|
O ministro do Interior
italiano, Roberto Maroni.
|
Governo endurece leis contra violência sexual e
ilegais após estupros atribuídos a estrangeiros
AP, AFP E REUTERS
Após uma sequência de ataques sexuais contra jovens italianas
atribuída a estrangeiros, o governo do premiê Silvio Berlusconi
aprovou medidas mais duras contra a violência sexual e a
imigração ilegal na Itália. Entre as novas leis previstas no projeto
está a criação de "rondas de cidadãos" para controlar a segurança
nas ruas - proposta defendida há anos pelos militantes de tendência
xenófoba da Liga Norte, partido da coalizão de Berlusconi.
O decreto de emergência - aprovado pelo Conselho de Ministros -
aumenta as sentenças por estupro; estabelece prisão perpétua para
ataques sexuais que resultarem em morte; acelera os julgamentos
relacionados a esses delitos; retira a possibilidade de prisão
domiciliar e liberdade condicional para agressores; e oferece ajuda
legal gratuita às vítimas. O decreto, que entra imediatamente em
vigor, será submetido às duas Câmaras do Parlamento, mas deve passar
com facilidade por causa da ampla maioria que Berlusconi tem no
Legislativo.
Criticado pela oposição por retirar com leis urgentes o poder do
Parlamento, ao adotar decretos que não são submetidos a debate no
Congresso, o premiê admitiu ter recorrido a esse sistema por causa
do "escândalo nacional" causado pelos recentes estupros de
adolescentes. "Em relação a 2006 e 2007, os casos de estupros
diminuíram em cerca de 10%". Mas essa redução só foi possível por
causa dos militares que patrulham as cidades", disse Berlusconi.
Nas últimas semanas, três estupros ocorreram na Itália, despertando
o sentimento de insegurança geral. Em todos os casos, imigrantes -
especialmente romenos - foram acusados pelos ataques. No dia 14, uma
jovem de 14 anos foi estuprada em Roma. No mesmo dia, uma boliviana
de 21 anos foi violentada num parque de Milão. Em Bolonha, uma
italiana de 15 anos também foi atacada.
PATRULHA CIVIL
As "rondas de cidadãos" - das quais participarão de maneira
prioritária ex-militares e policiais aposentados - serão controladas
pelos prefeitos de cada cidade e seus integrantes não poderão andar
armados. A iniciativa já estava prevista em um projeto de lei em
tramitação no Parlamento, mas o governo decidiu antecipar sua
aprovação. "Serão voluntários para a segurança e não rondas formadas
por cidadãos sem controle", explicou o ministro do Interior, Roberto
Maroni.
O decreto complementa várias medidas tomadas por Berlusconi para
controlar a imigração ilegal - como um projeto de lei que permite
aos médicos denunciar estrangeiros em situação irregular e outro que
prevê pena de até 4 anos para os ilegais que não obedecerem à ordem
de expulsão.
(©
Estadão)
Decreto del governo, anche le ronde contro gli stupri
“Abbiamo varato il decreto per il clamore che
gli stupri stanno provocando, ma le violenze sessuali nel 2008 sono
diminuite del 10 per cento. E il dato vale anche per la città di
Roma”. Al termine del Consiglio dei ministri, il premier Silvio
Berlusconi illustra i contenuti del decreto legge - approvato
all’unanimità - su sicurezza ed emergenza stupri. E si sofferma sul
contesto politico e sociale in cui il provvedimento s’inserisce. Il
capo del governo ritiene che la diminuzione degli stupri registrata
nel 2008 sia dovuta “al pattugliamento più diffuso e all’utilizzo
dei militari”.
L’occasione è propizia al premier per ribadire
l’importanza dello strumento della decretazione d’urgenza: il
decreto “è uno strumento essenziale perché il governo possa
legiferare” con “norme che immediatamente siano applicabili e quindi
possano consentire dei risultati nelle situazioni che si manifestano
e che richiedono provvedimenti tempestivi”. Grazie al decreto
antistupri - spiega il Cavaliere - è stato possibile introdurre con
urgenza norme inserite in “alcuni nostri ddl già presentati dal
giugno scorso e poi in un Consiglio dei ministri a Napoli e
consegnati al Parlamento”. Ma - lamenta il premier - “i tempi che il
Parlamento impiega per approvare i provvedimenti sono qui e si
dichiarano da soli. Ora noi li facciamo diventare immediatamente
vigenti ed esecutivi attraverso il decreto”.
Il Guardasigilli Angelino Alfano batte sullo stesso tasto rilevando
che “con questo provvedimento sulla sicurezza anticipiamo di circa
100 giorni gli effetti giuridici di norme già presenti o approvate
in precedenza dal Parlamento”.
Per Alfano “quello approvato questa
mattina dal Consiglio dei ministri è un provvedimento che si pone
dalla parte della donna. Abbiamo previsto l’ergastolo per chi è
colpevole di omicidio in occasione di una violenza sessuale”. Sotto
il profilo dei rapporti col Quirinale, il ministro dell’Interno,
Roberto Maroni, assicura che “non c’è stato alcun veto. Ieri con
Napolitano ho concordato questo testo, senza alcuna forzatura o
obiezione”. Quanto allo spinoso tema delle ronde, Maroni - premesso
che l’obiettivo è “passare dalle ronde fai da te ai volontari per la
sicurezza, regolati e controllati” - presenta nei dettagli
l’articolo 6 del decreto legge, in cui si prevede “un piano
straordinario di controllo e presidio del territorio”. Un obiettivo
da perseguire attraverso un modello di “sicurezza partecipata”,
grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali - delle
forze dell’ordine, “dei sindaci, ma anche dei cittadini, per il
presidio e il controllo del territorio in modo regolato”.
Maroni fa
notare che alcune esperienze di sicurezza partecipata sono positive,
citando i casi di Bologna e Firenze - “e parlo di giunte di
centrosinistra a dimostrazione che c’è condivisione”. Tuttavia, il
fenomeno è da gestire con attenzione: “Con il decreto - rileva il
titolare del Viminale - prevediamo che sia gestito, controllato,
utile”. Le ronde “non saranno armate, ma dotate solo di telefonini e
ricetrasmittenti con cui avvertire le forze dell’ordine”. In
particolare, il provvedimento prevede il coinvolgimento di
“associazioni di cittadini che, sotto il coordinamento del sindaco e
con certi requisiti previsti da un decreto che emanerà il ministero
dell’Interno, coordinati e controllati dal prefetto e dal comitato
provinciale per l’ordine e sicurezza”, potranno “controllare il
territorio per prevenire i reati e contrastare la criminalità con
regole ben precise e ben definite”.
Ma le forze dell’ordine vedono di buon occhio le ronde? “Le forze di
polizia, quelle che tutti i giorni sono in strada, non sono
contrarie ma favorevoli - assicura Maroni - alle ronde, purché siano
regolate attraverso i prefetti e l’ordine provinciale di sicurezza.
Ad essere contrari sono solo alcuni sindacati. Andatevi a rileggere
cosa dicevano quando proponemmo di portare i militari in strada.
Invece si è dimostrato che il rapporto tra militari e forze di
polizia è stato di grande armonia”. Il titolare del Viminale
osserva: “Il modello che abbiamo pensato per gestire le ronde è
simile a quello dei City angels, che a Milano, ma anche in altre
città, funziona da 15 anni e che si occupano di iniziative di prima
assistenza e di controllo del territorio per prevenire reati”.
Quanto agli elenchi delle associazioni coinvolte, “il modello sarà
quello delle associazioni anti-racket”. Soprattutto, Maroni tiene a
specificare che nessun provvedimento contenuto nel decreto è stato
preso “sull’onda emotiva dei fatti avvenuti”, visto che sono state
anticipate “misure già previste dal disegno di legge sulla
sicurezza, già approvato dal Senato e ora in discussione alla
Camera”. Il ministro dell’Interno “approfitto” della presenza del
sindaco di Roma Gianni Alemanno, al suo fianco in conferenza stampa,
per “sottolineare che il testo del Consiglio dei ministri è stato
arricchito di una proposta, che mi sembra molto buona, allo studio
anche del comune di Roma, e cioè il fatto di dare la precedenza
nelle ronde alle associazioni di carabinieri e poliziotti in
congedo.
Persone che sanno quello che fanno”. Particolare attenzione
è posta poi da Maroni sull’articolo 5, in base al quale “la
permanenza degli immigrati nei centri di identificazione ed
espulsione sarà aumentata da 2 a 6 mesi”. In questo modo “potremo
garantire il rimpatrio di tutti coloro che sono nei centri per
immigrati, in particolari quelli provenienti dalla Tunisia che sono
stati trattenuti in queste settimane a Lampedusa”, rimarca Maroni.
Ricordando che a Lampedusa, “c’erano oltre mille tunisini, ne sono
già stati rimpatriati oltre 120. Ora saranno tutti rimpatriati
grazie a questa norma”.
In generale, “i clandestini che arrivano in Italia saranno
rimpatriati, a meno che non chiedano asilo o non siano minori”.
Inoltre, “non tollereremo - chiarisce il responsabile del Viminale -
nessuna forma di violenza dentro o fuori i Centri per gli immigrati
(come quelle avvenute a Lampedusa) da parte di chi sta illegalmente
sul territorio italiano”. Maroni annuncia poi che saranno aperti
nuovi Centri di identificazione ed espulsione. “La prossima
settimana - dice il ministro dell’Interno - convocherò il Comitato
interministeriale di monitoraggio della Bossi-Fini per definire i
nuovi centri e fare una verifica delle iniziative da prendere per
contrastare in modo sempre più efficace l’immigrazione clandestina”.
Tra le novità del dl, lo stanziamento di 100 milioni di euro “per
allestire un sistema più efficace di presidio del territorio e
procedere entro il 31 marzo all’assunzione di 2.500 unità di forze
dell’ordine da mettere per questo piano straordinario di controllo
del territorio”. Anche il ministro delle Pari Opportunità, Mara
Carfagna, esprime soddisfazione per il varo del dl insistendo sul
fatto che “dà una risposta immediata e non tardiva ai fenomeni della
violenza sessuale. Non agiamo sull’onda dell’emotività, ma emaniamo
norme già approvate da un ramo Parlamento”. Per quanto riguarda lo
stalking, “sono previste - riferisce la Carfagna - sanzioni per gli
episodi di molestie e minacce reiterate prima che possano degenerare
in condotte più gravi: le pene vanno da sei mesi a 4 anni, con
aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o marito o ai
danni di soggetti particolarmente deboli”. Inoltre, è previsto “che
la vittima si possa rivolgere al questore che può ‘ammonire’ il
colpevole, nonché il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati
dalla persona offesa”.
In merito al dossier intercettazioni, che lunedì sarà discusso
dall’aula di Montecitorio, Alfano precisa: “Noi non abbiamo
eliminato i reati ma bensì gli abusi e la possibilità che qualcuno
possa immaginare di rovinare la vita delle persone”. Per il
Guardasigilli, il provvedimento “è il giusto punto di equilibrio tra
l’esigenza di non spuntare le armi ai magistrati e di tutelare la
privacy dei cittadini. Quando abbiamo presentato il provvedimento -
ha spiegato - ci avevano criticato per il fatto che avevamo tolto
alcuni reati: abbiamo presentato un emendamento per reintrodurre le
intercettazioni per questi reati (violenza sessuale, ndr) trovando
un punto di equilibrio per non spuntare le armi ai magistrati e per
tutelare la privacy dei cittadini come prevede l’articolo 15 della
costituzione così tanto evocata da alcuni esponenti della sinistra”.
Alfano sottolinea anche che gli arresti a Roma dei romeni accusati
della violenza sessuale alla Caffarella - operazione per cui si
complimenta con il ministro Maroni, il questore di Roma e le forze
dell’ordine - sono avvenuti “senza il bisogno di intercettazioni”.
“Poiché le donne, ancor meglio degli uomini, sanno leggere le leggi
- conclude Alfano -, leggeranno la legge sulle intercettazioni e si
renderanno conto che tutti questi reati sono assolutamente
intercettabili come verrà fuori nel dibattito d’aula”.
(©
Il Velino)
|