O presidente da Itália, Giorgio Napolitano, enviou uma carta a
Luiz Inácio Lula da Silva, na qual expressa ao colega brasileiro
suas "queixas" e seu "estupor" pela decisão do Ministério da Justiça
do Brasil de conceder o status de refugiado político ao
ex-terrorista Cesare Battisti.
Segundo um comunicado da Presidência italiana, na mensagem, Napolitano
explica a Lula "as garantias" do ordenamento constitucional e jurídico italiano
em relação aos "responsáveis por crimes de terrorismo".
Além disso, na carta, o presidente italiano faz-se porta-voz da "comoção e da
compreensível reação que teve no país e entre as forças políticas a grave
decisão" do ministro da Justiça brasileiro, Tarso Genro.
O governo italiano, que várias vezes pediu às autoridades brasileiras que
reconsiderasse o status concedido a Battisti, estuda todas as alternativas para
que o Brasil extradite o ex-terrorista do grupo Proletários Armados para o
Comunismo, condenado à prisão perpétua na Itália por quatro assassinatos.
Uma opção que as autoridades da Itália consideram é recorrer ao Superior
Tribunal de Justiça do Brasil.
Battisti, de 53 anos, foi julgado à revelia em 1993 na Itália e condenado à
prisão perpétua como autor dos assassinatos de Antonio Santoro, Lino Sabbadin,
Andrea Campagna e Pierluigi Torregiani.
Da França, onde viveu como refugiado de 1990 a meados desta década, o
ex-terrorista sempre negou sua responsabilidade nos crimes.
Há quatro anos, para evitar sua extradição para a Itália, Battisti fugiu para o
Brasil, onde foi detido
(©
UOL Últimas Notícias)
Il capo dello Stato ricorda che "l'ordinamento italiano offre garanzie anche
ai condannati per terrorismo"In Brasile polemiche all'interno del governo. La Corte suprema blocca la
scarcerazione
Battisti, Napolitano scrive a Lula:
"Sono stupito e rammaricato"
ROMA - E' "stupito e rammaricato", il presidente
Napolitano dopo
la decisione del governo brasiliano di
concedere lo status di "rifugiato politico" all'ex
terrorista Cesare Battisti condannato all'ergastolo.
In una lettera personale inviata al presidente del
Brasile, Luiz Ignacio Lula da Silva, Giorgio Napolitano
richiama i lineamenti dell'ordinamento costituzionale e
giuridico italiano e le garanzie che offre nel
perseguire anche i responsabili di reati di terrorismo.
"Sono stupito e rammaricato", ripete il presidente della
Repubblica per una scelta che il governo brasiliano ha
giustificato con il timore che in Italia l'imputato
possa essere perseguitato per le sue idee politiche.
Nella lettera che il capo dello Stato invia all'omologo
brasiliano, Napolitano si rende interprete della
vivissima emozione e della
comprensibile reazione che la decisione ha
suscitato nel paese e tra tutte le forze politiche
italiane.
In Brasile, la scelta sostenuta dal presidente Lula e
dal ministro della Giustizia non ha trovato unanime
consenso neppure nel governo. Il ministro degli Esteri
Celso Amorin ha detto di non essere per nulla favorevole
all'asilo politico concesso a Battisti. Contrari alla
scelta di negare l'estradizione all'ex terrorista si è
detto anche il leader dell'opposizione e governatore di
San Paolo José Serra, che ha definito la scelta del
ministro della Giustizia "una decisione esagerata".
Per ora, comunque, l'ex terrorista dei "Proletari
armati" resterà in carcere. Il presidente della Corte
suprema, dopo aver ricevuto i documenti del ministero
della Giustizia, ha deciso di prendere tempo. Gilmar
Mendes ha chiesto, prima di firmare, un parere scritto
al Procuratore generale della Repubblica. La scappatoia
che ha trovato Mendes per ritardare la firma e negare
per ora la scarcerazione è un altro processo minore nel
quale Battisti è coinvolto per essere entrato in Brasile
con un passaporto falso. Il capo del Tribunale vuole
sapere se l'accusato non debba ancora essere trattenuto
in carcere per quest'altro giudizio o, magari, inviato
ai domiciliari.
(©
La Repubblica)
E' sempre braccio di ferro tra Roma e Brasilia sull'ex terrorista dei Pac
i ministri di Esteri e Giustizia cercano di fargli togliere lo status di
rifugiato politicoBattisti, l'Italia non si rassegna.
Lula: "Decisione sovrana del Brasile"
La Russa: "Scelta che mette seriamente a repentaglio
l'amicizia tra i due Paesi"
ROMA - Continua il braccio di ferro tra Italia e
Brasile sulla vicenda dell'ex terrorista Cesare
Battisti. Mentre Roma non si rassegna e conferma che sta
studiando ogni possibile iniziativa "tecnica o politica"
per vedere Battisti in un carcere italiano, in serata è
intervenuto direttamente il presidente brasiliano Luiz
Inacio Lula da Silva a gelare le residue aspettative del
Governo: "l'Italia rispetti la decisione sovrana del
Brasile", ha seccamente affermato. Precisando poi di
"non credere che la situazione di un cittadino esule
possa creare problemi in un rapporto storico come quello
che hanno Italia e Brasile".
Cesare Battisti intanto si appresta ad uscire dal
carcere: ma il governo italiano è impegnato a far sì che
il Brasile tolga all'ex terrorista lo status di
rifugiato politico e per ciò sono al lavoro sia il
ministero degli Esteri che quello della Giustizia. Da
Brasilia il governo suggerisce quella che forse potrebbe
essere l'unica strada percorribile: sia l'Italia a
presentare una nuova domanda di estradizione di
Battisti.
La contrapposizione diplomatica tra Italia e Brasile,
che secondo la stampa brasiliana potrebbe avere
ripercussioni nell'ambito del G8 a presidenza italiana,
non preoccupa più di tanto il presidente 'operaio': "Non
credo che la situazione di un cittadino esule possa
creare problemi in un rapporto storico come quello che
hanno Italia e Brasile", ha serenamente detto Lula.
Intanto il viceministro della giustizia brasiliano,
Romeo Tuma jr., ha detto all'Ansa che Battisti dovrebbe
uscire oggi o entro quattro giorni. Tanto che fonti
vicine ai suoi avvocati hanno riferito che Battisti "si
sente sollevato" e che appena tornerà libero ha
intenzione "di finire il suo secondo romanzo".
In movimento anche il ministro della Giustizia Angelino
Alfano che ha annunciato di voler presentare "un'istanza
di ripensamento al ministro della Giustizia del Brasile"
affinchè riveda la sua decisione rispetto al no
all'estradizione dell'ex militante dei Pac e "proporre
un ricorso alla Corte di Cassazione del Brasile". Il
Guardasigilli si è detto "deluso, sorpreso e amareggiato
per il fatto che il Brasile abbia ritenuto rifugiato
politico un uomo che è un assassino e un criminale". E
il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha definito
"incredibile" la decisione brasiliana di concedere lo
status di rifugiato politico a Cesare Battisti
precisando che questa scelta "mette seriamente a
repentaglio l'amicizia tra Italia e Brasile".
Anche in Brasile il 'caso-Battisti' ha suscitato
interesse e polemiche: il presidente della commissione
affari esteri del Senato, Heraclito Fortes, del partito
di centrodestra all'opposizione, intende, ad esempio,
convocare il ministro della Giustizia Tarso Genro,
affinché spieghi le ragioni del via libera dello status
di asilo politico a Battisti. Decisione definita "strana
e incoerente", ricordando che Genro ha dato l'asilo
politico all'ex terrorista italiano mentre lo ha negato,
qualche tempo fa, a due pugili cubani. "E' tradizione
del Brasile considerare di concedere lo status di
rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esiste
un fondato timore di persecuzione politica contro un
cittadino", aveva detto ieri Genro.
(©
La Repubblica) |