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Migrazioni ItaliaOggi

 

Vinte e cinco imigrantes ilegais desembarcam por hora em Lampedusa

26/08/2006

 

LAMPEDUSA (SICÍLIA), 25 AGO (ANSA) - Mais de 314 imigrantes clandestinos chegaram à ilha siciliana de Lampedusa, o território italiano mais próximo da costa da África, em nove desembarques consecutivos entre ontem à noite e esta manhã, em uma média de 25 imigrantes por hora que desembarcaram na ilha. Como previsto nos últimos dias, as condições favoráveis do mar encorajaram a chegada dos barcos carregados de imigrantes irregulares provenientes do litoral da Líbia.

Durante a noite quatro desembarques ocorreram, seguidos por outras 3 balsas que foram interceptadas ao amanhecer pelas unidades navais que estão patrulhando o Canal da Sicília. Outros dois barcos foram avistados na manhã de hoje.

Estes últimos desembarques lotaram o Centro de primeira acolhida da ilha, que foi esvaziado há apenas dois dias.

Um barco com 28 imigrantes a bordo, um dos quais já estava morto, chegou também no litoral da Sicília, em Portopalo, onde foi interceptado pela guarda costeira.

As chegadas de imigrantes à ilha italiana é incessante nos últimos dias, e no último final semana duas embarcações com imigrantes ilegais afundaram perto de Lampedusa.

Onze corpos foram recuperados, mas outras dezenas de pessoas se afogaram e não foram encontradas.

O governo italiano não decidiu sobre a criação de organismos de investigação especializados para lutar contra o tráfico de pessoas, sobre o modelo dos organismos antimáfia ou antiterrorismo.

Segundo o Ministério do Interior, um total de 178 embarcações com 10.414 pessoas a bordo chegaram a Lampedusa entre o dia 1º de janeiro e 31 de julho de 2006, contra as 6.901 durante o mesmo período de 2005.

O premier italiano Romano Prodi, comentando a situação de emergência na ilha siciliana, afirmou que "trata-se de um fenômeno que está se tornando muito preocupante".

"Estamos tentando fazer nosso trabalho de modo a debatê-lo com a Líbia (de onde partem a maior parte das embarcações) e os países africanos", acrescentou. (ANSA)

 (© Ansa Latina)


Un mare di morti

L'ultima vittima dei ''viaggi della speranza'', che dalla Libia portano verso le porte d'Europa, aveva solo 20 mesi

Oramai li conosciamo tutti come ''viaggi della speranza''. Speranza di chi nella fuga dal proprio paese, perché martoriato dalla povertà o dalla guerra, vede finalmente una possibilità di poter vivere normalmente, senza preoccuparsi di vedere, una mattina, la propria famiglia sventrata dalla follia omicida di eserciti regolari o irregolari, o quella ancora più disarmante di non sapere cosa dare da mangiare ai propri figli magari già ammalati per l'acqua che hanno bevuto.

Oggi quella speranza ha accorciato il bersaglio, gli immigrati che partono dall'Africa, dopo aver pagato migliaia di dollari per imbarcarsi a bordo di inadeguate imbarcazioni, sperano di arrivare vivi alle porte di quell'Europa dove si può vivere, sperano che il mare non se li prenda. Ma purtroppo sempre più frequentemente quella speranza viene infranta da un onda più alta...

L'ultima vittima dei viaggi della speranza ha solo 20 mesi. La piccola, partita dalla Sierra Leone con il fratellino di 4 anni e mezzo, la mamma e il papà, era diretta a Lampedusa, ma non è sopravvissuta agli stenti della lunga traversata in mare. A denunciare la sua morte sono stati gli stessi genitori, non appena hanno messo piede sull'isola delle Pelagie.

Una storia straziante quella dei due genitori che sono stati costretti a gettare in acqua il corpo della figlia. I due clandestini sono arrivati sull'isola ieri notte con l'altro figlio e hanno raccontato di essere partiti una settimana fa dalla Libia, di avere perso la rotta durante la navigazione e di essere stati costretti a tornare indietro. La piccola sarebbe morta di stenti. I coniugi africani hanno aggiunto che ''durante una precedente traversata sarebbero morti altri due bimbi, figli di due connazionali, anche loro gettati in mare''. I due coniugi, con l'unico figlio superstite, hanno deciso di tentare nuovamente la sorte, raggiungendo così Lampedusa; l'altra coppia avrebbe invece rinunciato.

A raccogliere le parole e il dolore dei due genitori è stata Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr): ''E' significativo - ha commentato il portavoce dell'Unhcr - siamo di fronte ad una tremenda realtà: sempre più spesso, ormai, a morire sono i bambini. Dal naufragio del barcone affondato a largo di Malta il 30 luglio scorso, in cui hanno perso la vita sette minorenni, è stata una vera ecatombe''. ''Se, come è evidente ogni giorno che passa, le modalità degli sbarchi sono sempre più precarie - osserva la portavoce dell'Unhcr - i soggetti più a rischio non possono che essere i minori''.

Ma i bambini sono stati spesso protagonisti dei tragici racconti dei clandestini giunti sulle coste siciliane. Prima di quanto emerso ieri i superstiti di uno dei naufragi avvenuto sabato scorso a largo di Lampedusa, avevano raccontato di avere invano tentato di salvare un neonato che aveva perso i genitori. ''Abbiamo cercato di farlo stare a galla - hanno detto - tenendolo a turno tra le braccia, ma è morto e abbiamo dovuto abbandonarlo''.

Un altro dramma è invece avvenuto nel siracusano. E' la storia dell'uomo trovato morto due giorni fa su una piccola barca in vetroresina di 5 metri, a bordo della quale erano stipati 27 immigrati, di cui due donne, intercettati all'alba a 25 miglia a sud da Portopalo di Capo Passero. Secondo il racconto dei compagni, l'uomo sarebbe morto il giorno prima dopo un viaggio di stenti, durato cinque giorni e iniziato anche questo in Libia.

Intanto gli sbarchi proseguono ininterrottamente. Nel giro di poche ore, tra Lampedusa e Porto Palo, sono stati registrati 14 sbarchi. La zona nevralgica è ancora una volta l'isola delle Pelagie, con 11 gommoni intercettati nel giro di poche ore dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Ed ancora una volta si è sfiorata la strage: uno dei gommoni soccorsi dalla Guardia Costiera, con 36 persone tra cui due donne, era semi affondato; un clandestino si è lanciato in acqua da un altro gommone, per raggiungere la motovedetta, ed è stato subito recuperato.

Solo a Lampedusa, con gli ultimi 11 sbarchi, si è raggiunta una media di 25 clandestini l'ora, uno ogni tre minuti. Un record senza precedenti. Gli ultimi arrivi hanno nuovamente riempito il Centro di prima accoglienza dell'isola, che era stato svuotato appena tre giorni fa. Nella struttura, che può ospitare fino a 190 persone, sono affluiti ieri mattina circa 400 extracomunitari, facendo salire nuovamente il numero delle presenze oltre il livello di guardia, nonostante il trasferimento di 140 immigrati in aereo e nave verso altri Cpt.

Sull'altro fronte caldo degli sbarchi, quella della Sicilia Sud Orientale, negli ultimi due giorni sono state tre le imbarcazioni soccorse o avvistate al largo di Porto Palo di Capo Passero, la punta meridionale della Sicilia.

Quanto sta avvenendo negli ultimi giorni conferma che le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di clandestini tra la Libia e le coste siciliane hanno modificato la loro tecnica: non più maxi sbarchi con centinaia di immigrati su vecchi pescherecci, ma tanti mini sbarchi, con al massimo una quarantina di clandestini a bordo di fatiscenti gommoni o piccole imbarcazioni in vetroresina.

''È cambiata la strategia dei commercianti di uomini: vengono utilizzate piccole imbarcazioni precarie in vetroresina e malridotte, o gommoni autocostruiti sui quali vengono imbarcate 40-45 persone. La traversata è sempre pericolosa. Inoltre lo scafista è uno degli immigrati. Non ha esperienza di mare e guida l'imbarcazione perché non ha un soldo per pagare la traversata. Il trafficante - ha spiegato Laura Boldrini dell'Unhcr - sta dietro tutto questo''.

Una nuova strategia legata da un lato alla difficoltà di riuscire a respingere questi piccoli battelli, che spesso rischiano il naufragio proprio a causa delle loro dimensioni, e dall'altro dall'impossibilità di risalire ai luoghi d'origine delle imbarcazioni, perché prive di qualunque matricola identificativa.

(© Guida Sicilia)


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