E gli extracomunitari danno il voto ai cittadini
della penisola: sono troppo consumisti e dominati dalle donne
ROMA Tolleranti
a parole, un po meno nei fatti. Gli italiani non credono affatto che alcune pratiche
religiose siano una minaccia per la nostra cultura, ma quando si tratta di affittare la
propria casa, concedere un credito bancario o stipulare un'assicurazione, badano ancora al
colore della pelle o all'accento dell'interlocutore. Emerge anche questo dal secondo rapporto
della Commissione per l'Integrazione degli immigrati, presentato oggi a Roma, che
nella classifica delle comunità straniere più numerose in Italia (in base ai
permessi) colloca ai primi tre posti marocchini, albanesi ed ex jugoslavi e
segnala una presenza di musulmani pari al 34,9% del totale degli immigrati
in Italia.
DALLA LORO PARTE E nel rapporto cè, per una volta, anche
il punto di vista degli immigrati. Dalle risposte a un sondaggio emerge che ritengono
l'Italia un paese in cui le leggi non sono rispettate. Gli italiani troppo dominati
dalle donne, poco capaci di educare i figli, tiepidi nella religione, poco legati alla
famiglia, consumisti. E si scopre anche che, diversamente dagli italiani, gli immigrati
sono più favorevoli ai matrimoni dei propri figli con italiani. Gli
extracomunitari sono molto preoccupati della illegalità e del riflesso che può
avere su di loro (75,4%) e molti (39,7%) chiedono maggiore severità nei confronti
di comportamenti che si collegano agli immigrati stessi, quali lo spaccio e la
prostituzione.
AL LAVORO Gli italiani, secondo uno sondaggio che la
Commissione ha svolto con l'Ispo, ammettono di avere bisogno della forza lavoro
extracomunitaria. Però rifiutano (63,7%) un aumento dei flussi. Sono
favorevoli invece a dare priorità a chi abbia un lavoro (79,4%), una specializzazione, un
buon livello di istruzione, parenti già immigrati in Italia. Sempre per quanto riguarda
il lavoro, l'occupazione dipendente regolare continua a crescere
sensibilmente (+6% annuo di iscritti all'Inps). Dai dati registrati emerge che gli
immigrati maggiormente inseriti nel mondo del lavoro sono filippini, ex
jugoslavi e cinesi; quelli che hanno una più elevata partecipazione femminile al
lavoro sono filippini e peruviani; gli extracomunitari con una più ampia vocazione
imprenditoriale o di lavoro autonomo sono cinesi, senegalesi, egiziani e marocchini
mentre tra quelli che dimostrano di avere maggiori problemi nella ricerca di un
primo o di un nuovo lavoro si segnalano algerini e nigeriani.
(Corriere della Sera)
|