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O ator italiano Nino
Manfredi |
Grande nome da comédia italiana, Manfredi atuou em
clássicos como Nós que Nos Amávamos Tanto
e Feios, Sujos e Malvados
Roma - Nino
Manfredi, grande ator da comédia italiana, morreu hoje em Roma, aos 83
anos. Ele havia sofrido um derrame meses atrás, e desde então estava
hospitalizado. Manfredi trabalhou com os principais diretores da Itália,
entre eles Dino Risi e Ettore Scola, e aparece em clássicos como Nós
que Nos Amávamos Tanto, ao lado de Stefania Sandrelli e Vittorio
Gassman, Feios, Sujos e Malvados, com Marcella Michelangeli, e
Mata-me com Teus Beijos, com Ugo Tognazzi.
Manfredi é um dos últimos astros da comédia italiana, que perdeu no
ano passado Alberto Sordi. Ambos, aliás, eram colegas, tendo
contracenado em filmes como Conseguirão Nossos Heróis Encontrar o
Amigo Misteriososamente Desaparecido na África?, de Scola, e Os
Carbonários, de Luigi Magni. "Não sei se ele era um amigo, um
companheiro ou uma parte indissociável dessa memória durante anos
identificada como comédia italiana", disse então Manfredi, ao saber da
morte de Sordi.
Nascido Saturnino Manfredi, em Castro dei Volsci, 80 quilômetros ao
sul da capital, Manfredi começou carreira artística no teatro, no
pós-guerra, integrando a trupe do lendário Edoardo de Filippo. Chegou ao
auge entre as décadas de 60 e 70. Mais tarde, migrou para a televisão.
Em 54 anos de carreira, Manfredi apareceu em mais de uma centena de
produções. Também se enveredou pela direção. Em 1971, com Per Grazia
Ricevuta, que levou o prêmio de melhor filme de estréia do Festival
de Cannes. Em 2003, foi homenageado pela mostra de Veneza, pelo conjunto
da obra, mas, já enfermo, não compareceu para a festa. Era casado com
Erminia Ferrari e tinha três filhos, Roberta, Luca e Giovanna.
"Graças a suas habilidades artísticas e criatividade, ele conseguiu
alternar sua atividades como ator, autor e diretor, retratando a
evolução da sociedade italiana com ironia e sabedoria", afirmou o
presidente italiano, Carlo Azeglio Ciampi, em comunicado. Ele foi
"talvez o último dos grandes atores de um período do nosso cinema que
não volta mais", completou o prefeito de Roma, Walter Veltroni.
(©
estadao.com.br)
E' morto Nino Manfredi
Domani alle 11 la camera ardente in Campidoglio. Lunedi' i funerali
Dal debutto nel '49, in 55 anni di carriera ha recitato in oltre 110
film diretto dai piu' illustri registi italiani
Roma, 4 giu. (Adnkronos) -
E' morto questa mattina alle 9.00, dopo una lunga malattia,
l'attore Nino Manfredi. Si trovava nell'ospedale romano 'Regina
Margherita', dove era stato ricoverato negli ultimi tempi in seguito
all'emorragia cerebrale che lo aveva colpito lo scorso anno. Al
momento, la salma di Manfredi si trova nella camera mortuaria
dell'ospedale. Tra i primi ad arrivare per porgere le condoglianze
alla moglie Erminia e al figlio Luca, che gia' si trovavano al
capezzale di Manfredi, il sindaco di Roma Walter Veltroni, il
presidente della Regione Lazio Francesco Storace e gli amici piu'
intimi. Poco dopo e' giunta in ospedale anche la figlia Roberta, che
dopo qualche minuto e' stata colta da malore. Tra i primi a porgere le
condoglianze al figlio Luca, il regista Ettore Scola.
Sara' allestita in Campidoglio, e aperta da domani alle 9.30, la
camera ardente. Qui Ettore Scola terra' alle 18 una commemorazione
pubblica. I funerali dell'attore si svolgeranno lunedi' mattina, alle
10,30, nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.
Con Manfredi se ne va uno degli attori italiani piu' popolari, una
delle icone del cinema italiano.
Aveva compiuto 83 anni nel marzo
scorso, e in 55 anni di carriera ha recitato in oltre 110 film,
diretto da Vittorio De Sica, Ettore Scola, Nanny Loy, Alessandro
Blasetti, Antonio Pietrangeli, Luigi Zampa, Dino Risi e Luigi Magni.
''Assolutamente vorrei che non siano spesi soldi per i fiori, mi
dispiace per i fiorai''. Sono le prime parole di Erminia Manfredi,
moglie di Nino, che invita, chi volesse rendere un ultimo omaggio
all'attore scomparso, a fare donazioni all'associazione 'Risveglio'.
Nei suoi film Manfredi ha impersonato il ritratto di un italiano furbo
ma non vile, allegro ma non spensierato. Indimenticabile interprete di
''C'eravamo tanto amati'', memorabile Geppetto nel ''Pinocchio''
televisivo di Luigi Comencini, Saturnino Manfredi, detto Nino, al
cinema aveva debuttato nel '49 con il film ''Torna a Napoli'' di
Domenico Gambino e alla sua carriera di attore si e' dedicato fino
all'ultimo istante, dividendosi, tra teatro, cinema e televisione.
Lo
scorso anno, poche settimane dopo quell'emorragia cerebrale i cui
postumi lo hanno portato alla morte, la Mostra del Cinema di Venezia
gli aveva tributato un omaggio, con la proiezione di ''La fine di un
mistero'', diretto da Miguel Hermoso e vincitore la scorsa estate del
festival di Mosca, nel quale Manfredi ha interpretato il leggendario
poeta rivoluzionario spagnolo Federico Garcia Lorca. E proprio al Lido
aveva ricevuto il premio Pietro Bianchi 2003 del Sindacato Nazionale
Giornalisti Cinematografici Italiani (Sngci), ritirato dalla moglie
Erminia in un clima di grande commozione che testimoniava l'affetto
degli italiani per questo attore che ha attraversato cinquant'anni di
spettacolo e costume italiano.
Il teatro, il doppiaggio, la radio, la rivista, gli sceneggiati
televisivi, gli show del sabato sera, il cinema delle grandi commedie
anni '60 e '70', il teatro musicale di Garinei e Giovannini, la
pubblicita' (il claim del suo pluriennale spot per la Lavazza, ''piu'
lo mandi giu', piu' ti tira su''', e' rimasto nella memoria di tutti
gli italiani) fino alla fiction del nuovo millennio, Nino Manfredi ha
attraversato in oltre mezzo secolo di carriera l'intera galassia della
recitazione popolare, diventando uno degli attori italiani piu' amati
dal pubblico, grazie alla simpatia e alla vena umoristica che hanno
caratterizzato ogni sua apparizione.
Nato il 22 marzo 1921 a Castro dei Volsci (Frosinone), Nino Manfredi,
dopo aver preso la Laurea in Giurisprudenza per far contenti i
genitori, inizia a frequentare a Roma l'Accademia d'Arte Drammatica. I
primi passi da attore li compie nel 1947 al Piccolo di Roma, passando
in seguito alla compagnia Maltagliati-Gassman, quindi al Piccolo
Teatro di Milano dove interpreta Shakespeare e Pirandello. Poi il
ritorno al Piccolo di Rom, dove viene diretto da Orazio Costa, che
Nino considerera' per sempre il suo grande maestro.
Nel '51 inizia anche a fare il doppiatore, attivita' che lo impegnera'
per circa un decennio. Nello stesso periodo si dedica anche alla
radio, che gli regalera' un inizio di popolarita'. Ma e' sui
palcoscenici del teatro di rivista che il suo umorismo inizia a fare
presa sul pubblico e sugli addetti ai lavori. Nel '53 infatti inizia a
recitare nella compagnia di Wanda Osiris. E nel '56 interpreta il suo
primo scenaggiato televisivo, ''L'Alfiere''.
La vera popolarita' la
raggiunge alla fine degli anni Cinquanta grazie ad una serie di film
in cui interpreta l'italiano furbo del boom economico come il
dongiovanni di paese in ''Tempo di Villeggiatura'' (1956), il gangster
dilettante in ''Susanna tutta Panna'' (1957) o l'aspirante ladro che
per conquistare le ragazze si finge paracadutista in ''Guardia, Ladro
e Cameriera'' (1958).
Ma e' con ''L'impiegato'' di Puccini (1959) che emergono le sue reali
doti d'interpretazione e di sensibilita', esaltate nel corso degli
anni Sessanta in film come ''L'audace colpo dei soliti ignoti'' (1959)
di Loy, ''A cavallo della tigre'' di Luigi Comencini (1961), ''Il
giudizio universale'' (1961) di De Sica, ''Anni ruggenti'' di Luigi
Zampa (1962), ''El verdugo'' di Berlanga (1963), ''Questa volta
parliamo di uomini'' di Lina Wertmuller (del 1965, in cui interpreta
quattro diversi personaggi, ottenendo il Nastro d'argento come
migliore attore protagonista), ''Io la conoscevo bene'' di Antonio
Pietrangeli, con Stefania Sandrelli (1965), ''Il padre di famiglia''
di Loy (1966), ''Vedo nudo'' di Risi (1969).
Nello stesso periodo
compi' con successo il grande salto dietro la macchia da presa con
''L'avventura di un soldato'', episodio di ''L'amore difficile'', al
quale fece seguito, nel '70, ''Per grazia ricevuta'' in cui dirige
Mariangela Melato e con il quale vince a Cannes il premio per la
migliore opera prima.
Parallelamente anche la tv lo accoglie trasformandolo in uno dei volti
piu' amati dagli italiani. Nel '58 aveva esordito infatti nella
commedia musicale al fianco di Delia Scala e Paolo Panelli, con i
quali ottenne un grandissimo successo televisivo nella conduzione di
''Canzonissima 1960'', lo show del sabato sera che catalizzava
l'attenzione di tutt'Italia. Il personaggio che lo porta al successo
e' l'indimenticabile barista di Ceccano, cui affida la celebre battuta
''fusse che fusse la vorta bona''.
La tv gli regalera' poi una delle
sua interpretazioni indimenticabili, quella di Geppetto nelle
''Avventure di Pinocchio'' di Luigi Comencini del 1972. Nel '77
interpreta ''In nome del Papa re'' di Gigi magni (1977), che gli vale
il secondo Nastro d'Argento. Nell'80 ottiene un altro Nastro d'Argento
con ''Cafe' Express'' di Nanni Loy. Negli anni '80 lavora ancora con
Magni in ''Secondo Ponzio Pilato'' (1986) e ''In Nome del Popolo
Sovrano'' (1990).
Negli anni '90 torna in tv per recitare in alcune fiction di grande
successo: nel 1992 e'poliziotto in ''Un commissario a Roma'' di Raiuno
e per la stessa rete nel '99 veste i panni di un carabiniere in
''Linda e il Brigadiere''. Nel 2000 Manfredi interpreta la fiction tv
''Una storia qualunque'', diretto dal genero, Alberto Simone. Nello
stesso anno torna nelle sale cinematografiche con ''La Carbonara'',
diretto ancora una volta da Magni.
Le sue ultime interpretazioni di
ficiton sono legate alla sua famiglia e a Lino Banfi: con l'attore
pugliese fa coppia nel 2002 in ''Un difetto di famiglia'', dove
intepreta il ruolo di un omosessuale, diretto sempre da Simone. E
sempre con Banfi, ma diretto dal figlio Luca, Nino interpreta un'altra
fiction di Raiuno, ''Un posto tranquillo'' (andata in onda nella
stagione 2002-2003) dove entrambi gli attori vestono i panni di frati.
Nel gennaio 2003 inoltre e' andato in onda su Canale 5 ''La notte di
Pasquino'' di Luigi Magni, dove Manfredi ha interpretato il ruolo di
un cardinale. Il suo ultimo lavoro per il cinema e', appunto,
''La fine di un mistero'' di Miguel Hermoso dove Manfredi si e' calato
nei panni di Federico Garcia Lorca e che e' stato proiettato l'anno
scorso a Venezia.
Manfredi ha inoltre lavorato
negli ultimi mesi di attivita', nel 2003, in qualita' di doppiatore, ad
un altro film, questa volta d'animazione: ''L'apetta Giulia e la signora
Vita'' di Paolo Modugno, una sorta di ''A Bug's Life'' all'italiana.
Sposato con l'inseparabile Erminia Ferrari, ex indossatrice
trasformatasi negli anni in preziosa assistente, Manfredi ha avuto tre
figli: Roberta, Luca e Giovanna. La prima, sposata con il regista
Alberto Simone, si occupa di produzione, il secondo e' regista ed ha
diretto piu' volte il padre. Giovanna, invece, si occupa di moda.
(©
Adnkronos)
Saiba mais sobre Nino Manfredi (Biografieonline.it)
Saiba mais sobre Nino Manfredi (RAI Italica)
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