situazione più critica si
registra, dunque, per le ragazze che risiedono nel Mezzogiorno, che in
quasi 4 casi su 10 risultano alla ricerca di lavoro.
Coerentemente con gli andamenti territoriali dell’occupazione
giovanile, gli atenei che offrono maggiori opportunità occupazionali si
collocano, perlopiù, nella ripartizione settentrionale. Si tratta, in
particolare, dell’Università commerciale Bocconi di Milano,
dell’Università di Castellanza, dei Politecnici di Torino e Milano e
degli Atenei di Bergamo, Trento ed Udine (Prospetto 1.4). Non mancano
però esempi di sedi universitarie che registrano elevati tassi di
occupazione anche nelle altre aree geografiche: tra questi, il
Politecnico di Bari e l’Università di Ancona. (Fonte:
Istat)