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Morre o compositor italiano Gian
Carlo Menotti |
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O compositor
Gian Carlo Menotti morreu aos 95
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Ele foi responsável por
algumas das principais óperas do século 20
Morreu na
Itália, aos 95 anos, o compositor Gian Carlo Menotti. Autor de algumas
das principais óperas do século 20, como O Telefone e Amahl e
os Visitantes da Noite, ele estava doente mas morreu “em paz, sem
dor”, segundo seu filho Francis.
Nascido em Cadegliano, na Itália, ele
mudou-se aos 16 anos para os EUA, onde iniciou os estudos de música,
incentivado pelo maestro Arturo Toscanini, amigo da família. Foi aluno,
entre outros, do compositor americano Samuel Barber.
No início dos anos 30, escreveu sua
primeira ópera, Amelia al Ballo, que foi estreada no Curtis
Institute, em Chicago, e logo ganhou apresentações no Metropolitan Opera
House, de Nova York. O sucesso lhe rendeu convites para escrever outras
obras como The Old Maid and the Thief, a primeira ópera a ser
escrita exclusivamente para o rádio - anos mais tarde, escreveria a
primeira ópera para a televisão, Amahl e os Visitantes da Noite.
As partituras de Menotti têm como
marca a transparência e a claridade sonora, mas seu principal legado
será o modo como trabalhou a voz humana, colocada no centro de suas
principais composições.
(©
Agência Estado)
Addio Menotti, anima Festival
di Spoleto
ROMA - Gian Carlo Menotti è morto pochi mesi prima di quella
edizione dei 50 anni del Festival di Spoleto che avrebbe voluto
tanto vedere, e che certamente sarà ormai in gran parte a lui
dedicata. E' morto a Montecarlo dove si stava preparando un
allestimento della sua 'Medium', attendendo alla sua musica,
compagna e ragione vera di una vita, in cui si portava il
rimpianto che la sua fama si legasse invece più alla creazione
del Festival. Questo anche se suoi concerti e opere erano ormai
normalmente nei cartelloni dei teatri di tutto il mondo. Quando
parlava di queste cose sorrideva con quel distacco da signore
inglese che era suo proprio, da quando aveva fissato la sua
residenza in un castello in Scozia.
Era del resto ancora molto giovane quando si trasferì in America
al Kurtis Institute di Filadelfia per proseguire i suoi studi di
composizione con Rosario Scalero, iniziati al conservatorio di
Milano. Nato a Cadegliano, in provincia di Varese il 7 luglio
del 1911, la musica fu subito la sua vocazione e, sin dalla
prima opera, "Amelia al ballo", scritta a 26 anni, mostrò quali
sarebbero stati i caratteri di tutta la sua arte sino al "Goya"
dell' 86 e oltre.
Le composizioni di Menotti puntano su un' inventiva melodica di
immediata comunicabilità unita ad una sapiente e scaltra
scrittura, ecletticamente improntata a moduli sinfonici e
operistici tardo ottocenteschi, spesso con precise influenze
pucciniane. Un legame insomma forte con la tradizione e la
godibilità dell' arte sulla quale Menotti non transige. A
Spoleto lo chiamavano il Duca, il nuovo duca di questa storica
cittadina, ma anche un capo dal potere assoluto, come
dimostravano i sui celebri litigi e clamorose rotture anche con
personaggi che a lui e al Festival avevano dato molto, o la fine
della sua direzione, con poi una lunga battaglia legale, col
festival gemello di Charleston, negli Usa.
Un accentratore allora, poco aperto a discorsi troppo
intellettuali e alla ricerca contemporanea, secondo l' accusa di
molti. Ma è facile replicare che il Festival ha ospitato nella
sua storia le provocazioni di Allen Ginsberg e le fredde
dilatazioni di Bob Wilson, gli esoterismi poveri di Grotowski
come il fuoco flamenco di Antonio Gades, ha battezzato il mitico
"Orlando furioso" di Luca Ronconi e l' ormai storica "Gatta
Cenerentola" di Roberto De Simone: la lista di personaggi e
titoli sarebbe ancora lunghissima e comunque importante per la
cultura italiana. Quarantanove edizioni, più regolari del
liquefarsi del sangue di San Gennaro, come diceva lo stesso
Menotti con un lampo malizioso dei suoi occhi vivissimi.
E mentre tutti si interrogavano su chi sarebbe stato il suo
successore, lui si era adoperato per far arrivare al vertice
della manifestazione il figlio Francis, detto Chip. Quello con
Spoleto è sempre stato un amore-odio, una passione che lo
conquistava ogni volta e assieme "quell' errore fondamentale
della sua vita", come ripeteva a ogni inaugurazione, perché,
secondo lui, quella comunità non ha mai mostrato di apprezzare
davvero il suo lavoro. |
(©
Ansa.it) |
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