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O crítico italiano
Lino Miccichè |
O crítico italiano, que
morreu no dia 30, foi importante para a divulgação mundial de filmes
latinos
São
Paulo - O cinema brasileiro tem uma
dívida de gratidão para com o crítico italiano Lino Miccichè, morto dia
30, em Roma, aos 69 anos. Em 1965, Miccichè, em companhia de Bruno
Torri, criou o Festival de Cinema de Pesaro (nome oficial: Mostra
Internacionale del Nuovo Cinema di Pesaro) pelo qual passaram diretores
como Paulo César Saraceni, Julio Bressane, Glauber Rocha, David Neves e
Maurice Capovilla. Lino os acolhia com generosidade e fazia do evento
que criara uma caixa de ressonância ideal para aquele cinema de
contestação que precisava se tornar conhecido e ultrapassar fronteiras
de um Brasil já sob ditadura militar. Do mesmo modo, Miccichè servia
também aos "novos cinemas" de todo o mundo, mas em especial os da
América Latina, como o argentino e o cubano.
Sua carreira começa pela
direção, nos anos 60, quando assina um belo filme de montagem,
All´Armi Siamo Fascisti!, feito no modelo neo-realista. Em seguida,
abandona o papel de realizador e assume o de crítico em tempo integral.
Sua obra compreende cerca de 40 volumes, com destaque para as análises
de Visconti e Pasolini.
Em particular, o estudo sobre
o cinema italiano dos anos 60 tornou-se um clássico da literatura
cinematográfica e, em 2002, ele reeditou o trabalho rebatizando-o de
Cinema Italiano: Gli Anni ´60 e Oltre (Marsilio Editori), trazendo a
análise até meados dos anos 90. No momento, trabalhava na organização de
uma história do cinema italiano projetada para 14 volumes, dos quais
quatro já foram publicados. (Luiz
Zanin Oricchio)
(©
estadao.com.br)
Morto il critico Lino Miccichè
ROMA, 30 GIUGNO 2004 - Grave lutto per il mondo del
cinema italiano: è morto il critico e storico del cinema Lino
Miccichè. Miccichè, 70 anni, era ricoverato all'Ospedale
Fatebenefratelli, dove si è spento dopo una lunga malattia.
Lascia la moglie, Maria Grazia
Bonanno, ed i figli Andrea e Francesco. Studioso, organizzatore,
divulgatore, regista, sceneggiatore, docente universitario, presidente
di grandi manifestazioni: al cinema italiano Miccichè aveva dedicato, e
con forte passione civile, che lo aveva portato anche ad assumere
posizioni e decisioni scomode, tutta la sua vita, segnandone in qualche
caso il corso e comunque contribuendo a farlo conoscere ed apprezzare
dal grande pubblico.
Bruno Torri, cofondatore nel 1965
con Miccichè della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro,
che in questi giorni celebra la quarantesima edizione afferma: «La
morte, a settanta anni non ancora compiuti, di Lino Miccichè comporta
un dolore profondo per tutti quelli che lo hanno veramente
conosciuto e una perdita molto grave per la cultura cinematografica.
Nella sua vita tanto intensa
quanto produttiva, Lino ha fatto molte cose e le fatte molto bene. E fra
tutte voglio ricordare in modo particolare uno dei compiti assolti, come
sempre al meglio, da Miccichè, quello di presidente del Sindacato
Nazionale Critici Cinematografici Italiani, carica ricoperta più o meno
in coincidenza con quella di presidente della Fipresci (la federazione
internazionale della stampa cinematografica).
La sua presidenza durante tutti
gli anni Ottanta e i primi anni Novanta ha procurato al nostro sindacato
più visibilità, più prestigio, più forza propositiva verso l'esterno e,
contestualmente, ha consentito la nascita delle due iniziative che
ancora oggi maggiormente lo qualificano: la pubblicazione della
rivista »Cinecritica«, così com'è nella sua attuale impostazione
redazionale ed editoriale, e la »Settimana Internazionale della
Critica«, manifestazione che subito riesce a guadagnarsi un ampio
consenso su scala internazionale. Tutto questo conferma, ancora una
volta, che le tante attività promosse da Miccichè, parimenti alla sua
produzione culturale, lo evidenziano come una rara figura di
intellettuale, in cui risultano felicemente unificati il rigore della
studioso e l'impegno ideologico-politico. E tutto questo, assieme ad
altri motivi più personali, più intimi, accresce in me verso Lino la
riconoscenza e il rimpianto».
L'attività di critico
cinematografico per Miccichè data la sua nascita ai tempi in cui era
ancora studente universitario: poco più che ventenne divenne
responsabile nazionale dei Centri Universitari Cinematografici. Subito
dopo intraprende anche l'attività di regista, girando diversi
documentari d'impronta neorealista e firmando nel 1962, con Lino Del Fra
e Cecilia Mangini, «All'armi siam fascisti», per Torri il più bel film
di montaggio del cinema italiano.
Lasciata definitivamente la
cinepresa, si dedica completamente alla critica e allo studio del cinema
e, insieme, all'organizzazione culturale. Nel 1965 fonda la «Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema» di Pesaro, che dirigerà sino al 1988,
facendone, sin dalle prime edizioni, una manifestazione di livello
internazionale e un modello per molte analoghe iniziative culturali.
Della sua ricchissima
bibliografia comprendente, oltre le raccolte di saggi e le curatele,
una quarantina di volumi, si devono almeno ricordare gli studi su
Visconti, su Pasolini, sul neorealismo, sul cinema italiano degli anni
Sessanta e Settanta: testi ormai classici in cui risulta presente e
vivificante - afferma ancora Bruno Torri - l'endiadi pasoliniana di
passione e ideologia, e dove, tra l'altro, l'analisi delle specificità
espressive delle singole opere filmiche si coniuga con la loro precisa
contestualizzazione culturale, sociale e storica, per arrivare così alla
formulazione di un argomentato giudizio di valore in cui gli aspetti
autonomi e quelli eteronomi delle opere stesse vengono criticamente
indagati e spiegati nelle loro peculiarità e, insieme, nelle loro
connessioni.
Bisogna ricordare inoltre il
suo operato come presidente della Biennale Cinema per un breve
periodo di tempo, durante il quale traghetta l'istituzione veneziana dal
vecchio al nuovo statuto, e immediatamente dopo, nel quadriennio
compreso tra l'aprile 1998 e l'aprile 2002, quello ancor più importante
e decisivo come presidente della Scuola Nazionale di Cinema, dove non
solo riesce a potenziare le attività tradizionali, ma anche a idearne e
avviarne altre, tra cui il progetto, tuttora in fase di realizzazione,
di una Storia del cinema italiano in 15 volumi, di cui sono già usciti i
primi quattro.
(©
Il Resto del Carlino)
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