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Itália dá adeus ao fotógrafo Di Palma

Carlo di Palma

  

DA REPORTAGEM LOCAL

   Contou com honras de Estado o enterro do fotógrafo de cinema Carlo di Palma, em Roma, sua cidade natal, na última segunda.

   Antes de se tornar colaborador freqüente do diretor norte-americano Woody Allen, Di Palma construiu uma carreira ao lado de grandes nomes do cinema italiano, iniciada como técnico de Luchino Visconti em "Obsessão" (1943). Dois anos mais tarde, já assinava a direção de fotografia de "Roma Cidade Aberta", de Roberto Rossellini.

   Foi fotógrafo de Mario Monicelli ("O Incrível Exército de Brancaleone", 1965), Michelangelo Antonioni ("Depois daquele Beijo", 1967), Ettore Scola ("Ciúme à Italiana", 1970) e dirigiu três títulos, todos estrelados por Monica Vitti. Da parceria com Allen, mantida ao longo dos anos 80 e 90, assina a fotografia de 12 filmes, entre eles "Hannah e Suas Irmãs" (1986), "A Era do Rádio" (1987), "Tiros na Broadway" (1994), "Todos Dizem Eu te Amo" (1996) e "Desconstruindo Harry" (1997).

   Para o diretor brasileiro Bruno Barreto, Di Palma fotografou, em 1983, a adaptação da "Gabriela" de Jorge Amado para o cinema. O filme tem o ator italiano Marcello Mastroianni (1924-1996) no papel do "seu" Nacib seduzido pelos encantos da Gabriela vivida por Sônia Braga.

   Referindo-se à perenidade da obra do fotógrafo, o prefeito de Roma, Walter Veltroni, afirmou para as quase 300 pessoas que acompanhavam seu enterro: "Carlo foi e continuará sendo um grande artista".

   Di Palma tinha 79 anos e estava doente há bastante tempo, segundo a imprensa italiana, que não precisou a causa da morte. (Com agências internacionais(

(© Folha Online)


Funerali Carlo Di Palma, Veltroni: 'rimarrà grande artista'

   E' toccato al sindaco di Roma Walter Veltroni aprire la celebrazione funebre per Carlo Di Palma, il grande direttore della fotografia che ha lavorato con i più celebri registi del mondo, morto venerdi' scorso all'età di 79 anni nella sua abitazione romana. Il sindaco ha aperto la commemorazione ricordando che Di Palma " è stato e rimarrà per sempre un grande artista''.

   La cerimonia si e' svolta nella chiesa sconsacrata di Santa Rita in piazza Campitelli, nel centro storico della capitale, davanti a circa 300 persone. Tra loro la vedova Adriana Chiesa, la figlia Valentina, Francesco Rosi, Carlo Lizzani, Vittorio Storaro, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Citto Maselli, Giuliana Catina Ranieri, Luciana Castellina il giornalista Furio Colombo e l'assessore capitolino alla cultura Gianni Borgna.

   Il sindaco ha ricordato episodi della prestigiosa carriera di Di Palma, dagli esordi con Luchino Visconti, la prima macchina fotografica regalatagli da Vittorio De Sica, la sua gioia quando in occasione del restauro della Cappella Sistina fu chiamato come direttore della fotografia del documentario e quando Stanley Kubrick chiese al suo direttore della fotografia di ''2001: Odissea nello spazio'' di adottare lo stesso innovativo sistema di illuminazione inventato da Di Palma per il set di ''Professione Reporter'' di Antonioni.

(© KaraWeb News)


DI PALMA, IL REGISTA DELLA LUCE

Carlo di Palma com o cineasta Woody Allen

Un profilo del famoso direttore della fotografia scomparso

   Carlo Di Palma era uno dei grandi tra i direttori della fotografia mondiale. Aveva lavorato con i più grandi registi italiani, Rossellini, Petri, Germi, Monicelli, Scola, Bertolucci e soprattutto con Michelangelo Antonioni con cui aveva realizzato "Blow up", "Deserto rosso" e "Identificazione di una donna".

   Negli Stati Uniti era stato a fianco di Woody Allen per ben 18 anni in film come "Hannah e le sue sorelle", "Settembre" e "Pallottole su Broadway".

   Tra l'altro era stato anche regista di tre film interpretati da Monica Vitti, con cui si era legato sentimentalmente, "Teresa la ladra", "Qui comincia l'avventura" e "Mimì Bluette...fiore del mio giardino".

Ecco una curiosità contenuta in un documentario su Kubrick, "Stanley and us", in cui Di Palma racconta l'incontro con il grande regista di "2001: Odissea nello Spazio".

   "Accanto al nostro teatro, dove stavamo girando Pofessione reporter a Pinewood, c’era il teatro di posa dove Kubrick girava 2001: Odissea nello spazio. Lui è venuto a trovarci in teatro... e ci ha invitato a vedere la sua costruzione, l’astronave circolare, illuminata con diecimila watt, un caldo infernale... Sul mio set io avevo invece costruito delle pinze, cinquanta. Lui disse: "Mi fermo, fino a che Carlo non ha finito. Compro queste pinze". E poi, al suo direttore della fotografia (Geoffrey Unsworth, n.d.a.): "Voglio che tu illumini con le stesse luci con cui ha illuminato Carlo Di Palma".
Ha aspettato due settimane che finissimo, poi gli ho dato le pinze e mi ha chiesto di fargli vedere come le facevo funzionare. Il suo direttore della fotografia ha accettato e da lì è nata la nostra amicizia. Quel tipo particolare di pinze per le lampade non esistevano all’epoca. Le costruimmo Gianni Di Venanzo ed io. Le usavamo per i quarzi da 1000watt, oppure le photo flood da 500..."


Ecco i film per cui è stato direttore della fotografia:

Ivan il figlio del diavolo bianco di Guido Brignone - 1954
Lauta mancia di Fabio de Agostini - 1956
Avventura a Capri di Giuseppe Lipartiti - 1958
La lunga notte del 43 di Florestano Vancini - 1960
L'impiegato di Gianni Puccini - 1961
L'assassino di Elio Petri - 1961
Tiro al piccione di Giuliano Montaldo - 1961
Le svedesi di Gianni polidoro - 1961
Leoni al sole di Vittorio Caprioli - 1961
Parigi o cara di Vittorio Caprioli - 1962
Due contro tutti di Alberto De Martino - 1962
Le quattro verità (ep. La lepre e la tartaruga) di Alessandro Blasetti - 1963
Omicron di Ugo Gregoretti - 1963
Liolà di ALessandro Blasetti - 1964
Amore in quattro dimensioni di GIanni Puccini - 1964
Deserto rosso di Michelangelo Antonioni - 1964
Le ore nude di Marco Vicario - 1964
I tre volti (ep. Il provino) di Michelangelo Antonioni - 1964
L'armata Brancaleone di Mario Monicelli - 1966
5 tombe per un medium di Ralph Zucker - 1966
Blow-up di Michelangelo Antonioni - 1966
Una questione d'onore di Luigi Zampa - 1966
Le fate (ep.FarSabina) di Luciano Salce - 1966
La cintura di catità di Pasquale Festa Campanile - 1967
Ti ho sposato per allegria di Luciano Salce - 1967
La ragazza con la pistola di Mario Monicelli - 1968
Amore mio aiutami di Alberto Sordi - 1969
La donna scarlatta di Jean Vàlere - 1969
La virtù sdraiata di Sidney Lumer - 1969
Dramma della gelosia di Ettore Scola - 1970
Ninì Tirabusciò di Marcello Fondato - 1970
Le coppie (ep.Il Frigorifero) di Mario Monicelli - 1971
La supertestimone di Franco Giraldi - 1971
La pacifista di Micklos Jancso - 1971
Noi donne diamo fatte così di Dino Risi - 1971
Gli ordini sono ordini di Franco Giraldi - 1972
Amo non amo di Armenia Balducci - 1979
La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci - 1981
Identificazione di una donna di Michelangelo Antonioni - 1981
Black stallion return di Robert Dalva - 1982
Gabriela di Bruno Barreto - 1983
Hannah e le sue sorelle di Woody Allen - 1986
Un poliziotto fuori di testa di Michael Dinner - 1986
Il segreto del mio successo di Herbert Ross - 1986
Radio Days di Woody Allen - 1987
Settembre di Woody Allen - 1987
Alice di Woody Allen - 1990
Ombre e nebbia di Woody Allen - 1991
Mariti e mogli di Woody Allen - 1992
Misterioso omicidio a Manhattan di Woody Allen - 1993
Pallottole su Broadway di Woody Allen - 1994
La dea dell'amore di Woody Allen - 1995
Tutti dicono I Love You di Woody Allen - 1996
Harry a pezzi di Woody Allen - 1997
Il mostro di Roberto Benigni - 1999
Un altro mondo è possibile - 2001

(© Lo Spettacolo)

Silvio Soldini realiza filme baseado em romance de Kristof
 

PEDRO BUTCHER
Crítico da Folha de S.Paulo

   Depois de "Pão e Tulipas", comédia familiar que fez sucesso no circuito "de arte" brasileiro, o italiano Silvio Soldini mudou radicalmente de estilo em "Queimando ao Vento". O diretor parece até ter decalcado este novo filme como um negativo de seu trabalho anterior. Não há sinal nem sequer da Itália, que surge apenas nos segundos finais.

   A leveza diluída de "Pão e Tulipas" foi substituída por uma pretensa densidade literária. "Queimando ao Vento" tem como base o romance "Ontem", de Agota Kristof, escritora húngara radicada na Suíça. A narrativa literária é marcante: o roteiro recorre, inclusive, a uma narração em off com flancos poéticos reproduzindo um "fluxo de consciência" que descreve sonhos e desvela pensamentos do personagem central.

   Esse personagem é Tobias Horvath, um tipo dostoievskiano, que foge para a Suíça ainda criança, após atacar o próprio pai com uma facada. Quando o filme começa, ele já é um imigrante angustiado, trabalhando numa fábrica de relógios, assombrado pelo fantasma de sua infância, ao lado da mãe pobre e prostituta, que será narrada em flashback.

   Se, em "Pão e Tulipas", Soldini trabalhou com uma síntese um tanto simplista da Itália, aqui ele recorre a idéias estabelecidas tanto da Suíça (o tédio, a fábrica de relógios, a frieza) como do Leste Europeu (uma tendência quase inata à violência). São estereótipos que deixam o filme muito longe de atingir a densidade literária desejada. Mais incômodo ainda, talvez, é o fato de que não há imagem no filme que não remeta à obra de um outro cineasta (Krzysztof Kieslowski). Nenhuma delas é capaz de potencializar essa referência de forma original, o que deixa esse "Queimando ao Vento" com um aspecto redondamente sub-kieslowskiano.

Avaliação:

Queimando ao Vento
Direção: Silvio Soldini
Produção: Itália/Suíça, 2001
Com: Ivan Franek, Caroline Baehr
Quando: em cartaz no Cinesesc, Espaço Unibanco, Frei Caneca Unibanco Arteplex e Sala UOL de Cinema

(© Folha Online)

 

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