La targa è
appena arrivata e giace ancora
nell’ufficio, in attesa di essere
appesa: Osservatorio Internazionale per
lo Stress Ossidativo. A poca distanza
dal laboratorio medico, verso sera,
quando il caldo dà un po’ di tregua, i
clienti si stanno sedendo ai tavoli
sistemati sotto grandi ombrelloni in
tela. Siamo in un’area di ventiduemila
metri quadri, una delle più grandi del
Meridione dove si gusta uno dei
piatti-simbolo delle sere d’estate: la
pizza. Ma che ci fa quel medico in
camice dall’aria gioviale, che con la
sua macchinetta «Diacron tre-test» cerca
di capire se invecchieremo troppo in
fretta? E’ un medico bio-chimico e
nutrizionale, Eugenio Luigi Iorio,
docente a contratto presso l’Università
di Napoli in biochimica clinica: ormai
fa coppia fissa con un intraprendente
pizzaiolo, Cosimo Mogavero, che da
qualche settimana ha aperto questa sua
Fabbrica dei Sapori: è una via di mezzo
tra il Salone del gusto di Torino e un
mega-ristorante da banchetti nuziali, a
pochi chilometri dal casello
autostradale di Battipaglia.
La formula
Iorio e Mogavero propongono ai loro ospiti una pizza «anti-aging», anti-ossidante, anti-invecchiamento. Come? La novità è nell’impasto, realizzato con un insieme di farine integrali e con un mix di 8 vegetali crudi. Si chiama «Primula», è pubblicizzata con lo slogan «per chi vuol mantenersi giovane» e sul menu è indicata come la pizza che ti dà benessere. Si potrebbe dire: una bella trovata di marketing per animare l’estate 2007. Senonché la coppia del Medico & del Pizzaiolo ha qualche numero per difendere la sua invenzione. L’ultimo, forse il più convincente, viene confessato dopo qualche assaggio e una buona bottiglia di Falerno. Ad apprezzare quella «Primula», parola di don Georg Genswein, il segretario del Papa, è stato lo stesso Benedetto XVI al termine di una degustazione «privata» offerta dai pizzaioli campani alla Festa della Gendarmeria Vaticana, in giugno. Il bel Georg ha confidato a Cosimo: «A Sua Santità è piaciuta quella scura, integrale». Con divieto di divulgare foto o notizia.
In attesa di diventare
fornitori ufficiali della Santa Sede,
Iorio e Mogavero spiegano le qualità
della loro «pizza della salute»: ha più
fibra alimentare, tre volte di quella
normale e fornisce così la metà del
fabbisogno quotidiano; ha più magnesio,
29 mg su 160 grammi, più del doppio di
quella normale; ha più ferro; conserva
tutta l’acqua dei vegetali con i quali è
realizzata: pomodoro, rucola, basilico,
aglio, zucchine, cipolle rosse, carote,
spinaci; piace ai bambini, che di solito
non amano la verdura. E soprattutto,
rappresenta più di una delle cinque dosi
giornaliere consigliate dai creatori
americani della formula «five-a-day» per
evitare l’ossidazione.
L’enorme Fabbrica dei Sapori, in grado
di servire (con forni a legna e lunga
lievitazione dell’impasto) 2500 pizze al
giorno, è un’idea tutta di Cosimo
Mogavero, che ha ristrutturato una
vecchia fabbrica di pelati nata negli
Anni Cinquanta e poi chiusa nei 70. Lui
ha già sei altri punti vendita in tutta
Italia. Secondo Enzo Vizzari, direttore
della «Guida Espresso», vi si mangia la
«migliore pizza» sotto la Madonnina.
La pizza anti-aging
sembra dunque qualcosa di più serio
della trovata di chi vuole vendervi il
Colosseo o di chi cerca di spacciare la
neve agli eschimesi - napoletani, dicono
le cronache cattive -, anche perché
Eugenio Luigi Iorio è appena tornato da
una serie di convegni scientifici in
Giappone dove è in contatto con Todashi
Mitsuo, medico anti-aging che ha
scoperto significativi collegamenti tra
la dieta mediterranea e quella del Sol
Levante a base di pesce crudo. La pizza
che ha conquistato il Papa, del resto,
spopola anche perché è tipicamente
estiva: in pratica una focaccia
piuttosto saporita, nonostante quel
colore non proprio invitante, con
un’insalata croccante di rucola,
pomodorini e Parmigiano Reggiano. Alla
faccia della «verace» che i colleghi
napoletani difendono dagli attacchi
della globalizzazione.
Strani napoletani
Alla Fabbrica dei Sapori non siamo in un fast-food, anzi, però la tecnica è quella: grandi numeri per chi vuole mangiare le specialità campane, con l’Osservatorio del biochimico a fare da apripista a tante iniziative con chef, tavole rotonde, incontri ad animare l’estate. Prossime tappe gastronomiche dello spazio appena inaugurato a Battipaglia: il pomodoro di San Marzano (con associazione) e la vera «tazzulella» di caffè. Eduardo approverebbe.