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Em carta a Lula, presidente italiano expressa "estupor" por asilo a Battisti

17/01/2009

Foto: Divulgação

O presidente da Itália, Giorgio Napolitano
 

Em Roma

O presidente da Itália, Giorgio Napolitano, enviou uma carta a Luiz Inácio Lula da Silva, na qual expressa ao colega brasileiro suas "queixas" e seu "estupor" pela decisão do Ministério da Justiça do Brasil de conceder o status de refugiado político ao ex-terrorista Cesare Battisti.

Segundo um comunicado da Presidência italiana, na mensagem, Napolitano explica a Lula "as garantias" do ordenamento constitucional e jurídico italiano em relação aos "responsáveis por crimes de terrorismo".

Além disso, na carta, o presidente italiano faz-se porta-voz da "comoção e da compreensível reação que teve no país e entre as forças políticas a grave decisão" do ministro da Justiça brasileiro, Tarso Genro.

O governo italiano, que várias vezes pediu às autoridades brasileiras que reconsiderasse o status concedido a Battisti, estuda todas as alternativas para que o Brasil extradite o ex-terrorista do grupo Proletários Armados para o Comunismo, condenado à prisão perpétua na Itália por quatro assassinatos.

Uma opção que as autoridades da Itália consideram é recorrer ao Superior Tribunal de Justiça do Brasil.

Battisti, de 53 anos, foi julgado à revelia em 1993 na Itália e condenado à prisão perpétua como autor dos assassinatos de Antonio Santoro, Lino Sabbadin, Andrea Campagna e Pierluigi Torregiani.

Da França, onde viveu como refugiado de 1990 a meados desta década, o ex-terrorista sempre negou sua responsabilidade nos crimes.

Há quatro anos, para evitar sua extradição para a Itália, Battisti fugiu para o Brasil, onde foi detido

(© UOL Últimas Notícias)

 


Il capo dello Stato ricorda che "l'ordinamento italiano offre garanzie anche ai condannati per terrorismo"

In Brasile polemiche all'interno del governo. La Corte suprema blocca la scarcerazione

Battisti, Napolitano scrive a Lula: "Sono stupito e rammaricato"

ROMA - E' "stupito e rammaricato", il presidente Napolitano dopo la decisione del governo brasiliano di concedere lo status di "rifugiato politico" all'ex terrorista Cesare Battisti condannato all'ergastolo.

In una lettera personale inviata al presidente del Brasile, Luiz Ignacio Lula da Silva, Giorgio Napolitano richiama i lineamenti dell'ordinamento costituzionale e giuridico italiano e le garanzie che offre nel perseguire anche i responsabili di reati di terrorismo. "Sono stupito e rammaricato", ripete il presidente della Repubblica per una scelta che il governo brasiliano ha giustificato con il timore che in Italia l'imputato possa essere perseguitato per le sue idee politiche.

Nella lettera che il capo dello Stato invia all'omologo brasiliano, Napolitano si rende interprete della vivissima emozione e della comprensibile reazione che la decisione ha suscitato nel paese e tra tutte le forze politiche italiane.

In Brasile, la scelta sostenuta dal presidente Lula e dal ministro della Giustizia non ha trovato unanime consenso neppure nel governo. Il ministro degli Esteri Celso Amorin ha detto di non essere per nulla favorevole all'asilo politico concesso a Battisti. Contrari alla scelta di negare l'estradizione all'ex terrorista si è detto anche il leader dell'opposizione e governatore di San Paolo José Serra, che ha definito la scelta del ministro della Giustizia "una decisione esagerata".

Per ora, comunque, l'ex terrorista dei "Proletari armati" resterà in carcere. Il presidente della Corte suprema, dopo aver ricevuto i documenti del ministero della Giustizia, ha deciso di prendere tempo. Gilmar Mendes ha chiesto, prima di firmare, un parere scritto al Procuratore generale della Repubblica. La scappatoia che ha trovato Mendes per ritardare la firma e negare per ora la scarcerazione è un altro processo minore nel quale Battisti è coinvolto per essere entrato in Brasile con un passaporto falso. Il capo del Tribunale vuole sapere se l'accusato non debba ancora essere trattenuto in carcere per quest'altro giudizio o, magari, inviato ai domiciliari.

(© La Repubblica)


E' sempre braccio di ferro tra Roma e Brasilia sull'ex terrorista dei Pac i ministri di Esteri e Giustizia cercano di fargli togliere lo status di rifugiato politico

Battisti, l'Italia non si rassegna. Lula: "Decisione sovrana del Brasile"

La Russa: "Scelta che mette seriamente a repentaglio l'amicizia tra i due Paesi"

ROMA - Continua il braccio di ferro tra Italia e Brasile sulla vicenda dell'ex terrorista Cesare Battisti. Mentre Roma non si rassegna e conferma che sta studiando ogni possibile iniziativa "tecnica o politica" per vedere Battisti in un carcere italiano, in serata è intervenuto direttamente il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva a gelare le residue aspettative del Governo: "l'Italia rispetti la decisione sovrana del Brasile", ha seccamente affermato. Precisando poi di "non credere che la situazione di un cittadino esule possa creare problemi in un rapporto storico come quello che hanno Italia e Brasile".

Cesare Battisti intanto si appresta ad uscire dal carcere: ma il governo italiano è impegnato a far sì che il Brasile tolga all'ex terrorista lo status di rifugiato politico e per ciò sono al lavoro sia il ministero degli Esteri che quello della Giustizia. Da Brasilia il governo suggerisce quella che forse potrebbe essere l'unica strada percorribile: sia l'Italia a presentare una nuova domanda di estradizione di Battisti.

La contrapposizione diplomatica tra Italia e Brasile, che secondo la stampa brasiliana potrebbe avere ripercussioni nell'ambito del G8 a presidenza italiana, non preoccupa più di tanto il presidente 'operaio': "Non credo che la situazione di un cittadino esule possa creare problemi in un rapporto storico come quello che hanno Italia e Brasile", ha serenamente detto Lula.

Intanto il viceministro della giustizia brasiliano, Romeo Tuma jr., ha detto all'Ansa che Battisti dovrebbe uscire oggi o entro quattro giorni. Tanto che fonti vicine ai suoi avvocati hanno riferito che Battisti "si sente sollevato" e che appena tornerà libero ha intenzione "di finire il suo secondo romanzo".

In movimento anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano che ha annunciato di voler presentare "un'istanza di ripensamento al ministro della Giustizia del Brasile" affinchè riveda la sua decisione rispetto al no all'estradizione dell'ex militante dei Pac e "proporre un ricorso alla Corte di Cassazione del Brasile". Il Guardasigilli si è detto "deluso, sorpreso e amareggiato per il fatto che il Brasile abbia ritenuto rifugiato politico un uomo che è un assassino e un criminale". E il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha definito "incredibile" la decisione brasiliana di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti precisando che questa scelta "mette seriamente a repentaglio l'amicizia tra Italia e Brasile".


Anche in Brasile il 'caso-Battisti' ha suscitato interesse e polemiche: il presidente della commissione affari esteri del Senato, Heraclito Fortes, del partito di centrodestra all'opposizione, intende, ad esempio, convocare il ministro della Giustizia Tarso Genro, affinché spieghi le ragioni del via libera dello status di asilo politico a Battisti. Decisione definita "strana e incoerente", ricordando che Genro ha dato l'asilo politico all'ex terrorista italiano mentre lo ha negato, qualche tempo fa, a due pugili cubani. "E' tradizione del Brasile considerare di concedere lo status di rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esiste un fondato timore di persecuzione politica contro un cittadino", aveva detto ieri Genro.

(© La Repubblica)

 

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