MILÃO - Uma união italiana recomendou nesta sexta-feira que as mulheres
boicotem os produtos da grife Dolce & Gabbana no Dia Internacional da
Mulher, na próxima semana, em protesto contra um anúncio que mostra um homem
segurando uma mulher pelos pulsos, caída no chão.
Mais cedo, a Anistia Internacional na Itália disse que a marca mostrou
"pretexto para violência contra a mulher". E o governo da Espanha exigiu,
mês passado, que a campanha fosse retirada por ser humilhante às mulheres.
A divisão de trabalhadores têxteis da Itália, CGIL, disse que ao menos
que o anúncio fosse retirado, mulheres deveriam tomar uma atitude no dia 8
de março.
"É vergonhoso que a Dolce & Gabbana passe uma mensagem de violência e
abuso contra as mulheres", disse o CGIL em seu site.
"Esta foto deve sair e os designers devem se desculpar a todas as
mulheres. Se não (fizerem), as mulheres devem declarar uma greve em 8 de
março contra as roupas da Dolce & Gabbana", acrescentou, pedindo que os
anúncios sejam retirados o mais rápido possível.
A propaganda mostra um homem sem camisa segurando uma mulher pelos
pulsos, enquanto três homens olham para eles.
A Dolce & Gabbana negou comentar o caso.
(©
JB Online)
POLEMICHE PER LA PUBBLICITA' DI DOLCE E GABBANA
ROMA - Dopo la censura in Spagna anche l'Italia si scaglia contro
l'ultima pubblicità di Dolce e Gabbana, dove un uomo a torso nudo
tiene inchiodata una donna a terra per i polsi, mentre lei cerca di
divincolarsi sotto lo sguardo impassibile di altri uomini. I
politici italiani sono indignati e chiedono l'eliminazione dello
spot. Il ministro dei Diritti e delle pari opportunità, Barbara
Pollastrini, ha chiesto l'intervento del Giurì sulla campagna che
viola gli articoli 9 e 10 del codice dell'autodisciplina
pubblicitaria.
"Mi sono rivolta al Giurì - spiega il ministro - per chiedere un
intervento pronto e immediato a tutela del rispetto della dignità
della donna. E' di questi giorni la diffusione dell'ultimo rapporto
Istat sulle molestie e le violenze sulle donne, commissionata dal
nostro Ministero. I dati scioccanti confermano drammi legati a
vecchie e nuove oppressioni e brutalità". Pollastrini ha ricordato
che il suo ministero ha proposto al Parlamento un ddl contro la
violenza in famiglia, di genere e per la tutela delle vittime, per
il quale è già partita una campagna di sensibilizzazione e
prevenzione e la costruzione di un Osservatorio.
La ministra fa dunque appello a una "presa di coscienza diffusa e
alla sensibilità dei due stilisti. "Nel nostro ddl - conclude - si
vieta di utilizzare in modo vessatorio o discriminatorio ai fini
pubblicitari l'immagine della donna, dando mandato all'Autorità
garante della concorrenza e del mercato di inibire gli atti di
pubblicità in contrasto con questo divieto". Sono 13 i senatori,
prima firmataria Vittoria Franco, presidente della commissione
Cultura e responsabile nazionale delle Donne Ds, che chiedono in una
lettera al Giurì per l'autodisciplina pubblicitaria, Umberto Loi,
che Dolce e Gabbana ritirino la pubblicità o che l'azienda sia
richiamata dal Giurì al rispetto delle regole. La lettera è
sottoscritta dai senatori dell'Ulivo Albertina Soliani, Anna Maria
Carloni, Silvana Amati, Colomba Mongiello, Fiorenza Bassoli, Massimo
Livi Bacci, Beatrice Magnolfi, Anna Maria Serafini, Carlo Fontana,
Luigi Zanda, Laura Bianconi e Maria Burani Procaccini (FI). "La
pubblicità - scrivono i 13 senatori - rappresenta in maniera non
allusiva una vera e propria istigazione allo stupro di gruppo".
"Chiediamo - concludono - come sia possibile far passare nella
pubblicità immagini così violente sapendo che essa diventa spesso
veicolo di modelli di comportamento e di icone". "L'inerzia del
Governo Prodi - sostiene l'onorevole Luca Volonté, capogruppo Udc
alla Camera - a partire dal ministro alle Pari Opportunità, fa
perdere all'Italia un'occasione per dimostrare al mondo civile che
la violenza, in tutte le sue forme, anche se rappresentate da
immagini e slogan, va bandita senza indugi". Un comunicato del
segretario generale della Filtea-Cgil Valeria Fedeli, sottolinea che
i due stilisti dovrebbero chiedere scusa a tutte le donne, e propone
per l'8 marzo anche uno sciopero degli acquisti di capi griffati
dalla coppia di stilisti, se lo spot non scomparirà.
"Anche le fotografie, e quindi le campagne pubblicitarie -
rispondono Dolce e Gabbana - sono una forma d'arte e rientrano nel
grande tema della libertà artistica". "Allora bisognerebbe chiudere
anche il Louvre - aveva detto Gabbana dopo la censura in Spagna - e
la maggior parte dei musei del mondo". "Tra l'altro - fanno notare
dalla casa di moda - la donna nell'immagine non ha affatto un'aria
sofferente". |
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Ansa.it) |