Uma
das mais famosas casas de espetáculos do mundo, o Scala de Milão, está
passando por uma crise sem precedentes, que inclui greve e embate entre
dois titãs do mundo da ópera: o cineasta e diretor de óperas Franco
Zeffirelli e o diretor musical do Scala, o maestro Riccardo Muti.
Uma greve deflagrada na semana
passada pelos cerca de 800 funcionários — descontentes com a saída do
diretor-administrativo da casa, Carlos Fontana, devido a desavenças com
Muti — obrigou a suspensão, na sexta-feira, da estréia do balé “Europa”.
A partir de amanhã, uma comissão do Senado italiano vai ouvir envolvidos
no episódio e investigará a administração da casa.
Segundo o jornal britânico “The
Guardian”, sob o comando de Muti, o Scala tem oferecido uma programação
com maior conteúdo sinfônico, em detrimento do operístico, sua marca
registrada. E mais: a administração geral da casa — reformada e reaberta
há três meses — queria espetáculos mais populares, que Muti não
considera atraentes. A única produção conhecida desta temporada é a
versão de Zeffirelli para “La Bohème”.
Em entrevista ao “Guardian”,
Zeffirelli disse que Muti é “uma caricatura de regente, embriagado de si
mesmo, drogado com sua própria arte e vaidade”.
(©
O Globo)
Scala, Muti: «Così non posso
dirigere»
Sindacati e Albertini non trovano
l'accordo. A nulla è poi valsa l’ipotesi del sindaco per
sbloccare la situazione
Pierluigi Panza
MILANO—«Mancano le condizioni
per la musica»: Muti decide di non dirigere «seppure a
malincuore» l’Orchestra Filarmonica della Scala e così la
giornata della trilogia scaligera (Cda, assemblea dei soci e
riunione sindacale), iniziata sotto il segno del rilancio
economico e gestionale, si è chiusa con la massima distanza
in vent’anni tra il maestro e i «suoi» lavoratori. La
giornata era nata con la bonaccia. In mattinata si era
radunato il Cda e aveva approvato le decisioni prese:
licenziamento del Sovrintendente Fontana e nomina di Meli;
più varo di un nuovo modello organizzativo, poiché, sfilati
gli Arcimboldi dall'esclusiva gestione scaligera (saranno
una fondazione a parte), sono venute meno le esigenze della
divisionalizzazione.
Soddisfazione era poi arrivata dall'assemblea dei soci
fondatori. Qui, Pirelli, Mediaset e le Acciaierie Riva
(che entrano in Scala come nuovo socio) hanno dichiarato di
versare un milione di euro a testa di contributo
straordinario. Inoltre Aem, Sea e Camera di Commercio si son
dette disponibili ametter mano al portafoglio. Voci di
corridoio danno in arrivo qualche nuovo socio. Abbastanza
per ripianare buona parte del «rosso» Scala (16 milioni di
euro). Tra i soci, negativa la reazione della Provincia.
Soddisfatto, alla fine della mattina, il Sovrintendente
Meli, che si riservava però di parlare solo dopo «il
consiglio comunale di lunedì, quando il sindaco Albertini
avrà concluso il suo percorso illustrativo della
situazione».
Il sindaco diramava una nota in cui esprimeva
«grande soddisfazione per il risultato che consente di
superare l'attuale crisi congiunturale». Anche i consiglieri
si esprimevano. Fedele Confalonieri con una metafora
calcistica: se Fontana e Muti erano Sacchi e Van Basten, ora
«è stato varato un nuovo modulo, con un tenore centravanti e
giocheremo con un regista ». Quale? «Beh! Zeffirelli».
Articolata la valutazione del vicepresidente, Bruno Ermolli.
«Il Cda, in questi mesi, ha lavorato, come dimostrano gli
interventi di ripianamento economico e di elaborazione di un
nuovo piano strategico. Non abbiamo parlato per non
alimentare polemiche ed evitare personalismi. Abbiamo preso
decisioni, forse impopolari, ma per il bene della Scala».
Nel pomeriggio la scena è passata agli artisti.
E all'andantino si è sostituito un crescendo. Alla
Filarmonica (l'associazione privata in cui suonano quasi
tutti gli orchestrali della Scala) è giunta la lettera con
la quale Riccardo Muti si diceva indisponibile a dirigere la
prova prevista per oggi del concerto fissato per il 18 marzo
che, di conseguenza, veniva annullato. La frattura tra
direttore e orchestra si è quindi allargata. E’ stato lo
stesso Muti ad affermare, in una lettera indirizzata «Ai
Signori Professori dell’Orchestra Filarmonica e del Teatro
alla Scala» che, nel clima di «illazioni, offese e
incomprensioni» creatosi «ritengo che non ci siano
attualmente le condizioni, anche oggettive, di far musica
insieme».
L'«attualmente» lascia intendere che c'è ancora
uno spiraglio, ma il tono era molto duro. La notizia
arrivava quando scoccava anche l'ora dell'incontro
Albertini-sindacati, durato quasi quattro ore. Il sindaco si
è presentato con una nuova «arma »: la disponibilità alla
nomina di un direttore artistico, richiesta dai lavoratori.
Se questa proposta sarà sufficiente per siglare almeno una
tregua sino a novembre (quando tutto il Cda sarà in scadenza
e il nuovo sovrintendente dovrà essere riconfermato), lo si
vedrà nell'assemblea dei lavoratori di mercoledì. Ma le
prime reazioni sono negative e di stupore: «Abbiamo scoperto
che il sindaco non sapeva tante cose—afferma Domenico
Dentoni della Uil—. Credeva che fosse Fontana a non volere
un direttore artistico! Ha detto che avrebbe preferito che
si andasse alla scadenza naturale ».
Per Bruno Cerri, Cgil, «il sindaco ha detto di
aver sbagliato a non riceverci prima. Porteremo la
proposta del direttore artistico in assemblea, ma è
insufficiente. Ribadiamo la nostra richiesta di revoca di
Meli e confermiamo gli scioperi ». Il fatto poi che «il
maestro Muti avrebbe affermato che il documento del
settembre 2003 con cui i lavoratori chiedevano una direzione
artistica sarebbe stato preconfezionato e non frutto di una
libera assemblea » (Sandro Malatesta, Fials) ha spinto i
sindacati a decidere che venisse organizzata un'assemblea
informativa nell'intervallo della Dama di Picche in scena
ieri sera agli Arcimboldi.
(©
Corriere della Sera)
Scala, il sindacato risponde a Muti
"Fontana esonerato senza motivo"
La rappresentanza sindacale della Scala ha scritto una lettera
aperta al direttore musicale Riccardo Muti, per rispondere alle
osservazioni che il Maestro ha affidato al Corriere della sera, e che
i lavoratori del teatro avrebbero preferito sentire a voce "senza
intermediari". Il sindacato ha dichiarato: "Carlo Fontana è stato
esonerato senza motivo su pressione del direttore musicale".
Dopo una lunga riunione, i rappresentanti di Cgil Uil Fials
decidono di non far marcia indietro, ma di accentuare le posizioni dei
giorni scorsi, quando, dopo la revoca di Fontana, hanno annunciato una
serie di agitazioni. Cisl, invece, non firma per "non acuire i
contrasti - spiega Renato Zambelli - con il direttore musicale", in
attesa degli incontri di venerdì con il sindaco Gabriele Albertini, e
del Consiglio comunale sulla Scala di lunedì prossimo.
"Di fatto oggi - scrivono i sindacati nella loro lettera - ci
troviamo nella situazione nella quale un consiglio di amministrazione,
su pressione del direttore musicale, esonera un sovrintendente senza
motivo e su suggerimento del direttore musicale nomina Mauro Meli
nuovo sovrintendente". E anche questa è una nomina su cui i lavoratori
non sono d'accordo, come sul licenziamento di Fontana, perchè a
Cagliari, dove Meli era sovrintendente, "in questi anni si è fatta una
spettacolarizzazione della cultura, non un progetto culturale
veramente credibile. Il tutto con costi abnormi".
A loro dire, se l'ormai ex sovrintendente ha avuto "un grave torto"
questo è stato di "essere troppo condiscendente con il direttore
musicale, rinunciando di fatto a una parte del suo ruolo istituzionale
e sbilanciando così gli equilibri nei ruoli dirigenziali".
Secondo i sindacati, se a Milano ci fossero stati "un direttore
artistico autorevole e un sovrintendente autorevole" si sarebbe potuta
evitare "la progressiva chiusura e provincializzazione del teatro", o
si sarebbe potuto lavorare "con vera fattività affinchè il maestro
Abbado tornasse alla Scala", o ancora fare in modo che le tournée del
teatro "non avvenissero con l'esclusiva presenza del direttore
musicale", cioè di Muti.
L'ex sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Carlo
Fontana, ha risposto alla lettera del Maestro Riccardo Muti
dell'8 marzo al Corriere della Sera. Lo ha fatto con un intervento
pubblicato dal quotidiano milanese nel quale ha sostenuto di aver
cercato di ospitare l'eccellenza artistica internazionale, denunciando
l'assenza di un progetto culturale mirato alla partecipazione di
figure di spicco del mondo musicale internazionale.
Il risultato delle due stagioni realizzate agli Arcimboldi "è noto: a
fianco di inaugurazioni con opere di alto profilo culturale come
'Ifigenie en Aulide' e 'Moise' abbiamo sviluppato cartelloni più
popolari che hanno consentito di ottenere un'eccellente presenza di
pubblico, tradizionale e nuovo, con un incremento di quest'ultimo pari
al 20%. Va detto che la qualità e la ricchezza delle scelte artistiche
dialetticamente recepite dalla sovrintendenza sono sempre state il
frutto di una collaborazione tra direzione musicale e direzione
artistica. Nè poteva essere altrimenti, perchè tale collaborazione non
solo è sancita dalla legge istitutiva e dallo statuto della Fondazione
Scala, ma è sostanziata dall'autorevolezza del Maestro Muti e di un
direttore artistico, suo strettissimo collaboratore, da lui stesso
sempre suggerito".
LA LETTERA APERTA DI RICCARDO MUTI
Riccardo Muti nella lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera
aveva espresso le sue considerazioni sulla situazione del teatro alla
Scala di Milano. Ai 'Lavoratori' che gli chiedono pubblicamente "nella
tempesta di questa ingarbugliata vicenda che sta divampando con sicuri
danni alla immagine della Scala sia per i toni che per i modi" da che
parte stia il Maestro e perchè non viene allo scoperto, Muti rha
replicato: "Alla seconda domanda rispondo che non ho bisogno di venire
'allo scoperto', non mi sono mai nascosto, anche quando si è trattato
di suonare la Traviata al pianoforte di fronte a un pubblico furente
ed urlante proprio per salvare l'immagine della Scala e perchè volevo
che la Musica alla fine vincesse. 'Da che parte sta il Maestro?': mi
sembrava evidente, dopo circa 20 anni di vita insieme, che io sono
sempre stato dalla parte del Teatro, quindi dei Lavoratori che quel
Teatro fanno vivere con il loro lavoro e la loro passione".
Muti ha rilevato: "Mi si accusa di non voler fare solo il direttore
musicale ma anche il direttore artistico e, forse, il sovrintendente e
forse influire addirittura sulla candidatura del prossimo sindaco.
Dovrei sorridere se lo spettacolo non fosse così malinconico''.
"Spinto, invece, dalla preoccupazione grave di molti, che
avvertivano con me il lento ma inarrestabile decadimento delle
proposte artistiche scaligere, puntualmente criticate dalla stampa (in
netto contrasto con la crescita qualitativa dei complessi artistici) -
ha spiegato Muti - ho ad un certo momento deciso di denunciare al
Consiglio di Amministrazione e al sindaco una situazione pericolosa
per l'immagine della Scala e di fronte alla quale mi sentivo
impotente. Ho pensato allora ad una persona che negli ultimi anni
aveva attirato l'attenzione e il plauso di pubblico e critica per
l'intelligenza mostrata in un teatro, indicato spesso come esempio da
imitare per la novità e la ricchezza delle idee: Mauro Meli. Costui
non è e non è mai stato mio amico personale, come è stato scritto, bensì
collaboratore del Maestro Claudio Abbado a Ferrara per molti anni e,
poi, Sovrintendente a Cagliari dove è riuscito a portare artisti di
prima grandezza, a cominciare da Carlos Kleiber".
Claudio Abbado pubblicamente, Baremboim, Maazel, Rattle, Mehta,
Ozawa, Boulez e altri di prima grandezza '"possono essere testimoni
degli inviti a loro rivolti da parte mia, perchè venissero a dirigere
alla Scala. Molti di questi direttori sono presenti invece al Festival
di Ravenna, nella città in cui vivo. Non è mio compito invitare
personalmente i direttori esulando ciò dalle competenze del direttore
musicale".
Muti ha concluso non volendosi soffermare "su tante altre menzogne
riportate da alcuni giornali, che non hanno aiutato a far chiarezza e
a favorire un' atmosfera di armonioso dialogo. Spero che si cerchi una
via costruttiva per il bene della Scala, di coloro che il Teatro lo
fanno vivere veramente con il loro lavoro e dei cittadini che sono
allarmati e confusi".
(© TGCom)