da Efe, em Roma
Eluana Englaro, 37, a italiana que vive em estado vegetativo há
17 anos e que a família quer ajudar a morrer, permanece sem
alimentação nem hidratação via sonda neste domingo. É o segundo dia
consecutivo do protocolo de eutanásia que a Justiça italiana
autorizou que fosse aplicado a ela. Eluana deverá levar de dez a 20
dias para morrer de inanição e desidratação.
O neurologista Carlo Alberto Defanti, que supervisiona o
processo, informou neste domingo à agência de notícias Ansa que "por
enquanto, as condições clínicas são estáveis" e que "segue a
suspensão total de nutrição artificial". Nos próximos dias, Eluana
deverá receber apenas os medicamentos anti-convulsivos e sedativos.
Enquanto Eluana não morre, o conservador primeiro-ministro
italiano, Silvio Berlusconi, luta para evitar a conclusão do
procedimento. Nesta segunda-feira (9), entra na pauta do Senado um
projeto de lei proposto por Berlusconi que pretende proibir que
qualquer paciente tenha a alimentação e a hidratação retiradas --o
que impediria a eutanásia de Eluana.
O primeiro-ministro espera ver o projeto aprovado em "dois a três
dias" para "salvar" Eluana. "Francamente, não entendo como
profissionais que têm que salvar vidas humanas possam se comprometer
com uma ação dessas, que leva à morte com crueldade, privando o
organismo de comida e de água.' 'Nós [governo] somos a favor da vida
e da liberdade.'
O pai de Eluana convidou Berlusconi a visitar a mulher, para ver
o estado em que ela está.
Na sexta-feira (6), Berlusconi sofreu uma derrota ao conseguir,
no Conselho de Ministros, a aprovação de um decreto-lei que proibia
a eutanásia de Eluana apenas para ver o texto ser barrado pelo
presidente, Giorgio Napolitano, que o considerou inconstitucional.
Não era a primeira vez que Berlusconi tentava manter Eluana viva.
Na semana passada, o ministro da Previdência Social da Itália,
Maurizio Sacconi, acusou a clínica em que Eluana está --La Quiete,
na cidade de Udine-- de não ter todos os equipamentos para o
processo --o que acabou negado. Procuradores italianos ainda
convocaram os médicos que se ofereceram para participar do
procedimento a depor.
Batalha
Eluana sofreu um acidente de carro em 1992 que a deixou em estado
vegetativo. Há quase uma década, os familiares decidiram pleitear na
Justiça uma autorização para deixar a moça morrer sob alegação de
que essa seria a vontade dela.
Na Itália, pacientes têm o direito de recusar tratamento, mas não
existe uma lei que lhes permita dar orientações sobre qual
tratamento gostariam de receber no caso de um dia ficarem
inconscientes. Foi graças a essa brecha que, em 9 de julho de 2008,
a Corte de Recursos de Milão aceitou o pedido pela morte de Eluana.
Três meses depois, a Corte Constitucional confirmou aquela
sentença, esgotando a possibilidade de recursos.
(©
Folha Online)
IL CASO ENGLARO
Il papà di Eluana si rivolge alla Chiesa:
"Non mi può imporre i suoi valori"
Udine -
"Rispetto la Chiesa, ma non
mi può imporre i suoi valori". Lo ha dichiarato Beppino Englaro in
un’intervista al quotidiano spagnolo ‘Es Pais’. "Provo per la Chiesa un
profondo rispetto e mi aspetto lo stesso - afferma il padre di Eluana -
Spero che sappiano quello che dicono e fanno, ma non polemizzo con loro.
La Chiesa non ha nulla a che vedere con questa storia. Non mi può
imporre i suoi valori. Il magistero della Chiesa è morale; lo Stato è
laico. Quello che dice la Chiesa deve riguardare i cattolici, non a chi
non segue questa religione".
"Spero che la storia di Eluana serva perchè la gente
capisca che la medicina deve pensarci mille volte prima di creare
situazioni che non esistono in natura, è una pazzia - ha concluso
Englaro - La condanna a vivere senza limiti è peggio della condanna a
morte. In famiglia abbiamo espresso la nostra posizione mille volte.
Siamo tre purosangue della libertà. Non abbiamo bisogno di ascoltare
litanie. Nè culturali, nè religiose, nè politiche".
LE ISPEZIONI
I Nas di Udine e Roma che ieri sono entrati nella
clinica dove è ricoverata Eluana Englaro e hanno passato al setaccio
carte e documenti, poi in serata hanno steso un verbale. Possibili
"anomalie amministrative" potrebbero riguardare le modalità di ricovero
di Eluana e il passaggio della 'gestione' dell'assistenza della donna
dall'Azienda Sanitaria Medio Friuli all'associazione 'Per Eluana'
costituita per attuare il protocollo definito in base al decreto della
Corte di Appello di Milano, nonché le successive modalità del ricovero a
'La Quiete' di Udine. Dubbi anche sull'ipotesi di cambio di destinazione
della stanza dove Eluana è ricoverata e assistita e sul cambio di
funzione dell'assistenza: da ricovero per lungodegenti a ricovero per
attuare il protocollo previsto sulla base del decreto della Corte
d'Appello di Milano.
Per i Carabinieri dei Nas, il cambio di destinazione di una
stanza o di un reparto di una struttura sanitaria, oppure il
cambio di una funzione, da assistenziale ad 'accompagnamento alla
morte', devono infatti essere autorizzati, ovvero rientrare in un piano
deciso dalla Regione Friuli Venezia Giulia che ha competenza primaria in
campo sanitario e assistenziale. A loro parere, alla 'Quiete' di Udine,
dove da martedì è ricoverata Eluana Engaro, è accaduto questo ma senza
autorizzazioni preventive della Regione o dell'Azienda sanitaria 4
'Medio Friuli' che ha giurisdizione sulla casa di riposo.
Sarà la Procura della Repubblica di Udine a dover valutare se
la 'anomalia amministrativa' ha o meno rilevanza penale e,
quindi, se sulla base della relazione dei Nas ricorrono o meno i
requisiti per un intervento cautelativo, come potrebbe essere il
sequestro della stanza dove si trova ricoverata Eluana. La donna, in
stato vegetativo da 17 anni, è stata 'presa in carico' dall'associazione
'Per Eluana', costituita a Udine alcune settimane fa. E' stata
ricoverata alla casa di risposo 'La Quiete' come una qualsiasi malata
lungodegente. Per le cure - come per tutti gli altri ricoverati - sono
intervenuti i medici dell'Usl 'Medio Friuli'. Tre giorni dopo il suo
'status' è cambiato. L'associazione ha comunicato all'Usl che avrebbe
attuato il protocollo definito sulla base del decreto della Corte
d'Appello di Milano che autorizza la sospensione della nutrizione. Per
l'attuazione di tale protocollo - ha comunicato - non servivano più i
sanitari dell'Usl ma erano sufficienti quelli dell'associazione. E
proprio su questa modifica dello status del ricovero del 'paziente
Eluana' che i Nas hanno indagato.
Il verbale - si parla di alcune pagine - verrà trasmesso ora
a Regione e Asl 4, oltre che a Roma al ministro del welfare. La
casa di cura 'La Quiete' sulla questione evita alcun commento.
LA REPLICA DELLA CASA DI RIPOSO
Per Ines Domenicali, presidente della casa di
riposo ''tutta la procedura di ricovero e tutte le operazioni relative
sono state seguite nella più assoluta regolarità e correttezza''.
Domenicali si è riferita alle ispezioni dei Nas ''che hanno accertato -
ha detto - la regolarità dei requisiti strutturali e organizzativi della
Quiete, struttura autorizzata con decreto della Regione Friuli Venezia
Giulia, con l'ultimo rinnovo il 15 dicembre 2008. La struttura infatti -
ha detto Domenicali - è autorizzata ad accogliere persone non
autosufficienti e malati gravi dopo le dimissioni dalle strutture
ospedaliere, svolgendo così funzioni di Residenza sanitaria assistita
(Rsa). A tale scopo - ha proseguito la presidente della casa di riposo
udinese - è in atto una apposita convenzione con l'Azienda sanitaria ad
ulteriore conferma dell'idoneità della struttura''.
(©
Il Quotidiano) |