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Migrazioni ItaliaOggi

 

Itália estabelece ''ronda de cidadãos'' contra imigrantes

22/02/2009

O ministro do Interior italiano, Roberto Maroni.
 

Governo endurece leis contra violência sexual e ilegais após estupros atribuídos a estrangeiros

AP, AFP E REUTERS

Após uma sequência de ataques sexuais contra jovens italianas atribuída a estrangeiros, o governo do premiê Silvio Berlusconi aprovou medidas mais duras contra a violência sexual e a imigração ilegal na Itália. Entre as novas leis previstas no projeto está a criação de "rondas de cidadãos" para controlar a segurança nas ruas - proposta defendida há anos pelos militantes de tendência xenófoba da Liga Norte, partido da coalizão de Berlusconi.

O decreto de emergência - aprovado pelo Conselho de Ministros - aumenta as sentenças por estupro; estabelece prisão perpétua para ataques sexuais que resultarem em morte; acelera os julgamentos relacionados a esses delitos; retira a possibilidade de prisão domiciliar e liberdade condicional para agressores; e oferece ajuda legal gratuita às vítimas. O decreto, que entra imediatamente em vigor, será submetido às duas Câmaras do Parlamento, mas deve passar com facilidade por causa da ampla maioria que Berlusconi tem no Legislativo.

Criticado pela oposição por retirar com leis urgentes o poder do Parlamento, ao adotar decretos que não são submetidos a debate no Congresso, o premiê admitiu ter recorrido a esse sistema por causa do "escândalo nacional" causado pelos recentes estupros de adolescentes. "Em relação a 2006 e 2007, os casos de estupros diminuíram em cerca de 10%". Mas essa redução só foi possível por causa dos militares que patrulham as cidades", disse Berlusconi.

Nas últimas semanas, três estupros ocorreram na Itália, despertando o sentimento de insegurança geral. Em todos os casos, imigrantes - especialmente romenos - foram acusados pelos ataques. No dia 14, uma jovem de 14 anos foi estuprada em Roma. No mesmo dia, uma boliviana de 21 anos foi violentada num parque de Milão. Em Bolonha, uma italiana de 15 anos também foi atacada.

PATRULHA CIVIL


As "rondas de cidadãos" - das quais participarão de maneira prioritária ex-militares e policiais aposentados - serão controladas pelos prefeitos de cada cidade e seus integrantes não poderão andar armados. A iniciativa já estava prevista em um projeto de lei em tramitação no Parlamento, mas o governo decidiu antecipar sua aprovação. "Serão voluntários para a segurança e não rondas formadas por cidadãos sem controle", explicou o ministro do Interior, Roberto Maroni.

O decreto complementa várias medidas tomadas por Berlusconi para controlar a imigração ilegal - como um projeto de lei que permite aos médicos denunciar estrangeiros em situação irregular e outro que prevê pena de até 4 anos para os ilegais que não obedecerem à ordem de expulsão.

(© Estadão)

 


Decreto del governo, anche le ronde contro gli stupri

Decreto del governo, anche le ronde contro gli stupri  

“Abbiamo varato il decreto per il clamore che gli stupri stanno provocando, ma le violenze sessuali nel 2008 sono diminuite del 10 per cento. E il dato vale anche per la città di Roma”. Al termine del Consiglio dei ministri, il premier Silvio Berlusconi illustra i contenuti del decreto legge - approvato all’unanimità - su sicurezza ed emergenza stupri. E si sofferma sul contesto politico e sociale in cui il provvedimento s’inserisce. Il capo del governo ritiene che la diminuzione degli stupri registrata nel 2008 sia dovuta “al pattugliamento più diffuso e all’utilizzo dei militari”.

L’occasione è propizia al premier per ribadire l’importanza dello strumento della decretazione d’urgenza: il decreto “è uno strumento essenziale perché il governo possa legiferare” con “norme che immediatamente siano applicabili e quindi possano consentire dei risultati nelle situazioni che si manifestano e che richiedono provvedimenti tempestivi”. Grazie al decreto antistupri - spiega il Cavaliere - è stato possibile introdurre con urgenza norme inserite in “alcuni nostri ddl già presentati dal giugno scorso e poi in un Consiglio dei ministri a Napoli e consegnati al Parlamento”. Ma - lamenta il premier - “i tempi che il Parlamento impiega per approvare i provvedimenti sono qui e si dichiarano da soli. Ora noi li facciamo diventare immediatamente vigenti ed esecutivi attraverso il decreto”.

Il Guardasigilli Angelino Alfano batte sullo stesso tasto rilevando che “con questo provvedimento sulla sicurezza anticipiamo di circa 100 giorni gli effetti giuridici di norme già presenti o approvate in precedenza dal Parlamento”.

Per Alfano “quello approvato questa mattina dal Consiglio dei ministri è un provvedimento che si pone dalla parte della donna. Abbiamo previsto l’ergastolo per chi è colpevole di omicidio in occasione di una violenza sessuale”. Sotto il profilo dei rapporti col Quirinale, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, assicura che “non c’è stato alcun veto. Ieri con Napolitano ho concordato questo testo, senza alcuna forzatura o obiezione”. Quanto allo spinoso tema delle ronde, Maroni - premesso che l’obiettivo è “passare dalle ronde fai da te ai volontari per la sicurezza, regolati e controllati” - presenta nei dettagli l’articolo 6 del decreto legge, in cui si prevede “un piano straordinario di controllo e presidio del territorio”. Un obiettivo da perseguire attraverso un modello di “sicurezza partecipata”, grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali - delle forze dell’ordine, “dei sindaci, ma anche dei cittadini, per il presidio e il controllo del territorio in modo regolato”.

Maroni fa notare che alcune esperienze di sicurezza partecipata sono positive, citando i casi di Bologna e Firenze - “e parlo di giunte di centrosinistra a dimostrazione che c’è condivisione”. Tuttavia, il fenomeno è da gestire con attenzione: “Con il decreto - rileva il titolare del Viminale - prevediamo che sia gestito, controllato, utile”. Le ronde “non saranno armate, ma dotate solo di telefonini e ricetrasmittenti con cui avvertire le forze dell’ordine”. In particolare, il provvedimento prevede il coinvolgimento di “associazioni di cittadini che, sotto il coordinamento del sindaco e con certi requisiti previsti da un decreto che emanerà il ministero dell’Interno, coordinati e controllati dal prefetto e dal comitato provinciale per l’ordine e sicurezza”, potranno “controllare il territorio per prevenire i reati e contrastare la criminalità con regole ben precise e ben definite”.

Ma le forze dell’ordine vedono di buon occhio le ronde? “Le forze di polizia, quelle che tutti i giorni sono in strada, non sono contrarie ma favorevoli - assicura Maroni - alle ronde, purché siano regolate attraverso i prefetti e l’ordine provinciale di sicurezza. Ad essere contrari sono solo alcuni sindacati. Andatevi a rileggere cosa dicevano quando proponemmo di portare i militari in strada. Invece si è dimostrato che il rapporto tra militari e forze di polizia è stato di grande armonia”. Il titolare del Viminale osserva: “Il modello che abbiamo pensato per gestire le ronde è simile a quello dei City angels, che a Milano, ma anche in altre città, funziona da 15 anni e che si occupano di iniziative di prima assistenza e di controllo del territorio per prevenire reati”.

Quanto agli elenchi delle associazioni coinvolte, “il modello sarà quello delle associazioni anti-racket”. Soprattutto, Maroni tiene a specificare che nessun provvedimento contenuto nel decreto è stato preso “sull’onda emotiva dei fatti avvenuti”, visto che sono state anticipate “misure già previste dal disegno di legge sulla sicurezza, già approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera”. Il ministro dell’Interno “approfitto” della presenza del sindaco di Roma Gianni Alemanno, al suo fianco in conferenza stampa, per “sottolineare che il testo del Consiglio dei ministri è stato arricchito di una proposta, che mi sembra molto buona, allo studio anche del comune di Roma, e cioè il fatto di dare la precedenza nelle ronde alle associazioni di carabinieri e poliziotti in congedo.

Persone che sanno quello che fanno”. Particolare attenzione è posta poi da Maroni sull’articolo 5, in base al quale “la permanenza degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione sarà aumentata da 2 a 6 mesi”. In questo modo “potremo garantire il rimpatrio di tutti coloro che sono nei centri per immigrati, in particolari quelli provenienti dalla Tunisia che sono stati trattenuti in queste settimane a Lampedusa”, rimarca Maroni. Ricordando che a Lampedusa, “c’erano oltre mille tunisini, ne sono già stati rimpatriati oltre 120. Ora saranno tutti rimpatriati grazie a questa norma”.

In generale, “i clandestini che arrivano in Italia saranno rimpatriati, a meno che non chiedano asilo o non siano minori”. Inoltre, “non tollereremo - chiarisce il responsabile del Viminale - nessuna forma di violenza dentro o fuori i Centri per gli immigrati (come quelle avvenute a Lampedusa) da parte di chi sta illegalmente sul territorio italiano”. Maroni annuncia poi che saranno aperti nuovi Centri di identificazione ed espulsione. “La prossima settimana - dice il ministro dell’Interno - convocherò il Comitato interministeriale di monitoraggio della Bossi-Fini per definire i nuovi centri e fare una verifica delle iniziative da prendere per contrastare in modo sempre più efficace l’immigrazione clandestina”.

Tra le novità del dl, lo stanziamento di 100 milioni di euro “per allestire un sistema più efficace di presidio del territorio e procedere entro il 31 marzo all’assunzione di 2.500 unità di forze dell’ordine da mettere per questo piano straordinario di controllo del territorio”. Anche il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, esprime soddisfazione per il varo del dl insistendo sul fatto che “dà una risposta immediata e non tardiva ai fenomeni della violenza sessuale. Non agiamo sull’onda dell’emotività, ma emaniamo norme già approvate da un ramo Parlamento”. Per quanto riguarda lo stalking, “sono previste - riferisce la Carfagna - sanzioni per gli episodi di molestie e minacce reiterate prima che possano degenerare in condotte più gravi: le pene vanno da sei mesi a 4 anni, con aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o marito o ai danni di soggetti particolarmente deboli”. Inoltre, è previsto “che la vittima si possa rivolgere al questore che può ‘ammonire’ il colpevole, nonché il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa”.

In merito al dossier intercettazioni, che lunedì sarà discusso dall’aula di Montecitorio, Alfano precisa: “Noi non abbiamo eliminato i reati ma bensì gli abusi e la possibilità che qualcuno possa immaginare di rovinare la vita delle persone”. Per il Guardasigilli, il provvedimento “è il giusto punto di equilibrio tra l’esigenza di non spuntare le armi ai magistrati e di tutelare la privacy dei cittadini. Quando abbiamo presentato il provvedimento - ha spiegato - ci avevano criticato per il fatto che avevamo tolto alcuni reati: abbiamo presentato un emendamento per reintrodurre le intercettazioni per questi reati (violenza sessuale, ndr) trovando un punto di equilibrio per non spuntare le armi ai magistrati e per tutelare la privacy dei cittadini come prevede l’articolo 15 della costituzione così tanto evocata da alcuni esponenti della sinistra”. Alfano sottolinea anche che gli arresti a Roma dei romeni accusati della violenza sessuale alla Caffarella - operazione per cui si complimenta con il ministro Maroni, il questore di Roma e le forze dell’ordine - sono avvenuti “senza il bisogno di intercettazioni”. “Poiché le donne, ancor meglio degli uomini, sanno leggere le leggi - conclude Alfano -, leggeranno la legge sulle intercettazioni e si renderanno conto che tutti questi reati sono assolutamente intercettabili come verrà fuori nel dibattito d’aula”.

(© Il Velino)

 

 

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