LAMPEDUSA (SICÍLIA), 25 AGO (ANSA) - Mais
de 314 imigrantes clandestinos chegaram à ilha siciliana de Lampedusa, o
território italiano mais próximo da costa da África, em nove
desembarques consecutivos entre ontem à noite e esta manhã, em uma média
de 25 imigrantes por hora que desembarcaram na ilha. Como previsto nos
últimos dias, as condições favoráveis do mar encorajaram a chegada dos
barcos carregados de imigrantes irregulares provenientes do litoral da
Líbia.
Durante a noite quatro desembarques
ocorreram, seguidos por outras 3 balsas que foram interceptadas ao
amanhecer pelas unidades navais que estão patrulhando o Canal da
Sicília. Outros dois barcos foram avistados na manhã de hoje.
Estes últimos desembarques lotaram o
Centro de primeira acolhida da ilha, que foi esvaziado há apenas dois
dias.
Um barco com 28 imigrantes a bordo, um dos
quais já estava morto, chegou também no litoral da Sicília, em
Portopalo, onde foi interceptado pela guarda costeira.
As chegadas de imigrantes à ilha italiana
é incessante nos últimos dias, e no último final semana duas embarcações
com imigrantes ilegais afundaram perto de Lampedusa.
Onze corpos foram recuperados, mas outras
dezenas de pessoas se afogaram e não foram encontradas.
O governo italiano não decidiu sobre a
criação de organismos de investigação especializados para lutar contra o
tráfico de pessoas, sobre o modelo dos organismos antimáfia ou
antiterrorismo.
Segundo o Ministério do Interior, um total
de 178 embarcações com 10.414 pessoas a bordo chegaram a Lampedusa entre
o dia 1º de janeiro e 31 de julho de 2006, contra as 6.901 durante o
mesmo período de 2005.
O premier italiano Romano Prodi,
comentando a situação de emergência na ilha siciliana, afirmou que
"trata-se de um fenômeno que está se tornando muito preocupante".
"Estamos tentando fazer nosso trabalho de
modo a debatê-lo com a Líbia (de onde partem a maior parte das
embarcações) e os países africanos", acrescentou. (ANSA)
(©
Ansa Latina)
L'ultima vittima dei ''viaggi della speranza'', che dalla Libia
portano verso le porte d'Europa, aveva solo 20 mesi
Oramai li conosciamo tutti come ''viaggi
della speranza''. Speranza di chi nella fuga dal proprio paese,
perché martoriato dalla povertà o dalla guerra, vede finalmente una
possibilità di poter vivere normalmente, senza preoccuparsi di
vedere, una mattina, la propria famiglia sventrata dalla follia omicida
di eserciti regolari o irregolari, o quella ancora più disarmante di non
sapere cosa dare da mangiare ai propri figli magari già ammalati per
l'acqua che hanno bevuto.
Oggi quella speranza ha accorciato il bersaglio, gli immigrati che
partono dall'Africa, dopo aver pagato migliaia di dollari per imbarcarsi
a bordo di inadeguate imbarcazioni, sperano di arrivare vivi alle porte
di quell'Europa dove si può vivere, sperano che il mare non se li
prenda. Ma purtroppo sempre più frequentemente quella speranza viene
infranta da un onda più alta...
L'ultima vittima dei viaggi della speranza ha solo 20 mesi.
La piccola, partita dalla Sierra Leone con il fratellino di 4 anni e
mezzo, la mamma e il papà, era diretta a Lampedusa, ma non è
sopravvissuta agli stenti della lunga traversata in mare. A denunciare
la sua morte sono stati gli stessi genitori, non appena hanno messo
piede sull'isola delle Pelagie.
Una storia straziante quella dei due genitori che sono stati
costretti a gettare in acqua il corpo della figlia. I due
clandestini sono arrivati sull'isola ieri notte con l'altro figlio e
hanno raccontato di essere partiti una settimana fa dalla Libia, di
avere perso la rotta durante la navigazione e di essere stati costretti
a tornare indietro. La piccola sarebbe morta di stenti. I coniugi
africani hanno aggiunto che ''durante una precedente traversata
sarebbero morti altri due bimbi, figli di due connazionali, anche loro
gettati in mare''. I due coniugi, con l'unico figlio superstite,
hanno deciso di tentare nuovamente la sorte, raggiungendo così
Lampedusa; l'altra coppia avrebbe invece rinunciato.
A raccogliere le parole e il dolore dei due genitori è stata
Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati (Unhcr):
''E' significativo - ha commentato il portavoce dell'Unhcr -
siamo di fronte ad una tremenda realtà: sempre più spesso, ormai, a
morire sono i bambini. Dal naufragio del barcone affondato a largo di
Malta il 30 luglio scorso, in cui hanno perso la vita sette minorenni, è
stata una vera ecatombe''. ''Se, come è evidente ogni giorno che passa,
le modalità degli sbarchi sono sempre più precarie - osserva la
portavoce dell'Unhcr - i soggetti più a rischio non possono che
essere i minori''.
Ma i bambini sono stati spesso protagonisti dei tragici racconti dei
clandestini giunti sulle coste siciliane. Prima di quanto emerso ieri i
superstiti di uno dei naufragi avvenuto sabato scorso a largo di
Lampedusa, avevano raccontato di avere invano tentato di salvare un
neonato che aveva perso i genitori. ''Abbiamo cercato di farlo stare
a galla - hanno detto - tenendolo a turno tra le braccia, ma è
morto e abbiamo dovuto abbandonarlo''.
Un altro dramma è invece avvenuto nel siracusano. E' la storia dell'uomo
trovato morto due giorni fa su una piccola barca in vetroresina di 5
metri, a bordo della quale erano stipati 27 immigrati, di cui due donne,
intercettati all'alba a 25 miglia a sud da Portopalo di Capo
Passero. Secondo il racconto dei compagni, l'uomo sarebbe morto
il giorno prima dopo un viaggio di stenti, durato cinque giorni e
iniziato anche questo in Libia.
Intanto gli sbarchi proseguono
ininterrottamente. Nel giro di poche ore, tra Lampedusa e Porto
Palo, sono stati registrati 14 sbarchi. La zona nevralgica è ancora una
volta l'isola delle Pelagie, con 11 gommoni intercettati nel giro di
poche ore dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di
Finanza. Ed ancora una volta si è sfiorata la strage: uno dei gommoni
soccorsi dalla Guardia Costiera, con 36 persone tra cui due donne, era
semi affondato; un clandestino si è lanciato in acqua da un altro
gommone, per raggiungere la motovedetta, ed è stato subito recuperato.
Solo a Lampedusa, con gli ultimi 11 sbarchi, si è raggiunta una
media di 25 clandestini l'ora, uno ogni tre minuti. Un record
senza precedenti. Gli ultimi arrivi hanno nuovamente riempito il Centro
di prima accoglienza dell'isola, che era stato svuotato appena tre
giorni fa. Nella struttura, che può ospitare fino a 190 persone, sono
affluiti ieri mattina circa 400 extracomunitari, facendo salire
nuovamente il numero delle presenze oltre il livello di guardia,
nonostante il trasferimento di 140 immigrati in aereo e nave verso altri
Cpt.
Sull'altro fronte caldo degli sbarchi, quella della Sicilia Sud
Orientale, negli ultimi due giorni sono state tre le imbarcazioni
soccorse o avvistate al largo di Porto Palo di Capo Passero, la punta
meridionale della Sicilia.
Quanto sta avvenendo negli ultimi giorni conferma che le organizzazioni
criminali che gestiscono il traffico di clandestini tra la Libia e le
coste siciliane hanno modificato la loro tecnica: non più maxi
sbarchi con centinaia di immigrati su vecchi pescherecci, ma tanti mini
sbarchi, con al massimo una quarantina di clandestini a bordo di
fatiscenti gommoni o piccole imbarcazioni in vetroresina.
''È cambiata la strategia dei commercianti di uomini: vengono
utilizzate piccole imbarcazioni precarie in vetroresina e malridotte, o
gommoni autocostruiti sui quali vengono imbarcate 40-45 persone. La
traversata è sempre pericolosa. Inoltre lo scafista è uno degli
immigrati. Non ha esperienza di mare e guida l'imbarcazione perché non
ha un soldo per pagare la traversata. Il trafficante - ha spiegato
Laura Boldrini dell'Unhcr - sta dietro tutto questo''.
Una nuova strategia legata da un lato alla difficoltà di riuscire a
respingere questi piccoli battelli, che spesso rischiano il naufragio
proprio a causa delle loro dimensioni, e dall'altro dall'impossibilità
di risalire ai luoghi d'origine delle imbarcazioni, perché prive di
qualunque matricola identificativa.
(©
Guida Sicilia)
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